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Sei qui: HomeAutori Scienzeonline.comZoologiaCollasso delle arnie. Nuova cura per le api?

Collasso delle arnie. Nuova cura per le api?

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Un gruppo di ricercatori spagnoli ha isolato il Nosema ceranae (Microsporidia), un parassita unicellulare di origine asiatica, da due arnie professionali affette da 'sindrome del collasso della colonia' e ha curato l'infezione con antibiotici a base di fumagillina, ottenendo risultati ottimali. Lo studio è apparso alcuni giorni fa su Environmental Microbiology Reports [1].

Le api mellifere sono colpite da molti organismi patogeni, tra cui virus, batteri, funghi e parassiti, ma non è ancora chiaro il meccanismo di infezione a livello molecolare. Finora sono stati individuati diversi fattori che possono causare la sindrome dello spopolamento, cioè la perdita improvvisa e inspiegabile di api operaie, tra cui i cambiamenti climatici, l'uso di pesticidi, l'agricoltura intensiva, ma è la prima volta che il Nosema Ceranae viene indicato come causa principale del collasso delle arnie.

I risultati della ricerca spagnola sembrano contraddire quelli di uno studio americano pubblicato l'anno scorso su Science, che invece puntava il dito sull'Iapv, virus israeliano della paralisi acuta. Il virus, secondo Mariano Higes, uno degli autori della ricerca spagnola, compare nell'83% dei casi di spopolamento, mentre il Nosema Ceranae sarebbe coinvolto nel 100% dei casi esaminati.

Il declino delle api mellifere, che negli ultimi anni ha colpito soprattutto Europa e Stati Uniti, rischia di avere un forte impatto economico sull'agricoltura mondiale dal momento che intere coltivazioni dipendono dalle api per l'impollinamento.


Note:
[1]
Environmental Microbiology Reports
Mariano Higes, Raquel Martín-Hernández, Encarna Garrido-Bailón, Amelia V. González-Porto, Pilar García-Palencia, Aranzazu Meana, María J. del Nozal, R. Mayo, José L. Bernal, "Honeybee colony collapse due to Nosema ceranae in professional apiaries". Vol. 1, Aprile 2009, Pagg. 110-113

Abstract:
http://www3.interscience.wiley.com/journal/122204880/abstract

Link consigliati:

Scienzeonline

Andrea Zanoni, "Il fenomeno della moria delle Api a causa dei nuovi pesticidi" (26/03/2009)
http://www.scienzeonline.com/index.php?option=com_content&task=view&id=485&Itemid=61

Veronica Rocco, "Il collasso delle arnie: perché le api stanno scomparendo? " (14/05/2007)

http://www.scienzeonline.com/index.php?option=com_content&task=view&id=380&Itemid=61

Redazione Scienzeonline

Flash News

Un test per scoprire la presenza di latte importato in un prodotto derivante da materie prime italiane, come la mozzarella di bufala campana Dop. È quanto elaborato dall’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche e pubblicato su Food Chemistry

 I ricercatori dell’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ispaam) hanno messo a punto un sistema in grado di rilevare una delle forme di adulterazione più comuni della mozzarella di bufala campana DOP. Lo studio, pubblicato su Food Chemistry, attraverso l’analisi proteomica delle caseine ha permesso di riconoscere dei marcatori molecolari indicatori della presenza di latte e/o cagliata di bufala di provenienza straniera, miscelati con latte prodotto in Italia. Questa scoperta consentirà di realizzare test di routine veloci ed economici per individuare eventuali adulterazioni di latte e formaggi da bufala campana con materie prime provenienti al di fuori dell’area di produzione.

“Il latte delle nostre bufale ha caratteristiche genetiche che lo differenziano da quello proveniente da altri paesi. Grazie a questo studio si potrà finalmente smettere di dubitare circa la provenienza della tanto apprezzata mozzarella di bufala Campana DOP”, afferma Simonetta Caira, ricercatrice Cnr-Ispaam e coordinatrice dello studio. “La metodica analitica messa a punto potrà essere applicata sia sul latte o cagliata in arrivo al caseificio sia sul prodotto finale presente sui banchi del supermercato. In tal modo si potrà garantire la qualità e la genuinità delle merci lungo tutta la filiera di produzione”.

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