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Greenpeace lancia il primo kit di “Design Thinking climatico” a scuola

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Greenpeace Italia diffonde oggi il primo kit di “Design Thinking climatico” rivolto agli insegnanti delle scuole secondarie superiori: una serie di materiali didattici con indicazioni ed esempi pratici per costruire un’attività partecipativa e confrontarsi con gli studenti in aula sui temi della crisi climatica e del greenwashing. Il kit, scaricabile gratuitamente online, è il risultato di un’iniziativa pilota promossa dall’organizzazione ambientalista e realizzata dall’agenzia “formicablu” insieme alla classe 2M del Liceo Scientifico “Enrico Fermi” di Bologna. L’obiettivo dell’iniziativa è portare nelle scuole, con un approccio creativo e concreto, il tema della crisi climatica in relazione al fenomeno del greenwashing, perché gli studenti possano orientarsi nella complessità del dibattito contemporaneo, imparando a riconoscere e a smascherare l’ambientalismo di facciata e le narrazioni ingannevoli, e prendere decisioni quanto più possibile informate e consapevoli che contribuiscano al contrasto del riscaldamento globale.

«Offrire strumenti e soluzioni per comprendere e affrontare la crisi climatica, e come questa viene raccontata, è oggi più importante che mai a fronte di una sempre più diffusa ecoansia fra le giovani generazioni, e per contrastare le operazioni di greenwashing che le grandi aziende dei combustibili fossili esercitano anche nel mondo dell’istruzione, con corsi nelle scuole e finanziamenti alle università», spiega Federico Spadini della campagna Clima di Greenpeace Italia. «Questo kit è uno strumento innovativo per far conoscere a studenti e studentesse il pericolo del greenwashing e della crisi climatica».

«Lavorare al progetto sul greenwashing è stato molto interessante: grazie all’approccio attivo del Design Thinking i ragazzi si sono messi in gioco in prima persona, lavorando assieme per un obiettivo comune», commenta Tullia Costa, docente di scienze naturali e chimica del Liceo Scientifico “Enrico Fermi” di Bologna. «Hanno potuto attingere alla loro creatività ma sempre sotto l’occhio esperto delle formatrici di “formicablu” che li hanno aiutati a mantenere un approccio concreto al problema. Sicuramente un’ottima attività per lo sviluppo delle competenze trasversali e delle soft skills».

L’approccio proposto per la realizzazione del kit è quello del “Design Thinking”, un metodo di lavoro collaborativo in cinque fasi basato sull’identificazione e l’esplorazione dei problemi per arrivare all’elaborazione di possibili soluzioni. Il kit prodotto nell’ambito del progetto contiene, nello specifico, un documento con la descrizione della metodologia adottata, informazioni e riferimenti sui temi della crisi climatica e del greenwashing, indicazioni sulle modalità di realizzazione, suggerimenti e materiali utili per replicare l’attività nelle scuole. In aggiunta, vengono resi disponibili i prototipi scaturiti dal progetto pilota che ha coinvolto studenti e docenti, come l’ideazione di app per ottenere informazioni sulla crisi climatica e sulle iniziative ambientaliste, giochi da tavolo in cui vince chi riesce a rendere la propria azienda campione di sostenibilità, eventi e mostre di sensibilizzazione sul greenwashing.

Il kit di “Design Thinking climatico” si può scaricare gratuitamente dal sito web di Voci per il clima, il primo network italiano di esperte ed esperti contro il greenwashing promosso da Greenpeace, dove si possono trovare risorse, approfondimenti e strumenti di analisi della qualità dell’informazione ambientale in Italia, nonché incontrare una rete di professionisti del mondo della scienza, della comunicazione e dell’attivismo in prima linea nel contrastare il greenwashing e la disinformazione sui cambiamenti climatici.

Flash News

 Gli epidemiologi ambientali dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa hanno svolto una ricerca sull’impatto della centrale di Vado Ligure, studiando la popolazione residente per 13 anni in 12 comuni dell’area, per valutare la relazione tra esposizione ad inquinanti atmosferici e rischio di mortalità e malattie. Il lavoro è pubblicato su Science of the Total Environment

 

Gli epidemiologi ambientali dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc) di Pisa hanno studiato l’impatto sanitario della centrale ‘Tirreno Power’ di Vado Ligure (Savona), avviata nel 1970 e alimentata a carbone fino al 2014, quando la Procura della Repubblica di Savona ha fatto fermare gli impianti a carbone per ‘disastro ambientale doloso’. La ricerca ha valutato la relazione tra l’esposizione a inquinanti atmosferici emessi dalla centrale e il rischio di mortalità e ricovero in ospedale per cause tumorali e non tumorali, studiando tutta la popolazione residente dal 2001 al 2013 in 12 comuni intorno a Vado Ligure.

Lo studio degli epidemiologi ambientali Cnr-Ifc è stato pubblicato in questi giorni sulla rivista Science of the Total Environment.

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