L’Anno Internazionale dell’Astronomia si prepara a festeggiare il telescopio di Galileo, ma gli inglesi protestano: il primato spetta a Thomas Harriot
Il primato indiscusso di Galileo, figura-chiave della rivoluzione scientifica del XVII secolo, rischia di vacillare proprio nell'anno dei suoi festeggiamenti. La fama del grande scienziato italiano, infatti, avrebbe oscurato il contributo di un (quasi) illustre sconosciuto d'Oltremanica: l'inglese Thomas Harriot, che – secondo lo storico Allan Chapman - osservò la Luna attraverso l’obiettivo di un telescopio molti mesi prima di Galileo, ossia nel luglio del 1609 [1]. Il merito di Harriot – sostiene Chapman – non è solo quello di aver preceduto Galileo, ma anche di aver compilato delle mappe dettagliate della superficie lunare che per decenni non hanno avuto rivali.
Harriot visse in Inghilterra fra il 1560 ed il 1621, studiò all’università di Oxford e divenne professore di matematica, distinguendosi negli studi sulla teoria algebrica. Nel 1609 ottenne il suo primo telescopio e il 26 luglio dello stesso anno lo puntò verso la Luna. Il suo primo schizzo del pianeta, piuttosto rozzo, mostra il terminatore, ossia la linea di separazione tra il giorno e la notte lunari, e delle zone più scure che rappresentano il Mare Crisium, il Mare Tranquilitatis e il Mare Foecunditatis. Tra il 1610 e il 1613, Harriot continuò a disegnare carte sempre più dettagliate. Nel 1613 aveva già realizzato due mappe complete dell’intero pianeta, che mostravano alcune configurazioni, per esempio i crateri lunari, nella posizione corretta.
La sua opera, secondo la Royal Astronomical Society, è tanto più degna di nota in quanto i primi telescopi usati da Harriot e da Galileo avevano un campo visivo molto ristretto, che permetteva di vedere solo una porzione di Luna alla volta. Nonostante i risultati ottenuti, Harriot è rimasto quasi sconosciuto e, a differenza di Galileo, non pubblicò mai le sue ricerche perché, secondo Chapman, non era oppresso da necessità economiche e godeva della protezione di ricchi nobiluomini britannici.
Secondo lo storico britannico, è finalmente giunto il momento di riconoscere i meriti di Harriot: “Thomas Harriot è un eroe della scienza. Le sue mappe segnano l’inizio della moderna astronomia, dove telescopi piccoli e grandi ci offrono straordinarie informazioni sul mondo in cui viviamo (…) è giusto celebrare Galileo nell’anno internazionale dell’astronomia, ma non dobbiamo dimenticare il contributo di Harriot”.
Note:
[1] Lo studio completo su Thomas Harriot sarà pubblicato nell’edizione di febbraio di Astronomy and Geophysics, della Rpyal Astronomical Society.
Link consigliati:
Royal Astronomical Society
http://www.ras.org.uk/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1
Robert Massey, “Thomas Harriot: A telescopic astronomer before Galileo”, Royal Astronomical Society
http://www.ras.org.uk/index.php?option=content&task=view&id=1547&Itemid=2
Emma Bariosco