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Anno internazionale delle Foreste

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WWF: “BIOENERGIE AL BIVIO: AMICHE DEL CLIMA O NEMICHE DELLE FORESTE?” Lanciato oggi a livello mondiale il secondo capitolo del “Living Forests Report” WWFdedicato al paradosso delle bioenergie, con i criteri per eliminare il problema alla radiceLe bioenergie sono a un bivio. È l’immagine con cui il WWF Italia lancia oggi il secondo capitolointitolato “Foreste ed Energia” del “Living Forests Report”, il rapporto sullo stato di conservazionedelle foreste nel mondo, che evidenzia i rischi derivanti dal “volto oscuro” delle bioenergie.Secondo lo studio del WWF, presentato oggi a Londra presso il seminario “New GenerationPlantations - Mercati responsabili”, una nascente minaccia per le foreste è data dallo sviluppoincontrollato delle coltivazioni usate per la produzione di bioenergia, tratta da materiali come legno,mais, canna da zucchero, olio di palma e alghe. Una fonte energetica spesso pubblicizzata comealternativa ecologica ai combustibili fossili, come petrolio e carbone, ma che, se non gestitaresponsabilmente, rischia di diventare una pratica insostenibile per i polmoni verdi dellaTerra.I governi che hanno assunto impegni ambiziosi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra,hanno promosso piani economici e di sviluppo che si baseranno molto sulle bioenergie perraggiungere questi obiettivi. Ma il rapporto “Living Forests” del WWF avverte che, in assenza diforti garanzie, la crescente domanda di bioenergie e un loro sviluppo incontrollato potrebbeinnescare prelievi insostenibili di legno nelle foreste e favorire l’espansione delle colturebioenergetiche e di piantagioni di legname a crescita veloce con il serio rischio che questesostituiscano quelle colture dedicate alla produzione alimentare o le ultime foreste e praterie dialto valore naturale.“In un momento così delicato per la salute del pianeta e le difficoltà di approvvigionamentoenergetico, la bioenergia si trova a un bivio. Sotto le giuste condizioni di sviluppo e di pianificazionepuò contribuire a mitigare i cambiamenti climatici. Ma in assenza una gestione responsabile aggravail problema dell’uso sconsiderato delle risorse, e diventa una grave minaccia per le foreste e altripreziosi habitat naturali - dichiara Massimiliano Rocco, responsabile Foreste del WWF - Sarebbeparadossale promuovere il taglio delle foreste tropicali e la distruzione di tutta la loro riccabiodiversità per sostituirle con piantagioni di canna da zucchero o mais, per alimentare le nostrecentrali verdi o produrre bioplastiche. Questo rapporto rafforza il messaggio che la bioenergia non èintrinsecamente buona o cattiva: è l’uso e sviluppo che se ne fa a fare la differenza".“Il WWF sta chiedendo all’intero settore forestale di raddoppiare gli sforzi per porre fine aldisboscamento illegale e mettere in atto una gestione responsabile delle foreste e del commercio deiprodotti legnosi - continua Massimiliano Rocco responsabile Foreste del WWF Italia - E nonpossiamo condividere lo sviluppo della produzione e del consumo delle bioenergie senza una seriapianificazione. Concetti come la tracciabilità, la verifica, la certificazione della gestione e dellacatena di custodia devono essere patrimonio di tutti ed essere promossi con impegno dal nostrosettore privato.”“Il modello elaborato mostra che siamo in grado di proteggere le foreste e passare a energierinnovabili, ma non se andiamo avanti sulla strada ad oggi intrapresa. - aggiunge László Mathé,coordinatore del Programma Bioenergia del WWF International - La bioenergia deve arrivareeffettivamente a sostituire i combustibili fossili. Ma faremo più male che bene se pensiamo che siasufficiente aggiungere la bioenergia al mix energetico attuale.FORESTE VS ENERGIA: ELIMINARE IL PROBLEMA ALLA RADICEIl nuovo capitolo “Foreste ed Energia” del rapporto utilizza il modello realizzato in collaborazionecon l’Istituto Internazionale per l’Analisi dei Sistemi Applicati, che esamina le implicazioni di usodel suolo secondo due obiettivi chiave del WWF: ridurre la deforestazione e degradazione delleforeste quasi a zero entro il 2020 (ZNDD) e fornire all’umanità il 100% di energia con fontirinnovabili entro il 2050. Il WWF raccomanda di aumentare gli sforzi per ridurre il consumocomplessivo di energia, anche investendo in efficienza energetica degli edifici e dei sistemi ditrasporto e utilizzando energia elettrica rinnovabile come fonte di energia primaria.Un’agricoltura “efficiente” ed equa. Poiché le colture bioenergetiche possono competere con lecolture alimentari per le stesse superfici, sarà fondamentale migliorare l’efficienzadell’agricoltura, perché utilizzi sempre meno terra e acqua. Senza questi miglioramenti, i prezzialimentari potrebbero crescere, rendendo le comunità povere e più vulnerabili.La certificazione. Inoltre, il WWF sostiene che il settore delle bioenergie dovrebbe adottaredelle norme volontarie come quelle della Tavola Rotonda sui biocarburanti sostenibili e lo schemadi certificazione FSC (Forest Stewardship Council), che consentono di affrontare i più importantiimpatti diretti.Nuovi criteri per nuove piantagioni. Gli obiettivi indicati dal “New Generation Plantations”, sonoaltri strumenti preziosi per le aziende energetiche che utilizzano piantagioni a rapida crescita.Piantagioni di nuova generazione dovranno aderire ai principi della salvaguardia dell'integritàdell'ecosistema, tutela e valorizzazione dei principi della conservazione, assicurando l'effettivapartecipazione delle parti interessate nello sviluppo di piantagioni e contribuire allo sviluppoeconomico.LE IMPRESE PER LE FORESTE, SUL CAMPO E SUL WEBIn occasione dell’Anno Internazionale delle Foreste, il WWF ha chiesto ad alcuni partner aziendali,il cui business è legato alla gestione delle risorse forestali, di rinnovare o assumere impegni tangibilia sostegno della tutela del patrimonio forestale. Sono parte di questo percorso di collaborazione conil WWF, il Gruppo cartario Sofidel, che si è dotato di una politica di approvvigionamentoresponsabile delle risorse forestali raggiungendo circa il 94% di cellulosa importata da fonticertificate; Arjowiggings, tra i primi produttori di carta riciclata e FSC di alta qualità in Europa.WWF è inoltre al fianco di APCOR e Assoimballaggi/Federlegno Arredo per la promozione dellacampagna internazionale “Io Sto con il Sughero”, che intende valorizzare e sostenere un patrimonioforestale di valore come le sugherete.Il WWF, con il supporto di Vasto Legno, distributore internazionale di legname certificato, stapromuovendo un dibattito sulla gestione sostenibile delle foreste, attraverso strumenti come lapiattaforma web “Imprese per le Foreste” dedicata al tema della gestione forestale sostenibile -http://impreseperleforeste.wwf.it/ Obiettivo della piattaforma è accrescere le conoscenze el’interesse di imprese e stakeholder su temi quali il mercato del legname, la gestione delle foreste ele normative e certificazioni di riferimento, nell’ottica di coniugare economia e conservazione. Sonoinoltre promossi sia il sostegno ai principali progetti WWF di conservazione in aree forestaliprioritarie a livello internazionale (es. Amazzonia, Congo, Sumatra) sia i programmi di orientamentodi policy e pratiche ambientali in un’ottica di sostenibilità. IL SECONDO CAPITOLO DEL RAPPORTO  E FOTO E VIDEO SU WWW.WWF.IT

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Oltre la metà delle 86 specie di squali, razze e chimere del Mediterraneo è minacciata e un terzo di queste è prossima al rischio di estinzione. Il preoccupante stato di questi predatori marini è un chiaro segnale della salute complessivamente precaria del Mar Mediterraneo, la cui biodiversità marina è decimata dalla pesca eccessiva, come dimostra il nuovo report di WWF lanciato oggi in vista della Giornata Mondiale degli squali. Il nuovo report WWF “Squali in crisi nel Mediterraneo: misure urgenti per salvarli”, lanciato alla vigilia della Giornata Mondiale degli squali del 14 luglio, raccoglie i risultati delle ultimissime ricerche che evidenziano un Mediterraneo con popolazioni di squali e razze letteralmente decimate in una mattanza silenziosa e invisibile provocata da attività di pesca insostenibili e a volte illegali. Situazione aggravata da altri fattori: gestione della pesca inefficace, mancata applicazione delle regole, scarsi controlli nei mercati, complessiva carenza di conoscenza e informazioni su queste specie.

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