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Convegno scientifico - La rivoluzione neuroetica

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Come la nuova Scienza del Cervello influenza il Diritto, l’Arte, la Filosofia e le Decisioni Mediche. E persino il Rapporto tra Scienza e Religione. Dal 4 al 6 maggio, un convegno con i massimi esperti italiani ed ospiti internazionali fa il punto sulle neuroscienze che promettono di cambiare alcuni ambiti della nostra vita, oltre che parte della nostra cultura. 

LA “RIVOLUZIONE” NEUROETICA 4-6 maggio 2011 Padova - Aula NievoPalazzo del Bo, Università di Padova Come la nuova Scienza del Cervello influenza il Diritto, l’Arte, la Filosofia e le Decisioni Mediche. E persino il Rapporto tra Scienza e Religione.Dal 4 al 6 maggio, un convegno con i massimi esperti italiani ed ospiti internazionali fa il punto sulle neuroscienze che promettono di cambiare alcuni ambiti della nostra vita, oltre che parte della nostra cultura. Padova, 19 aprile 2011 - In una discussione filosofica, in un aula di tribunale, in una recensione di una mostra d’arte, in un libro sulla coscienza, un tempo parlare del ruolo del cervello poteva sembrare una bizzarria fuori luogo. Oggi è una costante, forse addirittura, secondo i critici, una moda o una “neuro-mania”.  Dove sta la giusta misura? Che sta succedendo davvero a livello di ricerca scientifica e ricadute pratiche?  Chi ha le giuste competenze?  Ne discutono, tra gli altri, Alleva, Boncinelli, Maffei, Pietrini, Sartori, Soddu, Strata 

A Padova si comincerà, mercoledì 4 maggio, con una tavola rotonda su neuroscienze e religione. Qual è il ruolo di specifiche aree cerebrali, come il lobo temporale, nelle esperienze mistiche? Alcuni individui sono più “predisposti” ad avere un orientamento spirituale? Oggi sappiamo che la preghiera e la meditazione possono modificare le connessioni tra neuroni. Ciò non sembra però toccare i contenuti specifici delle fedi religiose. Un teologo autorevole come Giacomo Canobbio ne parla con studiosi e ricercatori come Gilberto Corbellini, Franco Fabbro, Alberto Oliverio e Piergiorgio Strata.  La mattina del 5 maggio toccherà ai filosofi che non disdegnano il laboratorio, come l’americana Adina Roskies, spiegare come cambia il modo di fare riflessione sull’essere umano una volta che le neuroscienze ci svelano i dettagli del suo “funzionamento” cerebrale. Siamo davvero liberi? Capiamo come agisce il nostro inconscio o ne siamo guidati senza che ce ne accorgiamo? E la filosofia ha ancora un ruolo proprio, autonomo dalla scienza? Rispondono Mario De Caro, Michele Di Francesco, Alfredo Paternoster e Corrado Sinigaglia.Nel pomeriggio del 5 maggio un tema affascinante ma anche drammaticamente attuale. Misurare gli stati di coscienza e di incoscienza vuol dire studiare il mistero forse più impenetrabile della scienza, quello della coscienza umana: di che cosa è fatta, dove risiede? Ma vuole dire pure valutare le reali condizioni di coloro che hanno subito gravissimi traumi cerebrali. Recenti casi di cronaca, sfociati in infuocati dibattiti giudiziari, politici e sociali, dimostrano quanto l’argomento sia d’attualità. Ne parlano Edoardo Boncinelli, Marcello Massimini, Paolo Maria Rossini, Andrea Soddu ed Enrico Alleva. 

Il 6 maggio neuroscienziati e giuristi a confronto su uno dei campi di applicazione più promettenti e forse rivoluzionari delle scienze del cervello: quello del processo penale. Nuove fonti di prova, con innovative “macchine delle verità”; nuovi strumenti diagnostici, con cui stabilire l’imputabilità dei criminali, a partire dai test genetici e dalle neuro immagini, che permettono di misurare la funzionalità cerebrale. Fino alla possibilità di affermare una tesi estrema: che siamo determinati nei nostri comportamenti, quindi non siamo responsabili delle nostre azioni e di conseguenza non ha senso punire chi viola la legge… Propongono pro e contro di questa nuova visione Fausto Caruana, Guglielmo Gulotta, Pietro Pietrini, Giuseppe Sartori e Amedeo Santosuosso.Si chiuderà nel pomeriggio del 6 maggio con un’intrigante incursione nel mondo dell’arte. Perché ci piacciono certi quadri e altri invece non incontrano proprio la nostra sensibilità estetica? Sono gli artisti stessi dei neuroscienziati inconsapevoli? Il godimento delle opere di pittori e scultori ci sembra così lontano dalla scienza e dal cervello, mentre deve ormai fare i conti con le nuove scoperte sui nostri neuroni “sensibili” quanto i più raffinati critici. Guidano in questo percorso Liliana Albertazzi, Chiara Cappelletto, Lamberto Maffei e Riccardo Manzotti. 

Il convegno, organizzato da Giuseppe Sartori e Andrea Lavazza, è promosso dall’Università di Padova e dal Dipartimento di Psicologia generale della stessa università, con il sostegno della Fondazione Sigma Tau e della Fondazione Giannino Bassetti.

 

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