Questo sito utilizza cookie per implementare la tua navigazione e inviarti pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie. Per saperne di più clicca leggi

Sei qui: HomeAutori Scienzeonline.comAstronomiaLO STUDIO GRAZIE AL TELESCOPIO HUBBLE

LO STUDIO GRAZIE AL TELESCOPIO HUBBLE

Valutazione attuale:  / 0
ScarsoOttimo 

Anche le galassie nane hanno il buco nero. La scoperta, che apparirà su Astrophysical Journal, è stata realizzata da un gruppo di astronomi dell'Università della California di Santa Cruz, grazie a dati ottenuti con il telescopio spaziale Hubble, nell'ambito del programma CANDELS.

È nato prima l’uovo o la gallina? Sembra essere questo il quesito di fronte al quale si sono trovati gli astronomi dell’Università della California di Santa Cruz, quando hanno trovato piccole galassie nane con buchi neri supermassicci al suo centro. La scoperta, che sarà pubblica sull’Astrophysical Journal, è stata resa possibile grazie ad osservazioni con il telescopio Hubble nell’universo distante. Questo suggerisce che i buchi neri centrali si creino nel primo stadio di formazione delle galassie.“Cosa viene prima? Il buco nero supermassiccio o la galassia massiccia?” si domanda il primo autore dello studio, Jonathan Trump, un ricercatore post-doc all’Università della California di Santa Cruz. “Questo studio dimostra che anche le galassie non massicce hanno buchi neri supermassicci”.Tutte le galassie di grande taglia ospitano un buco nero supermassiccio al loro centro, il quale può brillare come un nucleo galattico attivo se sta attirando a se le nubi di gas circostanti. Ma nell’universo locale buchi neri attivi raramente sono stati visti in piccole galassie “nane”. Le galassie studiate in questa occasione sono distanti dieci miliardi di anni luce e hanno fornito agli astronomi un’idea di come apparissero le galassie quando l’universo aveva meno di un quarto della sua attuale età.“Quando noi guardiamo dieci miliardi di anni indietro, stiamo guardando gli anni della gioventù dell’Universo” continua Trump. “Quindi queste galassie sono molto piccole e giovani”.Lo studio, parte del programma CANDELS (Cosmic Assembly Near-infrared Deep Extragalactic Legacy Survey), si è avvalso di un nuovo potente strumento sul telescopio spaziale Hubble,  capace di fornire dettagliate informazioni provenienti dalle galassie distanti nelle diverse lunghezze d’onda della luce. “Questo è il primo studio capace di fornire prove dell’esistenza di buchi neri piccoli e poco luminosi, osservati in epoche remote” afferma Sandra Faber, responsabile scientifico del programma CANDELS. “Fino ad ora le osservazioni delle galassie distanti hanno rafforzato l’idea che a buco nero supermassiccio corrispondesse una galassia massiccia. La domanda ora è: che cosa è accaduto a queste galassie nane?”.Un’ipotesi è che alcune di loro si siano poi trasformate nelle galassie massicce dei nostri giorni, come la Via Lattea, mentre altre siano rimaste piccole. Ma se così fosse nuovi interrogativi si pongono. Per diventare le odierne galassie massicce, la crescita di quelle galassie nane dovrebbe essere avvenuta ad un ritmo assai più veloce di quello che i modelli standard teorizzano. Se invece fossero rimaste piccole, allora anche le vicine galassie nane dovrebbero avere al centro un buco nero. “Ci potrebbe essere una larga popolazione di piccoli buchi neri nelle galassie nane di cui finora non abbiamo avuto informazione” aggiunge la Faber.Inoltre va notato che  le galassie nane distanti si trovano in piena attività di formazione stellare. ”Il loro tasso di formazione stellare è di circa dieci volte quella della Via Lattea”, ha detto. ”E questo fa ipotizzare che vi sia  un collegamento tra l’attività di formazione stellare e i nuclei galattici attivi. Quando il gas è a disposizione per formare nuove stelle, è disponibile anche per alimentare il buco nero”. 

Flash News

 Il Mistero Svelato di Giulia Farnese

Dal 19 maggio al 10 settembre 2017

Ai Musei Capitolini esposta per la prima volta la Madonna del Pintoricchio, ritenuta dal Vasari il ritratto di Giulia Farnese, amante di papa Alessandro VI Borgia, accanto al più noto Bambin Gesù delle mani. Con una sorpresa inaspettata.

 

Una mostra affascinante che raccoglie splendidi dipinti e racconta storie cortigiane della Roma tardo quattrocentesca. I protagonisti sono un Papa, il controverso Alessandro VI al secolo Rodrigo Borgia (1431, Papa dal 1492 al 1503), una dama raffinata e bellissima, Giulia Farnese (1475-1524), amante adolescente e concubina non troppo nascosta dello stesso Papa, e uno degli artisti più estrosi del nostro Rinascimento, Bernardino di Betto, detto il Pintoricchio (c.1454-1513). Un pontificato, quello di Alessandro VI, che assecondò intrecci dinastici, veleni di palazzo, calunnie e gelosie, ma nello stesso tempo incoraggiò le arti con la chiamata a Roma del Pintoricchio autore di uno dei cicli pittorici più famosi della storia dell’arte: quello del nuovo appartamento papale in Vaticano.

Leggi tutto...

Cerca nel Sito

Archivio Agenziadistampa 2001-2012

Per Visitare il vecchio archivio Articoli di Agenziadistampa.eu andate alla pagina www.agenziadistampa.eu/index-archivio.html

Scienzeonline.com
Autorizzazione del Tribunale di Roma n 227/2006 del 29/05/2006 Agenzia di Stampa a periodicità quotidiana - Pubblicato a Roma - V. A. De Viti de Marco, 50 - Direttore Responsabile: Guido Donati.

Agenziadistampa.eu - tvnew.eu
Direttore Responsabile Guido Donati
Autorizzazione del Tribunale di Roma n 524/2001 del 4/12/2001 Agenzia di Stampa quotidiana - Pubblicata a Roma - V. A. De Viti de Marco, 50

Free business joomla templates