Cassini ha scoperto le nubi di acqua e ghiaccio su Enceladus nel 2005. Queste nubi, emesse dalle fratture presenti vicino al polo sud della luna, espellono minuscoli grani di ghiaccio e vapore, alcuni dei quali sfuggono alla gravità della luna e vanno a riempire l'anello E, il più esterno di Saturno.
L'Analizzatore di Polveri Cosmiche di Cassini, sotto il controllo del Ricercatore Principale Ralf Srama del Max Planck Institute for Nuclear Physics di Heidelberg, Germania, ha esaminato la composizione dei grani e vi ha trovato sali di sodio (sale da tavola).
“Crediamo che il materiale salato che si trova nelle profondità di Enceladus sia fuoriuscito dalla roccia sul fondo di uno strato liquido,” ha spiegato Frank Postberg, lo scienziato che lavora all'Analizzatore di Polveri Cosmiche di Cassini presso il Max Planck Institute for Nuclear Physics di Heidelberg, Germania. Postberg è il principale autore di uno studio pubblicato nell'edizione del 25 giugno della rivista Nature.
Gli scienziati che lavorano all'Analizzatore di Polveri Cosmiche concludono che deve essere presente acqua allo stato liquido perché solo così si spiega il massiccio scioglimento di minerali che ha determinato i livelli di sale rilevati. Il fenomeno della sublimazione, vale a dire la trasformazione diretta in vapore del ghiaccio solido della crosta, non è sufficiente a spiegare la presenza di sale.
La composizione dei grani dell'anello E, determinata attraverso l'analisi chimica di migliaia di particelle ad alta velocità registrate da Cassini, fornisce informazioni indirette sulla composizione delle nubi e su cosa si trovi all'interno di Enceladus. Le particelle dell'anello E sono costituite da ghiaccio e acqua quasi puri, ma quando l'analizzatore di polveri ne ha verificato la composizione, vi ha trovato quasi sempre almeno un po' di sodio.
“Le nostre misurazioni indicano che, oltre al sale da tavola, i grani contengono anche carbonati come la soda: entrambi gli elementi in concentrazioni tali da essere compatibili con la probabile composizione di un oceano su Enceladus” spiega Postberg. “I carbonati determinano inoltre un pH leggermente alcalino. Se la sorgente liquida è un oceano, allora ciò, insieme al calore misurato sulla superficie vicino al polo sud della luna e ai composti organici trovati all'interno delle nubi, potrebbe creare un ambiente favorevole per la formazione di precursori della vita su Enceladus.”
Stabilire la natura e l'origine delle nubi è una priorità dell'estesa attività esplorativa di Cassini denominata Missione Equinozio.
La versione completa di questo articolo è disponibile sul sito Web della missione Cassini-Huygens.
Fonte: ESA Italia