Caravaggio utilizzava ausilii ottici nella creazione dei suoi capolavori? Conosceva l’uso di lenti e specchi? Nella sua consapevolezza dell’uso della luce c’era qualche aiuto tecnico, se non tecnologico? In occasione del recente centenario, sul grande artista seicentesco è stato detto di tutto e di più, e la sua opera è stata studiata nelle più minime particolarità e sfaccettature. Eppure uno studio approfondito su questi aspetti forse mancava.

A colmare la lacuna provvede ora il ciclo di conferenze dal titolo Caravaggio: lo studio del genio, proposte e problemi, ideato a Roma da Rossella Vodret e curato da Marco Cardinali, Maria Beatrice De Ruggieri e Giulia Silvia Ghia. Nella Sala Altoviti di Palazzo Venezia sfileranno fino a metà febbraio studiosi italiani e stranieri, da Sybille Ebert-Schifferer (Biblioteca Hertziana, Roma) a Sven Duprè (Centre for History of Science, Gent), Mina Gregori (Fondazione Roberto Longhi, Firenze), Robert Wald (Kunsthistorisches Museum, Vienna).
Primo appuntamento: martedì 25 gennaio 2011 - ore 17.30
Palazzo Venezia - Roma