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WWF: COSA FARE SE SI INCONTRA UN ORSO

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Vademecum per accogliere una specie in pericolo senza correre inutili rischi Gli ultimi episodi di cronaca in Trentino di incontri ravvicinati con orsi bruni ormai usciti dal letargosollevano ancora una volta il tema della convivenza con questo splendido animale delle nostre Alpi edegli Appennini.Se si avvista un orso a distanza è opportuno rimanere sul posto e godersi la vista senza cercare diavvicinarsi, magari per scattare delle foto. In caso di un incontro ravvicinato è opportuno far notarela propria presenza, parlando ad alta voce; se l’orso si alza in piedi e annusa è solo per valutaremeglio la situazione, non per manifestare aggressività. Allontanatevi velocemente, senza correre,lasciando sempre una via di fuga all’orso. L’orso non attacca se non è provocato. L’eventualeatteggiamento aggressivo o minaccioso ha lo scopo di intimidire e allontanare. Raramente si possonoverificare “falsi attacchi” che non portano a un reale contatto. In questi casi si suggerisce di metterequalcosa davanti a sé, come lo zaino e allontanarsi senza correre.Questi i consigli del WWF utili nel caso ci si trovi di fronte un grande predatore, cosa che puòprovocare spavento: questo avviene per scarsa conoscenza della specie, per il ruolo di animalipericolosi che l’immaginario riserva agli orsi e soprattutto perché la paura ha sempre unacomponente irrazionale e non governabile. La comprensione verso chi si è trovato di fronte a questasituazione, come accaduto di recente in Trentino, è completa e il WWF non intende minimizzare lepaure provocate.Il WWF ritiene però che la notizia ancora una volta sia stata riportata in modo esagerato esuccessivamente romanzata. Un’orsa tende per istinto materno a porsi tra un potenziale pericolo e ipropri figli, senza che questo comporti aggressività o improbabili inseguimenti. Questo avvienenormalmente in natura e in Italia non ha mai portato ad aggressività, è esattamente ciò che farebbeuna prudente madre umana alla vista di uno sconosciuto.“Dopo il triste caso dell’orso Dino recentemente ucciso in Slovenia, un ennesimo caso di cattivagestione della specie, il WWF invita le autorità nazionali a svolgere un ruolo di promotore perfacilitare una gestione nazionale e panalpina della specie perché gli orsi non conoscono confini enon possono essere gestiti in modo localistico. Solo in questo in modo l’orso potrà tornare ad essereil vero e condiviso simbolo delle Alpi.” dice Fulco Pratesi Presidente onorario WWF ItaliaProprio per gestire i problemi di convivenza, aumentando la prevenzione dei danni, sensibilizzando einformando chi abita in montagna e definendo criteri comuni per gestire eventuali soggetti di orsoparticolarmente confidenti al momento è in corso il progetto finanziato dalla UE “Life Arctos”(http://www.life-arctos.it/home.html ), di cui nelle Alpi sono partner la Regione Lombardia e FriuliVenezia Giulia, la Provincia di Trento, il Parco Adamello Brenta e il WWF. 

Flash News

Il WWF si costituirà parte civile nell'eventuale processo

Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Alghero ha posto sotto sequestro oltre 110 vasetti di polpa di riccio per ottenere i quali si stima siano stati utilizzati almeno 25 mila ricci

"Si tratta di un vero e proprio "crimine di natura” - ha dichiarato Carmelo Spada, Delegato WWF per la Sardegna - un prelievo abnorme e devastante se si considera che nell’intera stagione 2016/17 nell’area marina protetta di Capo Caccia sono stati pescati 54.920 ricci dai pescatori professionisti autorizzati. Un prelievo illegale come quello stroncato dalla Guardia di Finanza potrebbe essere devastante per l’ecosistema marino e per la stessaq specie, già a rischio di estinzione a causa di un eccessivo prelievo legale.
La regione Sardegna ha posto ulteriori limiti alla pesca autorizzata stabilendo per la passata stagione che i 187 pescatori sardi autorizzati potessero raccogliere in una giornata un massimo di 2.000 esemplari a fronte dei 3.000 che erano consentiti nella precedente stagione. Chi ha lavorato dalla riva ha potuto raccoglierne massimo 1.000 (pari a circa 2 ceste), a fronte dei precedenti 1.500. Mentre la pesca sportiva è stata consentita nelle giornate di sabato, domenica e festivi con una raccolta massima di 50 ricci al giorno”. “Si capisce quindi l’enorme danno che potrebbe aver causato alla specie un prelievo così massiccio concentrato in pochi giorni e in un momento di riposo biologico da alcuni bracconieri di ricci e, qualora venissero incriminati per disastro ambientale - ha concluso Carmelo Spada delegato WWF per la Sardegna - la nostra associazione valuterà la possibilità di costituirsi parte civile nell’eventuale processo penale.

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