Ambiente
Il triste declino del re della savana
Il leone, il re della savana, il più conosciuto, amato e temuto tra tutti gli animali del nostro pianeta è oggi in drammatico declino. I dati diffusi dal WWF nella Giornata Mondiale del Leone che si celebra in tutto il mondo, dimostrano che per questa specie c'è ben poco da festeggiare. La specie, estinta da tempo in tutto il Nord Africa, oggi corre forti rischi nell’Africa occidentale dove rimangono poche centinaia di individui.
Moria di pesci nel Tevere
Sulla vicenda, che si ripete purtroppo con sinistra puntualità è intervenuto Raniero Maggini, Presidente del WWF Roma e Area Metropolitana:
"La moria di pesci in concomitanza dei primi temporali di fine estate è un fenomeno ricorrente, determinato in larga parte dal dilavamento esercitato dalla pioggia che improvvisamente convoglia quantità importanti di sostanze tossiche nei fiumi, da quelle usate in agricoltura a quelle che si accumulano sulle superfici stradali, soprattutto in ambito urbano. Inoltre dopo un periodo tanto siccitoso, come quello trascorso, la diluizione di tali sostanze risulta minore e dunque maggiore la loro incidenza.
Se poi si considera che alla foce del fiume si mischiano acqua dolce e salata - quest'ultima più pesante - si crea un effetto barriera che concentra le sostanze chimiche trasportate, determinando una ulteriore minaccia per la fauna ittica. Fenomeni noti che ripropongono la drammaticità dell'inquinamento dell'ambiente in tutte le sue componenti e delle gravi responsabilità dell'uomo, responsabilità che non possono più essere ignorate."
La Strategia Energetica Nazionale dice stop al carbone nel 2025
Un primo passo per far sì che l’Accordo di Parigi possa diventare una realtà nel nostro Paese e non solo una promessa. È questo il commento del WWF all’orientamento, annunciato oggi dai ministri dello Sviluppo economico Carlo Calenda e dell’Ambiente Gian Luca Galletti, dell’inserimento nel testo finale della Strategia Energetica Nazionale dello stop al carbone entro il 2025 e dell’obiettivo di innalzare l’obiettivo di approvvigionamento con le energie rinnovabili entro il 2030.
Il WWF non condivide, invece, la scelta di puntare ancora molto sul gas, piuttosto che direttamente sulle rinnovabili, perché non sono due fonti energetiche equivalenti: il gas è un combustibile fossile, anche se meno sporco del carbone. Il buonsenso impone di non caricarsi di infrastrutture che ostacolano la decarbonizzazione e di non concedere sussidi ai veicoli a gas, una tecnologia usata prevalentemente solo in Italia e che deve far posto in pochi anni alle auto elettriche.
Giornata mondiale del rinoceronte
In Sud Africa dal 2007 al 2016 il bracconaggio al rinoceronte è aumentato del 9.000%
Anche quest’anno la Giornata mondiale del rinoceronte arriva in una situazione di estrema incertezza per il futuro di questo animale, rappresentato da 5 specie di cui 2 (rinoceronte bianco e rinoceronte nero) presenti in Africa e 3 (rinoceronte Indiano, rinoceronte di Giava, rinoceronte di Sumatra) presenti in Asia.
Nonostante i grandissimi sforzi di conservazione il bracconaggio, armato dal commercio internazionale di corno di rinoceronte, continua a mettere a repentaglio il futuro delle specie. Solo in Africa nell’ultimo decennio più di 6.680 rinoceronti sono stati uccisi dai bracconieri.Nel 2015 gli esperti hanno calcolato che nel solo parco nazionale del Kruger (in Sud Africa) siano entrati 7.500 bracconieri con un incremento del bracconaggio all’interno del parco del 43% rispetto l’anno precedente. Sempre in Sud Africa dal 2007 al 2016 il bracconaggio al rinoceronte è aumentato del 9.000%.
Il declino degli elefanti
Nonostante l’ultimo rapporto CITES (la Convenzione internazionale sulle specie minacciate di estinzione) sullo stato degli elefanti e del commercio di avorio (presentato la scorsa settimana) riveli per il quinto anno consecutivo una leggera flessione dell’incidenza del bracconaggio sugli elefanti in Africa la popolazione di questi pachidermi continua ad essere in declino. Secondo l’IUCN negli ultimi 10 anni la popolazione è diminuita di 111.000 esemplari in tutta l’Africa.
Le cause sono appunto il bracconaggio - che continua a far strage di elefanti - la distruzione dell’habitat e la rapida espansione degli insediamenti e delle attività umane nei territori frequentati dagli elefanti, sia nelle savane sia nelle foreste. Secondo la relazione della CITES sono anche in aumento gli elefanti uccisi illegalmente perché in conflitto con le attività umane, come, ad esempio, l’agricoltura: proprio questo fattore, se non adeguatamente gestito, rischia di diventare determinante per il futuro degli elefanti visto che il continente africano è infatti interessato da un’intesa e rapida crescita demografica (Oggi l’Africa ha raggiunto oltre 1 miliardo e 250 milioni di abitanti e le Nazioni Unite prevedono che nel 2050 nel Continente Nero vi saranno oltre 2,5 miliardi di persone).. Il rapporto della CITES evidenzia anche come rimanga elevatissimo il commercio illegale di avorio, principale causa di bracconaggio agli elefanti: per il sesto anno consecutivo infatti si registrano cifre record rispetto al numero dei sequestri e alla quantità del materiale sequestrato. Secondo la CITES il peso dell’avorio sequestrato nel 2016 è sette volte superiore a quello sequestrato nel 2007.