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La galassia più oscura

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Una piccola galassia nelle vicinanze della Via Lattea si rivela doppiamente interessante: è composta principalmente di materia oscura e contiene stelle risalenti ai primordi del nostro Universo.

Non è sempre oro quello che luccica, ma a volte è vero anche il contrario. Come nel caso di una piccola galassia nelle vicinanze della nostra Via Lattea: pur brillando assai poco, si è rivelata essere una ricca miniera per le ricerche degli astronomi. Segue 1, questo il suo nome, raggruppa in sé approssimativamente un migliaio di stelle, davvero una piccola manciata se confrontata con le centinaia di miliardi che si stima facciano parte della nostra galassia. Tuttavia, andando oltre alle apparenze, si scopre che raggruppa in sé molta più massa di quella che mostra attraverso le proprie stelle, ben 3400 volte di più. Se ne sono accorti alcuni astronomi guidati da Marla Geha, della Yale University, e Joshua Simon, della Carnegie Institution di Washington, utilizzando il telescopio Keck II delle Hawaii: i loro risultati sono pubblicati su The Astrophysical Journal.A rivelare che in Segue 1 c’è molto di più di quanto appaia, sono state proprio le sue stelle, che si muovono risentendo dell’influenza gravitazionale di una massa totale decisamente maggiore rispetto a quella osservabile. In Segue 1 prevale quindi la materia non visibile, quella che i telescopi non riescono a rilevare, quella materia la cui presenza si può intuire osservandone gli effetti gravitazionali: si tratta della materia oscura. È come se Segue 1 fosse una grande nube di materia oscura adornata qua e là da qualche stella luminosa. Ma le sorprese che questa piccola galassia aveva in serbo non finiscono qui: tornando a rivolgere l’attenzione alle sue stelle, il gruppo di Geha e Simon ha scoperto che ce ne sono di inaspettatamente molto vecchie. Si tratta di stelle la cui formazione è avvenuta a partire da nubi di gas povere di elementi pesanti, in un periodo in cui questi erano ancora relativamente poco abbondanti nell’allora “giovane” Universo. Di queste stelle, nella Via Lattea, ne sono state trovate finora soltanto 30, mentre in Segue 1 ben 3 su un totale di 7 esaminate.Pur non dando nell’occhio, quindi, questa galassia non verrà sicuramente persa di vista: potrebbe rivelarci molto sia sulla natura della enigmatica materia oscura che su quella delle stelle primordiali. Elena Lazzaretto

Flash News

Shame di Steve McQueen, in concorso a Venezia 2011, è una pellicola durissima che indaga i sentimenti e le pulsioni più torbide e scabrose, di cui ci si vergogna, analizzate attraverso uno dei rapporti più difficili da costruire, gestire e indagare, quello tra fratello e sorella. Michael Fassbender, al massimo della sua prova d’attore - tanto da aggiudicarsi a pieni meriti la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile - affronta un personaggio, Brandon, diviso in una sorta di schizofrenia congenita tra successo nel lavoro e discesa agli inferi della sua anima. Sissy-Carey Mulligan, sorella di Brandon, invece, è una ragazza senza un lavoro vero e con velleità di cantante. Lei, balorda, randagia e fragile, proprio come Holly di Colazione da Tiffany, si aggrappa al rapporto col fratello, il quale, al contrario, fa di tutto per respingerla. Il regista si serve di un occhio filmico oggettivo e tutto votato al presente, non scade mai, infatti, nella banalità giustificatrice della ricerca dei traumi violenti da cui ha origine un simile comportamento, anche se ce li fa sottendere. Così facendo, dunque, emerge meglio la solitudine profonda e l’impossibilità di relazione con gli altri dei due protagonisti, se non attraverso il diaframma di un sesso malato. Brandon adora sua sorella Sissy – un nome non casuale se si pensa che per ogni fratello la sorella è sempre la principessa di casa – ma fa di tutto per tenerla lontana. Quello tra i due è un rapporto difficile, geloso, esplosivo, pieno di vergogna – “potresti chiudere la porta” rimprovera il giovane a Sissy mentre, rientrando a casa e non sapendo di trovarla lì, la vede uscire nuda dalla doccia - ma sta lì. Egli teme la sua devozione e dedizione per la sorella, perché sa che è uno dei pochi legami immutabili della vita di un uomo e lui ha paura di legarsi. Ne é prova tangibile la sua vita sessuale, da cui Brandon non riesce a trarre soddisfazione se non da un sesso estraneo, compulsivo, pornografico o pagato.
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