“La spiegazione che meglio si accorda con le osservazioni e a nostro parere molto elegante, è che le prime stelle massive dell’universo, grazie alla loro elevatissima velocità di rotazione, siano state in grado di generare quelle specie chimiche che abbiamo scoperto in NGC6522” dice Cristina Chiappini. “Secondo le nostre stime, queste velocità potevano arrivare anche a 800 chilometri al secondo, valori anche otto volte maggiori di quelli che osserviamo oggi in stelle di massa analoga. E a conferma di questo scenario ci sono anche recenti simulazioni al calcolatore realizzate da un altro gruppo di ricerca”.