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Caravaggio a Roma - Una vita dal vero

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Dall’11 febbraio al 15 maggio 2011 all’Archivio di Stato di Roma una rassegna di documenti e opere con rivelazioni straordinarie sul’esistenza dell’artista  

 

 

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Nell’ambito delle iniziative realizzate per il IV Centenario della morte di Michelangelo Merisi da Caravaggio (15711610), l’Archivio di Stato di Roma dall’11 febbraio al 15 maggio 2011 promuove nella sede di Sant’Ivo alla Sapienza una mostra unica, di taglio assolutamente nuovo costruita su documenti originali, restaurati e conservati presso lo stesso Archivio, che svelano fatti salienti della vicenda umana e artistica del grande pittore e aspetti finora sconosciuti legati all’ambiente intellettuale, culturale e artistico frequentato dal maestro lombardo nel periodo vissuto a Roma.


Ideata e diretta da Eugenio Lo Sardo, a cura di Orietta Verdi e Michele Di Sivo la rassegna è costruita come una detective story, un’indagine sul campo dove quello che emerge è la vita vissuta dall’artista attraverso le sue parole, i suoi incontri, in un incredibile caleidoscopio di relazioni e una polifonia di voci che conducono il grande pubblico a conoscere da vicino gli episodi e le vicende della “vita dal vero” di Michelangelo Merisi durante il suo soggiorno romano (1595/961606).

Grazie alle scoperte compiute da una task force di 7 giovani storici dell’arte, paleografi, archivisti e storici che hanno scavato lungo gli oltre 60 km di scaffali che compongono l’Archivio di stato, sono stati salvati dal degrado e restaurati oltre 30 volumi e effettuate ricerche che presentano novità sconvolgenti che riscrivono la biografia di Caravaggio.


Nella rassegna verranno esposti documenti originali inediti che attestano tra l’altro l’arrivo di Caravaggio a Roma all’età di 25 anni (e non a vent’anni come finora creduto) e la sua sistemazione presso la bottega di un pittore siciliano, Lorenzo Carli, che viveva con la moglie e i figli in via della Scrofa. Nel susseguirsi di aneddoti, testimonianze, ricostruzioni provenienti da registri, protocolli, piante originali dei luoghi, denunce, processi, querele, contratti d’affitto, sarà possibile ripercorrere la Roma che Caravaggio attraversò e toccò, rivivere l’atmosfera in cui era immerso in un confronto diretto tra testi e immagini, complementari nella ricostruzione del passato. La vita di Caravaggio in quegli anni sarà rappresentata lungo un itinerario espositivo che ci dà una straordinaria visione d’insieme dove ai documenti si affiancano alcuni quadri di pittori – amici, nemici, maestri e discepoli – e opere del Merisi o a lui attribuite di alto valore storicobiografico.


Particolarmente significativa la scelta di Sant’Ivo alla Sapienza come sede ideale della mostra per la posizione centrale in quel quadrato di poche centinaia di metri nel contesto urbano, dove si sono svolte molte delle vicende narrate nelle carte. Eccezionalmente il visitatore sarà accompagnato a rivivere l’atmosfera vissuta da Caravaggio nella Roma di quel tempo dagli stessi ricercatori che hanno contribuito alla scoperta e al restauro dei documenti attraverso visite guidate per un massimo di 30 persone ogni 30 minuti.

 

Organizzata da MondoMostre, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale di Roma, l’Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’ e l’Università ‘Roma Tre’, la rassegna è stata realizzata grazie al contributo di sponsor e contributori (istituti, aziende e privati) che hanno generosamente contribuito al restauro dei volumi contenenti i documenti inediti e la campagna di ricerche lanciata dall’Archivio.


 

Il percorso e le sezioni. L’itinerario della rassegna viene delineato da alcuni sorprendenti testi, salvati dalla corrosione degli inchiostri dall’ operazione di restauro. Interamente trascritti come contributo ad un nuovo corpus caravaggesco, i documenti attestano i frequenti arresti e i processi subiti da Caravaggio, personalità forte eppure turbolenta, e contemporaneamente indagano i rapporti con la committenza delle sue opere più celebri. Svelano inoltre le relazioni più prosaiche della vita quotidiana intrattenute dal pittore sia con i suoi colleghi artisti, come Prospero Orsi e Onorio Longhi, sia con i semplici artigiani che abitavano nella contrada della Scrofa dove il Caravaggio visse per un decennio. Oltre ai documenti restaurati per la maggior parte presentati per la prima volta al pubblico, l’esposizione presenta opere eseguite da pittori suoi contemporanei, con alcuni dei quali egli ebbe un rapporto di stima e amicizia, e da lui stesso definiti “uomini valenti”: Annibale Carracci, Cristoforo Roncalli, Antonio Tempesta, Giuseppe Cesari, Federico Zuccari – e da altri con i quali le relazioni furono invece contrassegnate da rivalità e competizione come Giovanni Baglione e Tommaso Salini. Completano la mostra alcuni quadri attribuiti al Caravaggio, come il Ritratto di Paolo V Borghese, della collezione privata del Principe Borghese, esposto al pubblico solo una volta nel 1911, esattamente cento anni fa, a Palazzo Vecchio a Firenze nella Mostra del Ritratto italiano dalla fine del secolo XVI all’anno 1861, che propongono al visitatore alcuni “quesiti caravaggeschi”sui quali la critica si sta misurando.


La mostra si apre con il Ritratto di Clemente VIII attribuito al Cavalier D’Arpino e il Ritratto di Beatrice Cenci attribuito a Guido Reni e i documenti che riportano i verbali delle ultime ore di Giordano Bruno e di Beatrice Cenci condannati a morte sotto il pontificato di Clemente VIII.


Nella seconda sezione, Le strade di Caravaggio, una pianta del Maggi con vedute e incisioni originali racconta i “luoghi di Caravaggio”. La lunga deposizione inedita del barbiere del Merisi, ritrovata in un registro di carte giudiziarie, rivela una incredibile messe di notizie preziose sull’arrivo del pittore nella Capitale e sugli esordi della sua attività artistica nella bottega di un pittore siciliano, Lorenzo Carli, in via della Scrofa; un secondo importantissimo documento inedito contiene la descrizione dei quadri presenti in quella bottega nel 1597. Corredano questa sezione il Ritratto di Caravaggio di anonimo seicentesco e il Ritratto di Ottavio Leoni, opera di Ippolito Leoni, provenienti dalla Accademia di San Luca.


Fulcro della terza sezione, Caravaggio e la giustizia, è il volume che ospita gli incartamenti del famoso “Processo a Caravaggio” nato dalla querela per diffamazione sporta nel 1603 dal suo grande rivale, il pittore Giovanni Baglione. Queste importantissime carte contengono l’unica testimonianza resa dal Caravaggio circa il suo modo di concepire l’arte e la sua opinione sugli artisti del suo tempo, di cui egli stila una lista: i “buoni” e i “cattivi” pittori. A corredare la sezione diverse opere degli artisti che figurano nella lista del Caravaggio: l’Autoritratto e l’Amore sacro e amor profano di Giovanni Baglione, il Cristo morto tra angeli di Federico Zuccari, la Santa Margherita di Annibale Carracci e il David con la testa di Golia di Orazio Gentileschi.


Nella quarta sezione, la casastudio a vicolo San Biagio, è esposto il contratto inedito con cui Caravaggio prese in affitto un’abitazione in vicolo San Biagio con la misteriosa clausola di poter “scoprire” il soffitto della metà della sala, l’inventario degli oggetti personali del Merisi e il contratto con cui fu commissionata al pittore la pala della Morte della Vergine, certamente dipinta in quella sala con il soffitto “scoperto”. Tra i quadri esposti in questa sezione, la Maddalena addolorata attribuita a Caravaggio, e per questo fra i “quesiti caravaggeschi” proposti nella mostra, la splendida Caraffa di fiori di Jan Brueghel e la bellissima Fiasca di Fiori del Maestro della Fiasca conservata a Forlì.


Nella quinta sezione, l’omicidio, la fuga, il perdono, sono esposti i registri con gli interrogatori dei testimoni presenti allo scontro in cui, nel 1606, Caravaggio uccise Ranuccio Tomassoni e fu costretto a fuggire da Roma, ove non riuscì più a fare ritorno. Una splendida pianta acquerellata rappresenta la via Aurelia e il litorale laziale da Roma a Palo e Civitavecchia sulle cui coste sbarcò il Merisi nell’estate del 1610, risalendo fino a Porto Ercole dove trovò la morte. Il pontefice regnante era Paolo V Borghese (1605
1621), del quale il Merisi dipinse il ritratto. Il Ritratto di Paolo V di Caravaggio, con il quale si conclude la mostra, viene esposto dopo 100 anni dalla prima volta che fu in occasione del cinquantesimo anniversario dell’Unità di Italia.
Il catalogo, edito da De Luca Editori d’Arte, raccoglie i documenti e le schede dettagliate di ogni opera esposta.

Flash News

 



Sono tutti dedicati alla Pasqua e ai suoi simboli, i nuovi ECOTIPS del WWF per le attività da svolgere e le nuove cose da imparare in questo periodo di festa, pur restando a casa. Dalle curiosità legate alle uova in natura a quelle sul cioccolato, con un occhio al rischio deforestazione in caso di provenienza da fonti non sostenibili per ambiente e diritti sociali.
Nella pagina wwf.it/ecotips tanti consigli per colorare le uova destinate a imbandire la tavola pasquale, usando coloranti ‘di cucina’ come curcuma, paprika, caffè e persino spinaci.

IL MENÙ.Un menù speciale, firmato dalla eco-blogger Lisa Casali, tutto ‘veg’, per rompere le tradizioni e portare in tavola un piatto delizioso ma a bassa impronta ambientale. 

La webcam sulla natura della settimana è puntata sul nido del falco pellegrino nel parco dei Castelli Romani: la coppia di rapaci si è alternata instancabilmente nella cova e i piccoli stanno nascendo proprio in questi giorni.
La proposta per i più piccoli, invece, è all’insegna di impollinatori speciali che si possono osservare anche sul balcone: i bombi, parenti ‘solitari’ delle api. Mentre per gli appassionati del fai-da-te un video tutorial per costruire una casetta per api e coccinelle utilizzando materiali disponibili in casa.
Non mancano video dalle Oasi, dove la natura non si è mai fermata. E saranno proprio le aree protette dal WWF a scandire la giornata di Pasquetta, con un ricco palinsesto sul sito web e social media dell’associazione che mostrerà immagini dal nord al sud dell’Italia, per ricordarci che, una volta terminata l’emergenza, la natura sarà pronta a regalarci momenti di serenità e bellezza.


CURIOSITÀ SULLE UOVA


Di cioccolato, dipinte o nei dolci tradizionali. Alla vigilia della Pasqua sulle nostre tavole non mancherà il simbolo ‘per eccellenza’ della fertilità: l’uovo. Quello che oggi è un simbolo in molte culture, in natura si è evoluto milioni di anni fa. Rettili e uccelli, ma anche qualche mammifero, - come l’ornitorinco e l’echidna australiani - l’hanno mantenuto come strategia riproduttiva nel corso dell’evoluzione.

Il più grande. L’uovo più grande mai deposto da un uccello sembra essere stato quello di una specie, appartenente al genere Aepyornis, vissuta in Madagascar fino al 17esimo secolo, e poi estinta a causa della persecuzione umana. Di questo uccello elefante esistono diversi resti fossili. Alto fino a 3 metri, deponeva uova “giganti”. Il più grande misura ben 21 cm di diametro e 30 di altezza e risulta cento volte più grande dell’uovo di gallina. L’uovo più grande deposto da un uccello vivente, invece, è stato deposto da uno struzzo in un allevamento in Svezia nel 2008: pesava circa 2,5 kg.

Il più piccolo. L’uccello che depone l’uovo più piccolo è un colibrì della Giamaica (Mellisuga minima). L’uovo di questo piccolo uccello è lungo appena 10 mm e pesa soli 0,365 g.

La forma.Le uova degli uccelli non hanno tutti la stessa forma. Esistono uova ellittiche, schiacciate, ovali, appuntite e piriformi. Gli uccelli marini come le Urie, le Gazze marine e i Gabbiani tridattili, che nidificano sulle falesie rocciose, depongono le uova a forma di pera allungata, per non rischiare che cadano rotolando giù. Le uova delle specie che nidificano in cavità o in buche hanno forma più rotondeggianti, in quanto non corrono lo stesso rischio. Ma la forma dell’uovo dipende anche da altro. Una recente ricerca ha scoperto che la forma dell’uovo è strettamente legata alla capacità di volo e alle distanze che gli uccelli coprono nelle loro attività. Quelli che volano di più fanno uova più allungate, perché hanno bisogno di uova “aerodinamiche”.

Il colore. Ci sono uova bianche, marroni, azzurre e rosse. Il colore è dato da sostanze deposte in parte sullo strato esterno del guscio, pigmenti ricavati dall’organismo materno durante la dieta. Le melanine sono responsabili delle colorazioni nere, scure e brune, i carotenoidi producono tutte le colorazioni gialle, rosse, arancio, marrone e violetto, le cianine contribuiscono alla formazione dei toni blu e verdi. Il Codirosso algerino (Phoenicurus moussieri) depone nella stessa covata uova sia bianche che azzurre, mentre l’Uccello sarto (Orthotomus sutorius) depone nella stessa covata uova bianche, verdi, rosa macchiettate di rosso chiaro, violetto e nero, e uova blu-verdastro. Alcune specie come il Fratino (Charadrius alexandrinus), oggetto proprio in questo periodo delle azioni WWF per difendere le spiagge naturali dove crea i nidi, soprattutto in Toscana e Abruzzo - depongono uova che si confondono con l’ambiente sabbioso in cui si riproducono. Queste colorazioni, in gergo tecnico dette disruttive, si sono evolute per confondere eventuali predatori.

Strategie di riproduzione. Le uova possono essere anche “strumento d’inganno” in natura. Il Cuculo (Cuculus canorus) ha una strategia di riproduzione molto particolare: non costruisce il nido, ma depone le uova nei nidi di altre specie. La femmina è specializzata nel “copiare” il colore dell’uovo di altre specie. Quando il piccolo Cuculo esce dall’uovo molto prima dei pulcini della specie che ha costruito il nido, butta fuori le altre uova. Alcune specie possono accorgersi dell’inganno, quando tornando trovano un uovo diverso o in più nel loro nido. Per questo spesso la femmina del Cuculo, prima di deporre il suo uovo, distrugge o spinge fuori le altre uova.

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