Articolo Ricevuto 20.02.07
Articolo Pubblicato 23.02.07
di Veronica Rocco
Anno 4
Edizione Febbraio 2007
Dal 12 al 15 Febbraio si è svolto in Senegal un Convegno Internazionale, promosso dalla FAO in collaborazione con l’IFAD (International Fund for Agricultural Development) sull’impiego dei bio pesticidi nelle aree del pianeta maggiormente colpite da fenomeni di crescita incontrollata di insetti dannosi per le coltivazioni.
I bio pesticidi, il cui utilizzo riceve un riconoscimento e un sostegno sempre più ampi da parte della comunità scientifica, come evidenziano i risultati del recente convegno senegalese, sono sostanze ricavate da materiali organici, quali animali, piante, batteri e da alcuni tipi di minerali.
Il cosiddetto “controllo biologico” di alcune specie di insetti infestanti, tra cui la famigerata ‘ locusta del deserto’, o Schistocerca gregaria [1], presenta indubbi vantaggi rispetto ai tradizionali metodi di disinfestazione, in quanto non comporta rischi né per la salute dell’uomo né per l’ambiente.
La FAO, da anni impegnata nel monitoraggio della riproduzione delle locuste nell’Africa nord occidentale, ha recentemente intensificato i controlli sul campo e ha lanciato un grido di allarme sul pericoloso aumento delle concentrazioni di insetti lungo le coste del Mar Rosso, in particolare fra Massaua e il confine sudanese, dove i contadini sono costretti a combattere quotidianamente contro sciami di miliardi di cavallette migratrici, abituate a spostarsi molto rapidamente e a volare anche per 600 Km senza mai fermarsi.
Quando però calano dal cielo, questi enormi sciami di insetti sono in grado di divorare in poche ore ottomila tonnellate di raccolto, mettendo in ginocchio l’economia di interi villaggi africani. Le particolari condizioni climatiche di questi ultimi mesi, caratterizzate da piogge intense e prolungate, hanno favorito la proliferazione delle locuste, nonché il rischio di sconfinamento negli Stati limitrofi, tra cui la Somalia nord-occidentale, l’Eritrea e il Sudan, dove le locuste stanno attraversando una seconda stagione riproduttiva.
Intanto si intensificano i controlli da parte delle autorità Eritree, che hanno già provveduto a disinfestare più di 15mila ettari di territorio costiero a Nord del Mar Rosso, occupato in prevalenza da coltivazioni di miglio.
Keith Cressman, esperto FAO del Centro di Emergenza per il Controllo delle Locuste, ha dichiarato in una recente intervista che gli sviluppi della ricerca scientifica nel campo del controllo biologico delle locuste offrono nuove speranze di debellare, o perlomeno contenere, il fenomeno delle invasioni.
Numerosi test effettuati in Africa sui bio pesticidi, tra cui il PAN e i Regolatori di Crescita, hanno dimostrato in particolare l’efficacia di Green Muscle, un pesticida biologico sviluppato dall’Istituto Internazionale per il controllo biologico dell’Agricoltura Tropicale.
Il Green Muscle contiene le spore di un fungo, Metarhizium anisopliae, che germoglia nel tessuto cutaneo della locusta e penetra nel suo esoscheletro distruggendone i tessuti dall’interno, ma non presenta nessun rischio per la salute degli altri esseri viventi.
L’impiego di questo interessante metodo biologico, già utilizzato con successo in Australia, è stato rallentato in Asia e in Africa da una serie di fattori, tra cui i costi elevati e la scarsa sperimentazione. Intanto la FAO ha già annunciato nel corso del convegno che condurrà ulteriori esperimenti sul campo lungo le pianure costiere del Mar Rosso in collaborazione con il Centro Nazionale della Locusta e con il Centro Internazionale di Fisiologia ed Ecologia degli Insetti.
Note:
Schistocerca gregaria
http://ecoport.org/ http://ecoport.org/PDB/000008/8060.jpg
Metarhizium anisopliae Svetlana Y. Gouli, University of Vermont,
www.forestryimages.org
http://www.invasive.org/browse/detail.cfm?imgnum=1276025
Veronica Rocco