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Africa, assistenza medica a portata di cellulare

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Il progetto-pilota partirà in Ghana alla fine del 2009. Medici, infermiere e assistenti sanitari che lavorano nelle aree rurali del Paese potranno chiamare un call centre per avere informazioni e consigli da medici esperti su diagnosi e terapie.

"Il personale sanitario delle aree rurali - spiega Patricia Mechael, consulente di telemedicina e sanità per il Millennium Villages Project, un'iniziativa per lo sviluppo delle comunità rurali coordinata dall'Earth Institute della Columbia University - riceve una formazione di base, ma non gli viene offerto nessun tipo di assistenza e di supporto durante lo svolgimento quotidiano della propria attività. Molto spesso queste persone si sentono isolate". Il nuovo progetto consentirà al personale di chiedere il parere di uno specialista per sapere, ad esempio, se un paziente appena visitato necessita di ulteriori accertamenti.

L'idea di attivare un servizio sanitario via cellulare  - spiega Gautam Ivatury, consulente per i servizi di telefonia mobile- è molto interessante, dato che due terzi delle persone che usano il telefonino vivono nei paesi in via di sviluppo, dove l'accesso ai servizi sanitari tradizionali è molto limitato. Una recente indagine condotta in Bangladesh tra gli utenti di una ‘HealthLine’ indica che oltre la metà dei pazienti vive sotto la soglia di povertà o comunque lontano dai centri urbani.

La telemedicina si è diffusa velocemente nei Paesi in via di sviluppo e i promotori dell’iniziativa stanno già pensando di aggiungere in futuro nuovi servizi, come le prescrizioni mediche e il monitoraggio a distanza dei pazienti affetti da malattie croniche. Unico neo, i costi: 20 centesimi di dollaro per una chiamata di 3 minuti, un prezzo decisamente troppo alto per chi vive nelle aree rurali.

La helpline progettata in Ghana ha il vantaggio di essere facile da usare: bastano un cellulare e un call centre. In molti Paesi dell'Africa, dell'Asia e del Sud America si stanno sperimentando negli ultimi anni anche tecnologie più complesse, per esempio strumenti diagnostici che utilizzano le funzioni del cellulare rivedute e corrette con alcuni elementi aggiuntivi. E' il caso di due strumenti diagnostici, CelloPhone e CellScope, che l'8 aprile scorso hanno vinto un premio di 700.000 dollari. Il metodo di diagnosi CellScope, ideato da un gruppo di ricercatori della Berkeley University, California, utilizza un piccolo microscopio ottico montato su un videofonino che cattura l'immagine e la invia ai laboratori d'analisi. I ricercatori americani hanno già annunciato che investiranno i soldi del premio nell'implementazione di prototipi per la diagnosi della malaria e della tubercolosi. CelloPhone, invece, è un dispositivo che interpreta le "ombre" delle cellule e dei batteri. Ogni cellula, infatti, sottoposta ad un fascio di luce di una certa lunghezza d’onda, ha una proprio pattern di diffrazione della luce, che costituisce la sua firma o “ombra” esclusiva. Il sistema [1], sviluppato da un gruppo di ricerca dell’ Università della California Los Angeles (UCLA), coordinato dal professor Aydogan Ozcan, sfrutta questa caratteristica per interpretare le ombre di cellule e batteri e formulare una prima diagnosi: basta inserire campioni di sangue, urine o altri fluidi corporei in un videofonino modificato, proprio come se fossero una memory stick. Le immagini vengono catturate grazie ad una speciale sorgente luminosa e ad una videocamera incorporata nel cellulare, quindi spedite come messaggio multimediale ad una stazione centrale, dove un software provvederà ad inviare via SMS la diagnosi formulata dai medici. Con questo sistema si possono anche raccogliere dati per studi epidemiologici.

Qual è il livello di precisione di questi dispositivi? Gli ideatori di celloPhone stanno testando il metodo per verificarne il grado di accuratezza nella diagnosi di malattie come la malaria, l'HIV e la tubercolosi. I test sembrerebbero indicare che questi dispositivi raggiungono risultati simili a quelli di un analizzatore ematologico professionale, che costa circa 60.000-100.000 dollari.

Secondo Francis Moussy, responsabile della ricerca diagnostica presso il Programma Speciale per la Ricerca e la Formazione nelle Malattie Tropicali dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, bisogna valutare ancora molti fattori, tra cui i costi e le infrastrutture necessarie per effettuare diagnosi a distanza.


Note:
[1]
Il sistema ideato dal professor Ozcan è conosciuto con l’acronimo Lucas (Lensless Ultra-wide-field Cell monitoring Array platform based on Shadow imaging).


Link utili:

SCIDEV
Tatum Anderson, “Rural medics to get mobile advice 'hotline'” (07/04/2009)
http://www.scidev.net/en/news/rural-medics-to-get-mobile-advice-hotline-.html?utm_source=link&utm_medium=rss&utm_campaign=en_news

Katherine Nightingale, “Mobile phone diagnosis approaches field trials” (15/04/2009)
http://www.scidev.net/en/news/mobile-phone-diagnosis-approaches-field-trials.html

Blum Center for Developing Economies (Berkeley University)
Telemicroscopy for Disease Diagnosis
http://blumcenter.berkeley.edu/telemicroscopy-disease-diagnosis

The Ozcan Research Group, UCLA
http://innovate.ee.ucla.edu/


Veronica Rocco

 

 

Flash News

 
MSF ha già vaccinato oltre 800mila persone e lancia l’allarme: le scarse scorte di vaccino potrebbero non essere sufficienti.

In data 14-03-2007
Medici Senza Frontiere

Anno 4
Edizione Marzo 2007

 

 

Nel corso delle ultime settimane, le equipe di Medici Senza Frontiere (MSF) hanno contribuito alla vaccinazione di oltre 860mila persone contro la meningite, una malattia contagiosa e potenzialmente fatale della membrana cerebrale.

Le campagne di vaccinazione di massa sono state effettuate in vaste aree del nord dell'Uganda, del Sud Sudan e della parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC), paesi che fanno parte di quella che viene tradizionalmente conosciuta come la “ cintura della meningite ”, una zona che si estende dal Senegal in Africa occidentale all'Etiopia nell'est. Circa 300 milioni di persone sono a rischio in questi paesi. 

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