Scritto da WWF
Creato Mercoledì, 06 Aprile 2011 11:20
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WWF: i pericoli vengono dal bioaccumulo Alla vigilia della Giornata Mondiale della Salute dell’ONU, domani 7 aprile, il WWF siinterroga sulle conseguenze sugli ecosistemi e sulla salute umana delle radiazioni rilasciatedalla centrale nucleare di Fukushima. Il WWF ritiene opportuno che anche i Paesi lontani,come quelli europei, adottino a titolo precauzionale misure per garantire la sicurezza deglialimenti per animali e dei prodotti alimentari, compresi il pesce e i prodotti della pesca, originaridel Giappone o da esso provenienti, attraverso un attento controllo delle radiazioni. Gli elementiradioattivi (radionuclidi) entrano nella catena alimentare soprattutto attraverso l'acqua dove arrivanoper sversamenti diretti e per ricaduta attraverso la pioggia dei vapori radioattivi fuoriusciti.A ridosso di un incidente come quello di Fukushima, gli alimenti più colpiti sono le piante e glianimali che si trovano più in basso nella rete alimentare. Gli animali inizialmente più colpitisaranno anche quelli che non si possono muovere: alghe, molluschi, invertebrati e pesci stanziali chevivono a ridosso dell'area più a rischio. Meno esposti invece i grandi pesci pelagici predatori chevivono in mare aperto e che si muovono più facilmente, saranno inizialmente più sicuri da mangiarerispetto ad altri pesci. Inoltre i pesci di acqua dolce tendono ad essere meno sicuri dei pesci marini inquanto il mare ha una grande capacità di diluire e di assorbire queste sostanze. Solo una percentualeminore delle polveri radioattive finisce infatti nei fondali e questo permette di attenuare l'impatto diqueste sostanze sull’ecosistema marino.Nel tempo, in particolare il Cesio, tende a bioaccumulare così che, se l’esposizione diretta siinterrompe, gli animali più in alto nella rete alimentare tendono ad essere più colpiti mentre quellipiù bassi della rete alimentare saranno successivamente più sicuri. Inoltre poiché l'incidente èavvenuto su un tratto di costa battuto dalle correnti e a ridosso di un'enorme massa d'acqua, quelladell'oceano Pacifico, gli impatti saranno forse tangibili nell'area immediatamente vicina alla centralee ai canali di scarico dell'acqua radioattiva mentre più lontano dalla centrale, in mare aperto, glieffetti saranno probabilmente minori.Per quel che riguarda gli animali di terra, capre e pecore ma anche mucche, che mangianovicino al suolo, tenderanno ad assorbire livelli di radioattività più velocemente di altri animali.Il latte è infatti tra i primi alimenti la cui vendita e distribuzione viene bloccata. Gli animali allevatial chiuso e alimentati con mangimi raccolti e conservati prima del disastro saranno più sicuri diquelli al pascolo. Il cesio si tende a concentrarsi nei formaggi nel tempo, mentre lo iodio scompare.Questo dipende dal tempo di dimezzamento e dai tempi di stagionatura dei formaggi.Il WWF sottolinea come ancora oggi non si sappia cosa stia precisamente accadendo nell’intornodella centrale di Fukushima, rendendo estremamente difficile avanzare delle ipotesi sugli scenarifuturi per la salute. Questi sicuramente dipendono da molti fattori in primis l’esposizione, che a suavolta dipende dalla quantità e dal tipo di radiazione rilasciati dal reattore, dalle condizioni meteo,come il vento e la pioggia, dalla vicinanza all’impianto e dal tempo trascorso nelle zone irradiate.“Al di là delle gravissime problematiche dovute all’esposizione diretta delle persone (tanto che sonostati messi in atto dal Governo Giapponese piani di evacuazione attorno all'impianto Fukushima), ladiffusione degli elementi radioattivi dipenderà dai fenomeni meteorologici e dalle correnti d'acqua –sottolinea Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del WWF Italia- I radionuclidi in acqua tendonoa scomparire abbastanza rapidamente dopo l'esposizione, per entrare nella sfera biologica”.Dopo un incidente come questo, i due principali radionuclidi la cui entrata nella rete alimentare èfonte di preoccupazione sono Iodio-131 e cesio-137 che sono le forme radioattive dei“normalissimi” atomi che costituiscono il nostro cibo, il nostro sangue, le nostre ossa. Sappiamo chein un raggio di 30 km al largo della centrale i livelli di Iodio-131 e di Cesio-137 sono fino a 10.000volte più alti di quelli misurati prima dell'incidente.Di fronte ad una contaminazione nucleare specifica, si deve intervenire valutando gli effetti di ognisingolo radionuclide rilevato in quanto ognuno presenta delle caratteristiche peculiari. Va peraltrosempre ricordato che esiste un forte sinergismo tra i diversi agenti inquinanti e che quindi glieffetti nel tempo del fallout radioattivo si possono anche sommare a quelli degli altri inquinanti(come gli inquinanti organici persistenti).La problematicità più grave dello Iodio-131 è legata alla sua rapidità di assorbimento e immediataconcentrazione nella tiroide, una ghiandola in cui lo iodio è un componente essenziale degli ormoniche essa produce. Le emissioni radioattive di iodio-131 possono causare gravi danni, soprattutto alDNA cellulare, con conseguente aumento delle probabilità di contrarre di cancro. Particolarmentegrave la situazione in organismi in cui le cellule si moltiplicano rapidamente - di qui lapreoccupazione soprattutto per i bambini e i giovani, i feti in via di sviluppo, così come le donne ingravidanza.Il cesio 134 e il cesio 137 si formano abbondantemente nei processi di fissione nucleare ecostituiscono prodotti particolarmente pericolosi delle esplosioni atomiche. Il Cesio-137 vieneassorbito a livello intestinale in modo rapidissimo; la sua struttura chimica è tanto somigliante aquella del Potassio da venire “scambiato” per questo dal nostro organismo (e da quello di moltianimali). Purtroppo, per qualche motivo, il corpo tende a preferire effettivamente il cesio al potassioe poiché il potassio è importante per il corretto funzionamenti di tutte le cellule, il cesio raggiungepraticamente tutti i distretti corporei causando molti e diversi tipi di cancro.Il tempo di dimezzamento fisico di un radionuclide è la quantità di tempo necessaria per perderemetà della sua radioattività. Il tempo di dimezzamento biologico è la quantità di tempo che serve adun organismo (persona o animale) per espellere la metà della sostanza radioattiva assorbita.Mettendo insieme le 2 tempistiche, si può avere un'idea di quanto tempo un radionuclide pesistanell'ambiente e negli ecosistemi.Lo I-131 ha un tempo di dimezzamento fisico di 8 giorni, ma ha un tempo di dimezzamentobiologico di mesi, in questo senso la prevenzione è importante. Il rischio di assorbire iodioradioattivo può essere ridotto assumendo ioduro di potassio che satura la tiroide prevenendol’assorbimento dello iodio radioattivo. Questo fa si che lo Iodio 131 venga espulso dall’organismopiù rapidamente. Poiché lo Iodio 131 perde in tempi relativamente brevi la propria radiaottività,tende a non bioaccumularsi lungo la catena alimentare.Il Cs-137 ha un tempo di dimezzamento di 30 anni, ma ha un’emivita biologica misurata insettimane (un turnover rapido nell’organismo). Il pericolo qui è di persistenza a lungo terminenell'ambiente. Cs-137 veniva ancora rinvenuto ad alti livelli nelle pecore in Norvegia e GranBretagna 20 anni dopo l'esplosione alla centrale nucleare di Chernobyl, vicino alla città di Pripyat, inUcraina.Questo fa si che sia la stessa OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) ad affermare cheesiste un rischio di esposizione a seguito della contaminazione dei prodotti alimentari. Sebbene,aggiunge l’Organizzazione, “per rappresentare un rischio per la salute gli alimenti contaminatidovrebbero essere consumati per periodi prolungati di tempo”. Ad oggi è stata confermata lapresenza di radioattività in alcuni ortaggi e nel latte e alcuni dei primi risultati del monitoraggioalimentare rilevano la presenza iodio radioattivo in concentrazioni superiori ai limiti prescritti inGiappone. Anche il cesio radioattivo è stato rilevato e le autorità governative locali hannoconsigliato ai residenti di evitare questi alimenti, attuando misure per impedirne la vendita edistribuzione.“Sarebbe utile ottenere i valori reali delle emissioni, anche se, in realtà, non siamo certi di qualisiano o meno i livelli effettivamente ‘sicuri’ e non sappiamo se le dosi, anche molto basse, sianopericolose o meno –rileva Alessi - Le raccomandazioni della Commissione Internazionale per laProtezione Radiologica (ICRP) consigliano di non superare la dose equivalente 1 millisievert (mSv)l’ anno, esclusa l’esposizione a radiazioni che proviene dal fondo naturale e dall’esposizione medica,in casi particolari può essere consentito un valore annuo più elevato fino a 5mSv e 70 mSv nell’arcodella vita. C’è da sottolineare come questi standard siano basati su un individuo “medio”, difficilepoi da rinvenire nella realtà. Ciò che è ‘sicuro’ dipende dall'età, dalla fase di crescita, dalla varietà difonti alimentari, ecc”.Per quel che riguarda gli alimenti, nel periodo immediatamente dopo un incidente, i cibi che sonostati direttamente esposti sono più pericolosi. Questo dipende dalle piogge, dal tipo di terreno (iterreni sabbiosi sono i "peggiori") e dalla specie di pianta (se assorbe acqua in superficie o se inveceha radici profonde, dalla fase di crescita al momento dell’esposizione). Dopo Chernobyl, spinaci efunghi furono i primi ad essere contaminati e i più colpiti. Oggi in Giappone la storia si ripete: piantetrovate positive allo iodio-131 sono in primis verdure a foglia (tra cui gli spinaci) e di nuovo i funghiinsieme ad asparagi, cavoli, pomodori, fragole e angurie.