ESTATE RECORD PER LA CAMPAGNA TARTARUGHE DEL WWF: LA MAPPA DEI 9 NIDI MONITORATI INSIEME A DECINE DI VOLONTARI,
Al via a Giallonardo, in provincia di Agrigento, le prime delle numerose schiuse attese a settembreper i nidi di tartarughe marine segnalati e monitorati dal WWF grazie al progetto 2011 “Segui letracce” e all’aiuto di decine di volontari che giorno e notte vegliano i nidi. In un video girato daivolontari del Panda con videocamera a infrarossi e postato su Youtube (vai al link:http://www.youtube.com/watch?v=_ab38RQYvP4) è stato ripreso un piccolo di tartaruga che correverso il mare. Uno spettacolo straordinario ed emozionante che ha visto venire alla luce un totale di46 neonati.Dopo che tra i 9 nidi segnalati e monitorati dal WWF Italia nell’estate 2011 hanno fatto capolino iprimi tartarughini, con la schiusa del 24 agosto a Taranto, ora è Agrigento che prosegue la ricca seriedi schiuse previste anche nel mese di settembre.Un avvio per le “nascite settembrine” che parte proprio dalla Sicilia, regione record di ritrovamenticon 7 nidi sui 9 “curati” dal WWF. Cresce intanto l’attesa per il nido di Palermo, che rappresenta uncaso particolare per il fatto di trovarsi su una spiaggia vicina al centro cittadino.
ESTATE 2011: 9 NIDI NEL SEGNO DEL PANDA. SUCCESSO DI “SEGUI LE TRACCE”È stata un’estate fortunata per il Network tartarughe marine del WWF Italia. Grazie allasegnalazione e alla collaborazione di turisti e volontari, il WWF ha trovato e monitorato ben 9 nidisulle spiagge di Sicilia, Calabria e Puglia.In attesa della schiusa delle uova, prevista tra fine agosto e inizio settembre, gli attivisti del Pandahanno sorvegliato – e tuttora sorvegliano - i nidi per garantire che il periodo di incubazione vada abuon fine e che centinaia di piccoli di tartaruga raggiungano il mare senza pericoli. Il ritrovamento di9 nidi nella stessa estate dimostra il successo della campagna “Segui le tracce”, lanciata dal WWFall’inizio dell’estate per invitare tutti i frequentatori delle spiagge a individuare e segnalare lapresenza dei nidi di tartarughe marine ai volontari del WWF sul posto.Un esempio di ambientalismo partecipativo che ha invitato il cittadino a mettersi in gioco dedicandoanche un po’ del proprio tempo per monitorare il nido durante il periodo di incubazione.“E’ stata per noi un’estate di grande soddisfazione, sia perché il numero di nidi individuatirappresenta un vero record per quelle zone, sia perché questo straordinario risultato dimostra che allagente è arrivato il messaggio che il WWF ha diffuso con la campagna “Segui le tracce”:l’importanza di segnalare questi preziosi eventi, dall’individuazione delle tracce che testimoniano lapresenza di un nido al ritrovamento del nido stesso. In particolare quest’anno abbiamo visto ilcoinvolgimento delle persone che vivono e utilizzano le coste e la pronta attivazione delle istituzionicome la Guardia Costiera”, afferma Paolo Casale, Responsabile del Progetto Tartarughe delWWF Italia“ADOTTA UNA TARTARUGA” - Tutti coloro che vogliono aiutare le tartarughe marine esostenere l’azione del WWF per la loro tutela, possono “adottarla” con una donazione minima sulsito www.wwf.it/turtle. LA MAPPA DEI 9 NIDI MONITORATI DAL WWF7 IN SICILIA5 nei pressi dell’Oasi WWF di Torre Salsa, a Siculiana (Agrigento), tra cui quello di Giallonardodove è in atto la schiusa di settembre1 sulla spiaggia di Menfi (Agrigento)1 a Palermo, su una spiaggia vicina al centro cittadino.UNO IN CALABRIA:spiaggia di Calamizzi (Reggio Calabria),trasferito e monitorato dall’Università della Calabria.UNO IN PUGLIAlitorale salentino in zona Campomarino (Taranto).E’ stato il primo ad arrivare, il 24 agosto, alla schiusa.
FOCUS SCIENTIFICO DALLA DEPOSIZIONE ALLA SCHIUSA: IN VIAGGIO NEL MEDITERRANEOLa femmina di tartaruga marina Caretta caretta depone alcune decine di uova (tra 70-110 circa) inuna buca scavata sulla sabbia, in un punto che non deve essere mai raggiunto dal mare, anche se avolte può sbagliarsi. La scelta del punto per la deposizione è fondamentale perché le uova devonorimanere per un lungo periodo nel nido in condizioni idonee allo sviluppoLa durata dell’incubazione,determinata dalla temperatura della sabbia circostante, in genere va dai45 (temperature calde)ai 75 giorni (temperature fredde). Una volta usciti dall’uovo i piccoli scavanoassieme verso la superficie, aiutandosi a vicenda in questa faticosa impresa. Una volta in prossimitàdella superficie, se percepiscono elevate temperature si fermano e attendono che la temperaturascenda. In questo modo evitano di uscire allo scoperto sotto il sole, quando l’alta temperatura dellasabbia superficiale sarebbe fatale. Escono quindi solitamente di notte - cosa che li protegge anchedalla vista di alcuni predatori - e corrono verso il mare, dopodichè nuotano continuamente per circatre giorni. Tutte queste corse servono a fargli superare nel più breve tempo possibile le zone piene dipredatori come la spiaggia e le acque costiere. Una volta al largo si fanno prevalentementetrasportare dalle correnti e quindi possono finire in zone diverse a seconda della spiaggia e delperiodo in cui nascono. Non possiamo quindi individuare con certezza dove andranno. Sappiamoperò che lo Ionio è una zona di accrescimento importante per i giovani nati in varie parti delMediterraneo e forse quindi anche per alcune piccole tartarughe nate in Italia meridionale. Una voltadiventate più grandi e con maggiori capacità di apnea, le tartarughe tendono a frequentare fondalibassi per nutrirsi di prede che trovano sul fondo e in genere restano fedeli a certe aree. Intornoall’Italia ci sono importanti aree di alimentazione di questo tipo per le tartarughe del Mediterraneo.Tra queste: l’Adriatico e la piattaforma continentale nord Africana, a sud di Lampedusa. Raggiuntala maturità sessuale, le tartarughe migrano verso le zone di riproduzione, solitamente vicino a quellein cui sono nate. Dopo l’accoppiamento i maschi tornano alle zone di alimentazione mentre lefemmine vanno a riva per deporre le uova, più volte nella stessa stagione, poi anch’esse tornano allearee di alimentazione. Per compiere queste migrazioni, che nel Mediterraneo sono di centinaia opoche migliaia di chilometri ma che negli oceani arrivano fino diecimila, le tartarughe si avvalgonodi un notevole senso di orientamento che fa ritrovare loro la zona in cui sono nate 20-30 anni prima.
LE TARTARUGHE IN ITALIA: NIDI E MINACCEUn recente studio coordinato dal WWF Italia ha dimostrato che le attività umane, e in particolare la pescaaccidentale, rappresentano la principale causa di morte delle tartarughe, con un aumento di almeno 2-3volte rispetto alla mortalità per cause naturali. In tutto il Mediterraneo si stima che ogni anno più di130.000 tartarughe vengano catturate accidentalmente negli attrezzi da pesca, di cui oltre40.000 non sopravvivono. Mentre in Italia la pesca accidentale colpisce più di 20.000 esemplariall’anno. A queste vanno aggiunte le migliaia di tartarughe che ingoiano sacchetti di plasticascambiandoli per meduse, che vengono colpite dalle imbarcazioni mentre galleggiano per scaldarsial sole, i piccoli appena nati che finiscono sulle strade disorientati dalle luci artificiali di costesempre più urbanizzate, i nidi distrutti dai mezzi meccanici utilizzati per la pulizia delle spiagge e daun’attività turistica incontrollata.Eppure la tartaruga marina, rettile antichissimo che nuota sul nostro pianeta da 150 milioni di anni, ètra i tesori più preziosi del nostro mare. Delle 7 specie di tartarughe marine che vivono nei mari di tutto ilmondo, la Caretta caretta, la tartaruga verde (Chelonia mydas) e la tartaruga liuto (Dermochelyscoriacea) frequentano anche il Mediterraneo, che ogni anno ospita circa 7.200 nidi di Caretta caretta.Sulle spiagge italiane il numero di nidi è di circa 30-40 nidi di Caretta caretta ogni anno, concentratiin Calabria e Sicilia.
IL PROGETTO TARTARUGHE DEL WWFIl Progetto Tartarughe del WWF consiste in una serie di attività,che vanno dal monitoraggio deglispiaggiamenti, alla riabilitazione presso i Centri di Recupero Tartarughe Marine disseminatilungo le coste degli esemplari rinvenuti in cattive condizioni di salute per liberarli in mare una voltaguariti, fino alla collaborazione con i pescatori nell’ambito di progetti di ricerca e conservazione,per insegnare loro come prendersi cura, con pochi e semplici gesti, degli esemplari catturatiaccidentalmente dai loro attrezzi da pesca. Gli esemplari rilasciati vengono marcati con appositetarghette metalliche, così da poterli identificare in caso di ritrovamento. In questo modo possiamostudiare i loro spostamenti e le zone più frequentate. Tutte queste attività di tutela sono svolte, spessoin collaborazione con altri partner scientifici, dal Network Tartarughe del WWF Italia: una rete dioltre 50 persone organizzate in 13 gruppi attivi lungo le coste italiane, a cui ogni estate siaggiungono decine di volontari.