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Magi: "Contro le aggressioni agli operatori sanitari creare nelle strutture percorsi separati e sicuri"

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"C'è grande malessere da parte dei medici, quindi la Manovra diventa fondamentale perché oggi abbiamo un Servizio sanitario nazionale che deve comunque investire. Rispetto a qualche anno fa il Ssn deve fare i conti con una carenza di personale, quindi la prima cosa che deve fare è investire sul personale sanitario, trovare le risorse economiche che servono per le Case comunità e Ospedali di comunità previsti dal Pnrr e dal Dm77". Così all'Adnkronos Salute il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, guardando alla prossima legge di Bilancio.

 

"Curiosamente - spiega Magi - oggi abbiamo strutture, attrezzature, apparecchiature e digitalizzazione, dunque un sistema che è già finanziato chiaramente in conto capitale, per cui dobbiamo prevedere innanzitutto di riempire queste strutture e mettere professionisti, medici, infermieri che possano operare dietro ad apparecchiature, strutture e anche strumenti sanitari. Ma nello stesso momento dobbiamo essere anche preparati nel momento in cui si passerà da conto capitale a spesa corrente, perché purtroppo poi bisognerà pensare alla manutenzione per la quale bisogna chiaramente investire dei soldi".

Magi non ha dubbi: "Noi pensiamo che un investimento reale dovrebbe essere almeno in questa fase di circa 10 miliardi di euro da aggiungere al Servizio sanitario nazionale, rispetto a quei 6 miliardi che sono stati aggiunti, una buona dei quali ovviamente sarà destinata per i rinnovi contrattuali".

CONTRO AGGRESSIONI CREARE PERCORSI SEPARATI E SICURI - "Quello delle aggressioni ai medici e in generale agli operatori sanitari è un tema caldo. Contro l'escalation di tanta violenza occorre fare di tutto per evitare che il paziente o i suoi stessi familiari malintenzionati abbiano un contatto diretto con chi invece li ha in cura. Quindi per prima cosa occorre creare dei percorsi che siano separati e quindi garantiscono la sicurezza di chi lavora nel nostro Ssn" sottolinea Magi.

"Chiaramente - evidenzia - occorre dover educare le persone al fatto che il medico sta sul posto di lavoro per aiutarle e curarle e non per creare dei problemi. E' curioso che un paziente vada al pronto soccorso per un problema di salute e poi finisce che va a picchiare direttamente il sanitario che lo deve in qualche modo assistere. Questo è anche un fatto che va superato. Ma per farlo dobbiamo sensibilizzare l'opinione pubblica".

Se non si ferma questa violenza, "tra poco potremmo non avere più professionisti che vogliono lavorare nel Servizio sanitario nazionale - avverte Magi - e quindi non ci saranno più medici pronti ad assisterci e curarci nel momento di massimo bisogno".

"Basta violenza ai medici!". E' questo il messaggio contenuto in un grande striscione che verrà esposto nei prossimi giorni sul palazzo dell'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Roma per dire stop all'escalation di violenza ai danni degli operatori sanitari del Ssn.

"Purtroppo le aggressioni stanno diventando sempre più numerose e questo è un problema molto serio. E noi come Ordine, che conta 48mila iscritti e per questo è il più grande d'Europa, su questo tema ci stiamo battendo moltissimo affinché i medici possano lavorare con serenità e in modo protetto. Per sensibilizzare l'opinione pubblica abbiamo deciso di esporre dal palazzo della nostra sede già la prossima settima uno striscione per ricordare che il medico non è un nemico, ma è in ospedale, in pronto soccorso e in ambulatorio per assistere e curare al meglio ogni singolo paziente" continua Magi.

"In questa iniziativa sto cercando di coinvolgere anche Regione Lazio e Comune di Roma. Inoltre - sottolinea - sono in contatto anche con il ministero della Salute per vedere se anche a livello governativo e livello nazionale si possa dare un segnale visibile con lo stesso messaggio esposto sui palazzi istituzionali, in modo tale da far capire ai pazienti quanto è grave quello che sta succedendo. Sarebbe molto importante", conclude.

CARENZA PERSONALE E INSICUREZZA, IN 1.500 L'ANNO LASCIANO - "Carenza cronica di personale, insicurezza, ricorso alla medicina difensiva per evitare contenziosi con i pazienti. Questi i principali problemi che assillano i medici italiani tanto da voler abbandonare il Servizio sanitario nazionale. Solo a Roma, dove lavora circa il 10% di tutti medici italiani, ogni anno gettano la spugna in 1.500. Il che vuol dire che in Italia ogni 12 mesi sono 15mila i camici bianchi che per le stesse ragioni fanno richiesta per andare a lavorare all'estero. Tra le mete preferite Gran Bretagna, Stati Uniti e Israele" afferma sempre il presidente dell'Ordine dei medici di Roma parlando con Adnkronos Salute.

I nostri medici lavorano sempre peggio, "si ritrovano in una situazione molto difficile in questo periodo. Chiaramente molto è dovuto alla carenza cronica di personale, di struttura, di sicurezza sul posto di lavoro - spiega Magi - e direi anche poca serenità per il clima nel quale devono lavorare tra violenze, pressioni quotidiane e denunce. Quindi operano in condizioni non favorevoli e questo purtroppo si ripercuote sui pazienti. Per tale motivo noi cerchiamo di far capire a tutti quanti che il medico sta sul posto di lavoro, in pronto soccorso, nei reparti, nei laboratori, solo per curare i pazienti".

La spia di questo malessere "è la scelta di abbandonare il Ssn per andare all'estero, per motivi economici e di possibilità di carriera". Quello di Roma, con 48mila medici, "è l'Ordine più grande d'Europa - sottolinea Magi - Ogni anno registriamo un dato: circa 1.500 tra medici giovani e più anziani chiedono di poter andare a lavorare all'estero. La maggioranza dei giovani sceglie Paesi quali Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele. I colleghi più avanti con gli anni e ai quali manca poco per la pensione, invece, optano per i Paesi arabi. Per i medici giovani un altro motivo a spingerli a lasciare l'Italia è che in questi Paesi non esiste il reato penale per l'atto medico".

CON MINISTERO SALUTE INVITIAMO CAMICI BIANCHI A VACCINARSI - E' in arrivo l'influenza stagionale e "anche i medici dovranno vaccinarsi. Su questo tema c'è l'invito del ministero della Salute, oltre che dell'Ordine, affinché tutti i professionisti sanitari si sottopongano a vaccinazione proprio per cercare di non sguarnire il già scarso personale nel Ssn, e quindi le attività di assistenza all'interno di ospedali, pronto soccorso e ambulatori" dice il presidente dell'Ordine dei medici di Roma.

"Se il medico si ammala in condizioni di carenza di personale, anche il paziente per avere una prestazione sanitaria si troverà in difficoltà - fa notare Magi - Quindi l'invito alla vaccinazione è rivolto a tutti i medici e professionisti sanitari".

"Purtroppo - osserva - alcuni camici bianchi sono contrari alla vaccinazione. Ma il medico deve sempre dare il buon esempio, condividendo con i pazienti le informazioni corrette sulla vaccinazione al fine di tutelare la salute di tutti. Se non lo fa perde la fiducia del paziente", conclude Magi.

Flash News

L'Adi, Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica, si unisce al grido di allarme lanciato negli ultimi giorni dalle societa' scientifiche di diabetologia e dalle associazioni di pazienti diabetici contro coloro che affermano di poter curare il diabete di tipo 1 con una dieta e una manciata di integratori e chiede al Ministero della Salute l'istituzione di un'Autorita' di vigilanza che regoli e sanzioni il mercato delle diete propagandato attraverso i media e i social network. Dopo aver denunciato nei mesi scorsi il fenomeno mediatico della dieta "Lemme", l'Adi punta il dito questa volta contro il regime paleodietetico "Life120" del giornalista Adriano Panzironi e rivolge un plauso al professor Lorenzo Piemonti, direttore dell'Istituto di ricerca sul diabete del San Raffaele di Milano, che nelle scorse settimane in una lettera aperta ha smontato scientificamente le tesi di questo metodo che promette di vivere fino a 120 anni eliminando i carboidrati e di guarire da patologie come diabete e Alzheimer. Cosi' in un comunicato l'Adi.

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