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5 più piccoli Comuni del Gargano col Carpino Folk Festival

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Da sempre impegnata nella realizzazione di progetti intesi a dare al Gargano una identità territoriale forte, legata alla cultura e alle tradizioni popolari, l'Associazione Culturale Carpino Folk Festival si è resa promotrice, con l’apporto fondamentale dei 5 più piccoli comuni del Gargano del progetto "L’AUTENTICITA’ E LE TIPICITA’ IMMATERIALI DEL GARGANO”.  

Su 700 domande presentate da tutta Italia per tre diverse sezioni del bando all’ANCI in virtù dell’accordo annuale attuativo dell’art.3 dell’accordo quadro sottoscritto dal Ministero della Gioventù, ANCI e UPI, sono solo 41 i progetti vincitori del finanziamento. Tra essi, nella graduatoria nazionale, il progetto che vede Carpino come capofila si è piazzato tra i primi posti.


Lunedì 28 febbraio 2011 – con inizio ore 18,00 - si terrà una conferenza di presentazione del progetto presso il Palazzo Barone di Carpino “Centro culturale Andrea Sacco” alla presenza di tutti i partner e con la partecipazione dell'Assessore regionale alla cultura e al Turismo Silvia Godelli e del Presidente della Provincia On. Antonio Pepe.

Saranno presenti l'Assessore provinciale alla cultura e al turismo Billa Consiglio, il Presidente della commissione provinciale alla cultura Rocco Ruo, quindi Rocco Manzo, Rocco Lentinio, Marco Camporeale, Carmine D'Anelli e Domenico Piero Afferrante, sindaci e rappresentanti istituzionali del partenariato composto dai Comuni di Carpino, Poggio Imperiale, Serracapriola, Rodi Garganico e Peschici.

La conferenza sarà coordinata dal presidente dell'Associazione Culturale Carpino Folk Festival Michele Ortore e dal Responsabile del Progetto del Comune di Carpino (comune capofila) Marcello Russi.


La finalità è rendere i giovani "protagonisti" nella valorizzazione delle espressioni dei saperi, degli usi e costumi, e delle pratiche tradizionali che caratterizzano la quotidiana esistenza delle comunità e del territorio pugliese.

Flash News

 

Su oltre 800 amministrazioni locali analizzate, la quasi totalità ha implementato strumenti per affrontare i cambiamenti climatici, come piani di mitigazione (66%), di adattamento (26%) e integrati (17%). Lo rivela uno studio internazionale pubblicato su Journal of Cleaner Production al quale ha partecipato l’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale del Cnr di Potenza. I più virtuosi sono i Paesi del Centro e Nord Europa, ma anche in Italia l’impegno è alto grazie al Patto dei Sindaci

Europa promossa sul tema dei piani climatici urbani, cioè i piani di mitigazione che le municipalità possono adottare per contenere le emissioni di gas serra responsabili del riscaldamento globale e i piani di adattamento per ridurre la vulnerabilità dei territori. Uno studio internazionale al quale ha partecipato per l’Italia l’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale del Consiglio nazionale delle ricerche (Imaa-Cnr) di Potenza ha evidenziato, su un campione di 885 città appartenenti a 28 Stati dell’Unione Europea, che il 66% dispone di un piano di mitigazione, il 26% di un piano di adattamento e il 17% un piano clima integrato, che copre entrambi gli aspetti. Lo studio pubblicato sulla rivista Journal of Cleaner Production ha coinvolto un network di trenta ricercatori provenienti da diciassette stati europei coordinati dall’Università olandese di Twente.
“La ricerca mostra una distribuzione disomogenea, con una predominanza di piani climatici urbani sviluppati nell’Europa centrale e settentrionale e nelle città con oltre 500 mila abitanti: l’80% è dotato di piani sviluppati autonomamente o in risposta alla legislazione nazionale in materia, che impone tale obbligo in Danimarca, Francia, Slovacchia e Regno Unito. A influenzare positivamente lo sviluppo di questi strumenti è anche la partecipazione a network europei quali il Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors) o progetti internazionali quali Life e Interreg”, spiega Monica Salvia, ricercatrice Imaa-Cnr. “Il 40% delle città analizzate aderisce al Patto dei Sindaci e di queste, il 94% dispone di un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile-PAES”.
“L’elevata adesione a questo network è cruciale anche per allineare i Paesi mediterranei e le città più piccole nell'azione per il clima”, aggiunge Filomena Pietrapertosa, ricercatrice Imaa-Cnr. “In Italia, in particolare, 58 su 76 città analizzate sono firmatarie del Patto dei Sindaci e di queste 56 sono dotate di un Paes (cfr. elenco in calce). Soltanto Bologna e Ancona, però, hanno sviluppato un piano di adattamento nell’ambito di progetti europei (rispettivamente Life Blueap e Life Act) anche se altre città hanno avviato un processo di pianificazione per identificare le vulnerabilità climatiche dei loro territori”.

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