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Scienza e religione: dibattito sulle nanotecnologie

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Stati Uniti: le frontiere del "piccolissimo" sfidano i moralismi della religione

Il linguaggio della scienza non parla quasi mai il nostro lessico quotidiano e questo è uno dei motivi per cui spesso evitiamo di interessarci alle sue tematiche, che ci appaiono oscure e lontane dalla nostra esperienza. A volte, però, capita che a disturbarci non sia solo il "come" viene comunicata la scienza, ma anche il "cosa" viene comunicato. Questo accade quando tra noi e la scienza - o la tecnologia - si insinua qualcosa di più profondo e irrazionale: la religione.

Un esempio recente di questa "intrusione" ce lo offre un'indagine pubblicata alcuni giorni fà su Nature Nanotechnology. L'articolo rivela che gli americani trovano "moralmente inaccettabile" il microscopico mondo delle nanotecnologie [1], ossia quella branca della scienza che studia e manipola la materia a livello atomico e molecolare, alterandone i princìpi fondamentali [2]. Naturalmente a turbare gli animi non è lo studio del "nano", cioé del microscopico, ma le potenziali derive distruttive di questa nuova disciplina.

La possibilità insita nella nanoscienza di realizzare dispositivi capaci di autoreplicarsi, proprio come fanno i virus, ha sollevato negli ultimi anni un ampio dibattito etico [3]. Sono in molti, infatti, a temere l'impatto della nanotecnologia sulla società e sull'uomo e a tracciare scenari futuristici fatti di vittoriosi eserciti di micro robot - i cosiddetti nanobot - pronti a divorare l'intero pianeta per procacciarsi le materie prime di cui hanno bisogno.

La ricerca condotta dall'università Wisconsin-Madison ha messo a confronto le opinioni degli abitanti di 13 Nazioni sul tema delle nanotecnologie. I risultati mostrano che l'ostilità degli intervistati verso questo tipo di tecnologia è strettamente correlata alla loro fede religiosa. Nei Paesi dove la religione riveste un ruolo centrale, come gli Stati Uniti o alcuni paesi europei di stampo cattolico, come l'Italia, l'Austria e l'Irlanda, prevale la convinzione che le nanotecnologie siano "moralmente inaccettabili" per il loro potere di modificare la struttura fondamentale della materia e di creare organismi sintetici che imitano quelli naturali al punto da rimpiazzarli. Nelle Nazioni più laiche e secolarizzate, invece, come la Germania e la Francia, l'opinione pubblica sembra avere meno pregiudizi nei confronti di questo tema.

Per essere sicuri che il fattore religioso fosse determinante nel formare l'opinione che la gente ha delle nanotecnologie, i due ricercatori americani hanno tenuto conto di altri parametri, ad esempio il livello di cultura scientifica degli intervistati, il loro rendimento scolastico, l'importanza della ricerca scientifica nei paesi presi in esame dall'inchiesta. 

Il dato curioso è che le opinioni più scettiche nei confronti delle nanotecnologie provengono soprattutto dagli Stati Uniti, un Paese nel quale le ricerche in questo campo sono all'avanguardia. Si calcola che entro il 2015 l'industria delle nanotecnologie raggiungerà un valore di 3.1 trilioni di dollari, diventando parte integrante della nostra vita quotidiana.

I risultati di questa ricerca non si discostano molto da quelli emersi nell'indagine del 2004. Oggi gli americani non sembrano essere più informati sull'argomento "nanotech" di quanto lo fossero allora.  Questo, sottolineano i ricercatori, dipende principalmente da due fattori: da un lato, la scarsa attenzione che i media hanno dedicato all'argomento, dall'altro, il fatto che le persone con un forte pregiudizio religioso rifiutano di acquisire nuove informazioni da fonti che potrebbero far vacillare le loro convinzioni.

Lo studio è importante soprattutto perché mette in luce il generale pregiudizio dell'opinione pubblica nei confronti della scienza e della tecnologia quando le opinioni sono filtrate dalla lente distorcente della religione. 

Note:
[1] Un nanometro equivale a un milionesimo di millimetro, ossia a un capello umano diviso in 80 000 parti. Se usiamo il metro come unità di misura, il nanomentro sta ad un metro come il diametro di una nocciola sta a quello della Terra!
[2] Il primo riferimento alla nanoscienza risale al 1959, quando il fisico americano Richard Feynman, futuro premio Nobel, dichiarò in un visionario discorso "c'è molto spazio in basso", suggerendo la possibilità di manipolare direttamente atomi e molecole per costruire macchine utensili del tutto simili a quelle usate comunemente ma di dimensioni estremamente ridotte. Il termine "nanotecnologia", comunque, fu utlizzato per la prima volta da Kim Eric Drexler nel libro "MOTORI DI CREAZIONE - L'era prossima della nanotecnologia"(1986).
[3] Il Foresight Institute, fondato da Drexler, ha messo a punto una serie di principi per lo sviluppo etico della nanotecnologia, tra cui la proibizione di costruire pseudo-organismi autoreplicanti. In Italia, il Comitato nazionale per la bioetica ha approvato un documeno nel 2006.


Bibliografia
K. Eric Drexler, MOTORI DI CREAZIONE - L'era prossima della nanotecnologia, trad. di Vincenzo Battista (titolo originale: "Engines of Creation: The Coming Era of Nanotechnology", Anchor Books 1986). E' possibile scaricare il testo integrale in formato .pdf dai seguenti link:

Versione inglese
http://www.e-drexler.com/d/06/00/EOC/EOC_Table_of_Contents.html
Versione italiana
http://www.venetonanotech.it/bin/Engines_of_Creation_ITA.pdf
(italiano)

Link:
University of Wisconsin-Madison (2008, December 9). For Nano, Religion 
In U.S. Dictates A Wary View.
http://www.news.wisc.edu/16033

Foresight Institute (inglese)
http://www.foresight.org/

National Nanotechnology Initiative (inglese)
http://www.nano.gov/

Small Times (inglese)
http://www.smalltimes.com/

Kaspar Meuli, "Il misterioso mondo della nanomateria"
http://www.bafu.admin.ch/dokumentation/umwelt/00107/03026/index.html?lang=it

Veronica Rocco

 

 

 

 

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