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Turismo spaziale

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Articolo pubblicato il 17-09-2006
di Francesco Rea

Ripreso da Scienzaonline.com - Numero 31-32 - Anno 3
17 Settembre 2006

 

ImageIl 18 settembre scorso la prima donna turista spaziale, l’iraniana di nascita, ma statunitense di adozione, Anousheh Ansari, ha cominciato il suo viaggio verso la Stazione Spaziale Internazionale a bordo di una Soyuz. Venti milioni di dollari per vivere un privilegio che tra qualche anno sarà di molti e tra una ventina di anni per tutti o quasi.


Image Dall’americano Dennis Tito, il primo ospite a pagamento della Soyuz e della Stazione Spaziale Internazionale nella storia dell’uomo, il business del turismo spaziale ha fatto passi da gigante, almeno nell’ affermarsi come un settore maturo commercialmente tanto da spingere più di un gruppo privato a investire cospicue cifre.

Da quel 2001, quando la scommessa diImageDennis Tito suscitò non poco scalpore, sia perché sembrava svilire il ruolo degli astronauti e poneva il dubbio sull’ effettivo avanzamento tecnologico delsettore spaziale se tale esperienza poteva essere vissuta solo avendo disponibilità di denaro, ma anche perché ci presentava una russia e così tutto un mondo, quello scientifico, che passava dal rigore culturale che lo caratterizzava a quella assai meno stimabile della commercializzazione financo pubblicitaria.

Poco mancò infatti che i vettori sovietici per la ISS (International Space Station) venissero rivestiti con i colori di Pizza Hut, colosso americano della pizza al taglio (o take away se preferite). Scampato il pericolo di una deregulation commerciale anche nel settore spaziale, il turismo orbitale però accattivò l’interesse delle popolazioni e conseguentemente di settori industriali e d’affari privati. Secondo alcuni studi infatti, se il prezzo di un volo nello spazio di due giorni costasse circa 10.000 USD, ben 500 mila persone sarebbe pronte a partire subito per un giro d’affari che la NASA ha stimato in 16 MLD di €.

ImageE’ chiaro che per arrivare ad un livello di prezzo di 10.000 USD bisognerà passare per una fase pionieristica che prevedrà costi del biglietto sui 100/150mila USD. Gli investimenti della Virgin Galactic, società fondata dal miliardario inglese Richard Branson, capo della compagnia aerea Virgin, mostrano quanto questo business abbia un futuro più che roseo.

Tanto che oltre a ipotizzare un volo, per adesso suborbitale visti i prezzi, per tutti (o quasi), c’è già chi pensa a strutture ricettive nello spazio, ovvero alberghi, che pur nella loro spartanità non potranno non essere considerati di lusso. Tra i partecipanti alla gara la Shimizu Corporation di Tokyo specializzata in architetture estreme, che conta di costruire nell’arco di 20 anni un hotel orbitante da 200 posti e da 60.000 euro a week end.

Ma chi sembra decisamente lanciato nella realizzazione è Bob Bigelow, milionario, proprietario della catena alberghiera Budget Suites of America e fondatore della società "Bigelow Aerospace", Las Vegas, Nevada, è il "padre" della sonda gonfiabile-hotel Genesis I, da lui fortemente voluta per poter "allargare" fruttuosamente la sua attività di magnate alberghiero anche nello spazio, con la speranza di avere lassù, la stessa fortuna che ha avuto sulla Terra.

La versione sperimentale della sonda gonfiabile-hotel spaziale, Genesis I, è stata lanciata da un razzo vettore, Dnepr, versione civile di un missile balistico intercontinentale, che l'ha messa in orbita a 550 chilometri di altezza, dove, si spera, rimarrà il più a lungo possibile, almeno per un periodo compreso tra i due e i cinque anni, dopo di che comincerà a scendere gradualmente fino a che brucerà a causa dell'impatto con l'atmosfera.

La sonda è stata progettata per testare la fattibilità di un progetto per la realizzazione, nello spazio, di grandi strutture gonfiabili, che potranno essere usate anche come hotel.

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