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La filosofia come risposta al bullismo

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In occasione della nona giornata internazionale della filosofia, l’associazione Nuova Acropoli ha organizzato una interessante conferenza dal titolo: ”Essere giovani essere idealisti oggi. Una risposta al bullismo e ad altri disagi giovanili”. La manifestazione, patrocinata dall’UNESCO, si è svolta il 19 Novembre 2010 nei locali della Biblioteca comunale della XV circoscrizione di Roma, struttura che si conferma sede di valide iniziative culturali.Di fronte ad un pubblico anagraficamente eterogeneo, il dibattito è stato animato dalla Dottoressa Temperi, responsabile dell’Ufficio minori della Questura di Roma, nonchè da Giulia Cardinale e Alba Bafile, rispettivamente direttrici della sezione romana ed aquilana di Nuova Acropoli, e dal dottor Filippo Sbrana in rappresentanza della comunità di Sant’Egidio.Nuova Acropoli è una ONLUS che ha come fine quello di favorire il volontariato studentesco, motivando l’attivismo dei giovani collaboratori attraverso momenti di riflessione per rispondere ai quesiti fondamentali per l’individuo come: ”Chi sono?” o “Come posso dare il mio contributo alla società?”.La riflessione filosofica su tali argomenti consente una maturazione dei giovani rispetto al loro ruolo nella società, li coinvolge in una partecipazione attiva finalizzata ad apportare il proprio indispensabile contributo alla società stessa. L’azione di Nuova Acropoli si realizza dunque grazie ad un sodalizio tra filosofia e volontariato. La filosofia favorisce lo sviluppo di una sensibilità nei confronti dei disagi altrui e libera l’individuo da pregiudizi ed insicurezze. Il volontariato è il momento pratico di partecipazione alla costruzione di un mondo migliore.I progetti realizzati dall’associazione riguardano: l’ecologia, la cultura, la pedagogia, l’assistenza in situazioni di emergenza, come nel caso del terremoto che ha sconvolto L’Aquila. Alcune diapositive proiettate durante la conferenza hanno testimoniato l’impegno ed i risultati raggiunti dall’organizzazione nel sostegno alle popolazioni abruzzesi colpite dall’evento sismico, un sostegno morale e materiale. L’attività di Nuova Acropoli muove dunque dal presupposto che ogni giovane si pone delle questioni di carattere esistenziale. Quesiti che certo sono molto lontani dalla immagine superficiale ed indifferente con cui i giovani vengono rappresentati dai mezzi di comunicazione. Al contrario, i giovani manifestano il bisogno di essere coinvolti in qualcosa che non sia effimero e chiedono che famiglia, scuola, politica ed associazioni giovanili rispondano ai quesiti esistenziali che riguardano la società. Le istituzioni devono, come hanno precisato i relatori della conferenza, saper sollecitare i giovani a partecipare in maniera conscia e consapevole a progetti sociali, proteggendoli da quei fenomeni che sono espressione di disagio, come il cosiddetto bullismo.Anche la comunità di Sant’Egidio, organizzazione laica di volontariato, pone i giovani al centro delle sue attività. Il dottor Sbrana, nel proprio intervento, ha sostenuto che solo coinvolgendo i giovani in grandi progetti di valore morale è possibile sconfiggere il pessimismo che pervade oggi lo spirito di molti adolescenti e che causa comportamenti negativi come la prepotenza, la rabbia e la violenza. L’incontro è stato concluso dalla dottoressa Temperi che, quale responsabile dell’ufficio minori della Questura di Roma, da dodici anni impegnata contro fenomeni di malessere giovanile, ha inteso portare nel dibattito la voce ufficiale delle istituzioni ed ha indicato quelle che sono le due direttrici dell’intervento della Polizia di Stato contro il bullismo. Da una parte la repressione dei reati attraverso il monitoraggio del territorio. Dall’altra la prevenzione attraverso incontri e dibattiti organizzati nelle scuole, eventi che, oltre a favorire momenti di riflessione, forniscono occasione per la presentazione ai ragazzi di test da compilare in modo assolutamente anonimo.Dai risultati dei test compilati emergono dati interessanti anche per quanto riguarda il fenomeno del cosiddetto bullismo, fenomeno che del quale i giovani parlano esclusivamente tra loro.Perché gli adulti vengono visti come interlocutori non credibili? Perché i ragazzi preferiscono discutere del problema del bullismo solo tra di loro?Le risposte dei test compilati nelle scuole ci dicono che, secondo i giovani, gli adulti non sono in grado di imporre delle regole e di assicurarne l’applicazione.Gli adulti sono ritenuti troppo inclini a pregiudizi e portati facilmente ad etichettare in modo stereotipo i comportamenti dei giovani.Affinché gli adulti possano riappropriarsi della propria funzione di sostegno nei confronti dei più giovani, che rappresenta un dovere prima che un diritto, è necessario, secondo la dottoressa Temperi, diffondere la cultura dell’ascolto, liberandosi da preconcetti rispetto al mondo degli adolescenti. Non si può non ricordare, specie in un evento patrocinato dall’UNESCO, che il dovere degli adulti di promuovere l’educazione dei giovani è riconosciuto e stabilito addirittura dalla Convenzione Internazionale sui diritti dei bambini, approvata nel novembre 1989 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e ratificata dall’Italia nel maggio 1991.Solo attraverso un dialogo aperto e senza pregiudizi tra adulti ed i giovani, privilegiando l’ascolto dei loro dubbi e dei problemi che li riguardano, è possibile evitare che da fenomeni di prepotenza nelle scuole, quali il bullismo, si passi a veri e propri reati, che rappresentano di per sé una sconfitta per tutti i soggetti coinvolti. 

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