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Salvare i cetacei dalle catture accidentali si puo'

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Ogni anno, nel mondo oltre 300.000 cetacei rimangono impigliati in attrezzature da pesca non selettive come le reti da posta e muoiono nell’impossibilità di tornare in superficie per respirare. In occasione della Giornata internazionale per la diversità biologica, WWF e Convention of migratory species lanciano un importante rapporto che mette in luce gli strumenti e le sfide che devono essere affrontati per ridurre l’impatto della pesca sui cetacei.
Il lancio del report Review of methods used to reduce risks of cetaceans bycatch and entanglements è un’occasione importante per sottolineare la necessità di aumentare la sensibilizzazione e la pressione dell'opinione pubblica affinché l’industria della pesca adotti strumenti che garantiscano la protezione dei cetacei per la nostra e le generazioni future.
Le misure individuate nel report per ridurre i rischi per i cetacei sono la riduzione dello sforzo di pesca, l’utilizzo di pingers (strumenti che, collegati alle reti, emettono suoni in grado di tenere lontani i delfini), la creazione di aree marine protette gestite in modo efficace e la chiusura temporanea delle aree più delicate. Il rapporto suggerisce inoltre lo sviluppo di attrezzature alternative per sostituire gli attuali metodi di pesca ad alto tasso di cattura accidentale (bycatch) come ad esempio l’utilizzo di griglie di esclusione sulle reti a strascico, che permettono ai cetacei di liberarsi dalle reti o l’introduzione di modifiche alle dimensioni e forme degli ami dei palangari.

Purtroppo la sfida per la conservazione dei cetacei è aggravata dalla scarsità di dati a livello globale sulla pesca, sullo stato di conservazione dei cetacei nei mari del mondo e sugli impatti dei diversi strumenti sulle singole popolazioni.
“Incontrare un gigante del mare in Mediterraneo oggi non è impossibile, nel Santuario Pelagos come altrove. Balene, capodogli, delfini sono tra gli animali più intelligenti del nostro pianeta ma in futuro potrebbero restare un ricordo poiché sono drammaticamente minacciati dall'inquinamento, dallo sfruttamento delle risorse, dai traffici marittimi oltre che dal bycatch, la cattura accidentale che avviene a causa di sistemi di pesca poco selettivi”. Lo dichiara la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi che aggiunge: “Il rapporto che il WWF diffonde oggi in tutto il mondo, nella Giornata della Biodiversità, individua e promuove metodi e strumenti che hanno la capacità di ridurre significativamente l'enorme numero di cetacei catturati e uccisi involontariamente nelle operazioni di pesca in tutto il mondo. Il WWF continuerà a lavorare a fianco dei pescatori per promuovere una pesca sostenibile, che non depauperi ma mantenga intatto il ‘Capitale blu’ e difenda da reti e lenze le specie protette come i cetacei e tartarughe marine”.
Buone nuove – sottolinea il report - arrivano dagli Stati Uniti (tra i maggiori mercati di importazione di prodotti ittici al mondo), che stanno finalmente mettendo in campo misure importanti per porre fine alle catture accidentali di cetacei come la legge sulla protezione dei mammiferi marini (MMPA). Di fronte ad un drammatico aumento delle minacce al futuro dei cetacei nel mondo, i leader politici e dell'industria devono abbandonare le pratiche di pesca non sostenibili, a favore di soluzioni audaci ed efficaci che riducano il bycatch. Solo in questo modo sarà possibile, nei prossimi anni, assistere ad un effettivo recupero dei cetacei nel mondo e non alla loro drammatica scomparsa.

Flash News

 

 

Pubblicato sulla rivista Chemosphere uno studio coordinato dall’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Cnr. La ricerca, con una tecnica analitica specifica per la determinazione del metallo contaminante, conferma i livelli trascurabili per la salute della popolazione.

L’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Idpa) ha coordinato uno studio sulle concentrazioni di mercurio (Hg) nelle acque minerali naturali italiane in bottiglia. La ricerca 'Ultra-trace determination of total mercury in Italian bottled waters' (determinazione di ultra-tracce di mercurio nelle acque in bottiglia italiane) è stata pubblicata sulla rivista Chemosphere, in collaborazione con l’Istituto di nanotecnologia (Cnr-Nanotec), l’Università della Calabria (Unical), le Università Sapienza di Roma, degli Studi di Ferrara, Ca’ Foscari di Venezia e Magna Graecia di Catanzaro.

“Nel biennio 2014-2016 sono state raccolte e analizzate in laboratorio, con una tecnica analitica specifica per la determinazione del mercurio (Hg) in ultra-tracce, 244 acque confezionate in bottiglia di 164 marche, rappresentanti il 64% dell’intero mercato italiano. I dati raccolti forniscono informazioni fino ad oggi assenti, confermando i livelli trascurabili di Hg nelle acque in bottiglia italiane, circa mille volte inferiori rispetto al valore limite di 1 microgrammo per litro previsto dalla Direttiva Europea 2003/40/CE”, spiega Massimiliano Vardè del Cnr-Idpa. “Il mercurio è uno dei contaminanti più dannosi e indesiderabili, in particolare nell'ambiente acquatico. L’esposizione ad esso, anche a basse dosi, induce effetti avversi sul sistema nervoso centrale del feto, del bambino e dell’adulto e provoca, inoltre, significativa tossicità renale ed epatica, diminuzione della fertilità, alterazioni del sistema immunitario e danni al sistema cardiovascolare”.

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