La crioconservazione: un metodo efficace per salvaguardare il patrimonio genetico delle piante
Le prime “banche del seme” vegetali risalgono agli anni ’70, quando istituti di ricerca e collezionisti privati cominciarono a raccogliere e conservare il germoplasma delle specie arboree a rischio di estinzione. "Grazie al recente contributo delle biotecnologie - afferma Maurizio Lombardi [1] - questo settore può ora avvalersi di metodi innovativi quali la crioconservazione, che permette lo stoccaggio di organi vegetali (gemme, meristemi, semi interi o embrioni) alla temperatura ultrabassa (-196°) propria dell'azoto in fase liquida".
Nella crioconservazione il materiale vegetale, dopo aver subito un drastico abbassamento della temperatura, viene "vitrificato". La vitrificazione impedisce alle molecole di acqua di cristallizzarsi e quindi di formare pericolosi cristalli nel tessuto cellulare della pianta: la soluzione in cui sono immersi i materiali acquista una consistenza amorfa, simile a quella del vetro, mantenendo i tessuti vegetali integri e vitali. Una volta reintrodotti in vitro, gli organi sono in grado di germogliare e di dar vita ad una nuova linea cellulare.
Una ricerca dell'Ivalsa ha permesso di conservare in azoto liquido semi provenienti da alcune varietà di Citrus che fanno parte di una collezione risalente al XVI secolo, quando Cosimo I de' Medici ordinò che venissero innestati "occhi di limoni dolci". La collezione de'Medici, conservata a Villa Reale di Castello a Firenze, rappresenta una straordinaria wunderkammern dove è possibile ammirare specie rare, a volte bizzarre e dalle forme imprevedibili. Un vero e proprio scrigno di caratteri genetici antichi che altrimenti si sarebbero persi per sempre.
Oltre un terzo del nostro patrimonio arboreo è sottoposto ad erosione genetica, sia a causa di fattori naturali che a causa delle attività dell’uomo. Il metodo della crioconservazione costituisce un importante strumento di salvaguardia della biodiversità. Inoltre, ha molti vantaggi: costa poco, ha un grande potere di conservazione (in un contenitore di 35 litri di azoto liquido si possono immagazzinare oltre seimila espianti), garantisce ai tessuti vegetali la massima sicurezza genetico-sanitaria, inoltre con questo sistema i semi si conservano praticamente per sempre.
Note:
[1] Ricercatore Ivalsa e responsabile del laboratorio CNR di crioconservazione.
Link utili:
CNR
http://www.cnr.it/sitocnr/home.html
Veronica Rocco