I cambiamenti del clima modificano l'habitat naturale di molte specie, sia animali che vegetali. Così, molte piante abituate al clima caldo-umido delle regioni tropicali hanno iniziato la loro migrazione verso il nord del pianeta, in passato un luogo poco "accogliente" ma oggi sempre più "mite". Il risultato di questa migrazione è che alcune piante, quando si spostano verso regioni che prima erano troppo fredde per loro, diventano invasive e mettono a repentaglio la sopravvivenza della flora locale.
Il motivo, spiega Koen J.F. Verhoeven, biologo evoluzionista all'Istituto di Ecologia olandese, dipende dal fatto che la diffusione di certe specie - vegetali o animali - è regolata dalla presenza di predatori che le mantengono entro limiti ottimali. Quando una pianta viene sradicata dal suo ambiente originario, non ha più bisogno di difendersi dai suoi predatori naturali e quindi rischia di diventare una specie invasiva.
Lo studio, frutto della collaborazione tra l'Istituto di ecologia olandese e l'università della Florida, ha messo a confronto piante esotiche che si sono recentemente stabilite nella riserva naturale di Millingerwaard, in Olanda, con specie autoctone della zona. L'obiettivo dei ricercatori era di scoprire in che modo i due tipi di piante reagivano agli attacchi di nemici naturali: predatori erbivori e microorganismi.
I risultati della ricerca rivelano che le piante autoctone sono più vulnerabili di quelle esotiche ai microbi e agli organismi patogeni del terreno. Inoltre, predatori erbivori come locuste e afidi sembrano gradire molto di più le piante locali di quelle esotiche.
Link consigliati:
University of Florida (2008, November 30). Climate Change Opens New Avenue For Spread Of Invasive Plants.
http://news.ufl.edu/2008/11/19/roving-plants/