L'uso della stampante produce particelle ultrafini fatte di sostanze chimico-organiche, la cui caratteristica principale - spiega il professor Tunga Salthammer - è la volatilità. Secondo i risultati della ricerca, però, il toner semprerebbe essere responsabile solo di una minima parte di queste emissioni.
Da dove vengono queste particelle? gli scienziati tedeschi hanno sviluppato un complesso sistema per misurare e confrontare la quantità, le dimensioni e la composizione chimica delle particelle diffuse nell'aria. Per individuare la fonte di emissione, hanno esaminato anche delle stampanti modificate, in grado di "stampare" senza carta né toner, e hanno osservato che anche in questo caso si producono particelle volatili microscopiche. La fonte sembrerebbe essere la cosiddetta "unità di fissaggio", ossia quella componente della macchina che raggiunge una temperatura di 220° C durante i processi di stampa e serve a "fissare" le particelle di toner sulla carta. Il calore fa evaporare sostanze come paraffina e olii di silicone, che si accumulano nell'ambiente sotto forma di particelle volatili microscopiche, molto simili a quelle che si liberano nell'aria durante la cottura di cibi al forno o nel tostapane.
L'uso di filtri speciali - fa notare Michael Wensing - ha un effetto limitato perché le particelle non provengono da una specifica parte della stampante, ma possono anche essere prodotte dalla carta in uscita.
Approfondimenti:
Prof. Dr. Tunga Salthammer, "Particulate emissions from laser printers"
Fraunhofer Institute for Wood Research
http://www.fraunhofer.de/EN/press/pi/2008/12/ResearchNews122008Topic3.jsp