Scritto da Univeristà La Sapienza
Creato Martedì, 21 Settembre 2010 01:00
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Il gruppo di astrofisici della Sapienza, impegnati da anni nella ricerca sulla radiazione del fondo cosmico, contribuisce a uno straordinario risultato
Il satellite Planck dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha scoperto un gigantesco superammasso di galassie, una delle strutture più grandi dell’ Universo. La struttura è composta da moltissime galassie avvolte da un bozzolo di gas incandescente, grazie al quale è stata scoperta. Infatti la radiazione cosmica a microonde emessa nell’universo primordiale, che ha attraversato il superammasso prima di arrivare fino a noi, ha acquistato energia dagli elettroni del gas incandescente (il fenomeno è chiamato “Effetto Sunyaev-Zeldovich, o SZ”, dal nome dei due astrofisici russi che lo hanno previsto fin dagli anni ’70). Il satellite Planck, dotato di sensibilissimi sensori a microonde, ha evidenziato che questi fotoni avevano un po’ più di energia di quelli provenienti dalle regioni circostanti. A questo punto un altro satellite dell’ESA (Newton XMM) è stato puntato verso quella stessa direzione, scoprendo l’emissione a raggi X del gas incandescente del superammasso.Il gruppo di cosmologia osservativa G31 del dipartimento di Fisica, coordinato da Paolo de Bernardis e formato da Marco De Petris, Silvia Masi, Alessandro Melchiorri e Francesco Piacentini ha contribuito alla costruzione dell’esperimento HFI (High Frequency Instrument) di Planck, che ha eseguito le misure del superammasso. Ha realizzato tutti i preamplificatori criogenici dello strumento e collabora all’analisi e all’interpretazione dei dati scientifici che Planck sta producendo. Inoltre da molti anni, con propri esperimenti, esegue misure di ammassi di galassie tramite l’effetto SZ, nella convinzione che questa misura sia una pietra miliare in questo campo di ricerca, e ne confermi l’attualità e le potenzialità.