Nasce la Fondazione Giacomo Manzù, viene presentato alla stampa l’Atelier del Maestro
Giacomo Manzù, una delle personalità più significative nel panorama della scultura italiana del ‘900, il cui talento, abilità e passione lo hanno reso noto sia in Italia che all’estero, nacque a Bergamo il 22 dicembre 1908. Nella splendida cornice della Galleria nazionale d’arte moderna, la moglie Inge e i figli Giulia e Mileto, in occasione del centenario della nascita hanno ufficializzato la Fondazione Giacomo Manzù, creata per tutelare la figura intellettuale ed artistica di Giacomo Manzù e per curare l’apertura dell’Atelier in cui il Maestro lavorava, ad Ardea .
Dopo mesi di un lungo e meticoloso restauro è stato presentato alla Stampa lo Studio privato del Maestro, un luogo sacro della sua arte e della sua anima, nel quale prima d’ora, nessuno poteva accedere ad eccezione dei suoi più stretti collaboratori e delle più alte cariche di Stato, oltre che della cultura internazionale.
I lavori di restauro hanno interessato l’edificio dell’Atelier che occupa un’area di oltre 600 mq compreso uno spazio espositivo-museale e il giardino circostante, il “Parco delle Sculture”, che si estende per oltre 10.000 mq.
La Fondazione Giacomo Manzù verrà aperta al pubblico nella primavera del 2009. La moglie ed i figli hanno voluto che tutto rimanesse come allora, un unico grande ambiente luminoso con soffitti molto alti ed ampi lucernai come unica fonte di luce naturale per ricevere la luminosità necessaria per evidenziare ogni minimo dettaglio del lavoro svolto, e in cui gli sgabelli, le tele, gli scalpelli e tutti gli attrezzi del Maestro sono ancora sui tavoli da lavoro, come se il tempo si fosse fermato.
Nell’Atelier-Studio ogni singolo strumento di lavoro, gelosamente custodito, rimanda ad una storia differente che ci svela le diverse abilità dell’artista: squadre, spatole, lime, seghe, martelli, ebano ed argilla sottolineano il lavoro che Manzù affrontava quotidianamente con rigore assoluto. In questo luogo hanno visto la luce molte delle sue opere più importanti: dai celeberrimi Cardinali, ai Passi di danza, alle Sedie, alla Carrozza con Giulia e Mileto, ai Busti di Inge, ai maliziosi Ritratti femminili, ai vari monumenti come le Grandi Pieghe, la Porta della Guerra e della Pace a Rotterdam, per finire con l’Inno alla Vita per il Palazzo dell’Onu a New York.
“Sono felice di sapere che tutti quelli che amano ed ammirano l’opera di Giacomo” dichiara Inge Manzù “potranno percepire, vivere e respirare l’atmosfera del luogo in cui il grande scultore del ‘900 ha ideato, sofferto, lavorato per creare le sue opere”. La speranza di Inge, Giulia e Mileto Manzù è che la Fondazione riesca nell’intento di salvaguardare e tutelare l’immagine e l’opera omnia del Maestro, proseguendo altresì nella valorizzazione e divulgazione di questi luoghi che sono stati parte fondamentale dell’arte stessa.
Per le celebrazioni del centenario della nascita di Manzù, la Galleria nazionale d’arte moderna, e la collegata Raccolta Manzù di Ardea, hanno organizzato, presso la stessa Raccolta Manzù, la mostra Giacomo Manzù. Grafica autobiografica (aprile-dicembre 2008; catalogo Electa); entrambi i musei hanno poi collaborato insieme con la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo alla mostra Giacomo Manzù 1938-1965. Gli anni della ricerca presso la stessa GAMEC di Bergamo (ottobre 2008-febbraio 2009; catalogo Electa), presentando in tale occasione il progetto di digitalizzazione e schedatura dei fondi relativi allo scultore per gli anni 1930-1965 conservati presso l’Archivio Bioiconografico della Galleria nazionale e quello della Raccolta Manzù; il 28 settembre presso la Raccolta Manzù si è tenuto, in collaborazione con la Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo e la Fondazione Isabella Scelsi di Roma, nell’ambito delle Giornate Europee per il Patrimonio, il concerto Omaggio a Manzù, introdotto dal brano di Luigi Nono Musiche per Manzù (1969).
Tutte le attività celebrative del Centenario hanno ottenuto i patrocinii del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lazio, della Provincia di Roma, della Biblioteca Apostolica Vaticana e dei Comuni di Ardea, Aprilia e Pomezia.