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Il cambio climatico costringe milioni di persone in un circolo vizioso di insicurezza alimentare, malnutrizione e povertà

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Photo: ©FAO/Luis Tato

Il Direttore Generale della FAO a COP23: servono sistemi alimentari che mitighino e si adattino al cambiamento climatico

Il cambiamento climatico, attraverso le situazioni di siccità prolungata in Africa, sta contribuendo alla crescita della fame a livello globale.
Le emissioni del settore agricolo sono destinate ad aumentare in futuro, contribuendo ancora di più al cambiamento climatico, a meno che il mondo non adotti metodi climaticamente intelligenti di produrre, trasportare, lavorare e consumare il cibo. Questo il messaggio del Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva alla Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima, COP23.  "Il cambiamento climatico costringe milioni di persone in un circolo vizioso di insicurezza alimentare, malnutrizione e povertà. Dobbiamo guardare alla dura realtà: non stiamo facendo abbastanza per affrontare questa minaccia immensa", ha affermato Graziano da Silva, sottolineando che i Paesi meno sviluppati e i Piccoli paesi Insulari in via di Sviluppo (SIDS) sono "particolarmente vulnerabili" al cambiamento climatico. 
Ricordando che "non dobbiamo lasciarci scoraggiare dalle sfide di fronte a noi" Il Direttore Generale della FAO ha affermato che raggiungere Fame Zero entro il 2030 è ancora possibile. "L'agricoltura è dove la lotta al cambiamento climatico e alla fame si incontrano per svelare nuove soluzioni." "Non basta cambiare il modo in cui produciamo il nostro cibo. Dobbiamo integrare la mitigazione e l'adattamento al cambiamento climatico lungo l'intero sistema alimentare: dalla produzione, al trasporto, dalla lavorazione al consumo, sia nelle zone rurali che in quelle urbane" ha continuato Graziano da Silva. 

Cambiamento climatico, fame e povertà possono e devono essere affrontati assieme

La FAO ha recentemente reso noto che il numero di affamati è tornato a crescere per la prima volta in dieci anni. Oggi sono 815 milioni le persone che soffrono la fame ogni giorno.  L'aumento è dovuto soprattutto a conflitti e a crisi economiche, ma anche all'impatto del cambiamento climatico, soprattutto per quanto riguarda le situazioni di siccità prolungata in Africa. E stime dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) mostrano come il cambiamento climatico potrebbe aumentare il rischio di fame e malnutrizione fino al 20 per cento entro il 2050.  Graziano da Silva ha indicato il ruolo fondamentale dei sistemi alimentari, che sono pesantemente influenzati dal cambiamento climatico, ma che ne sono a loro volta tra i principali promotori. 

Adottare pratiche agricole climaticamente intelligenti

Almeno un quinto delle emissioni di gas serra possono essere attribuite all'agricoltura, ha ricordato Graziano da Silva. 

Dobbiamo fare molto di più per ridurre queste emissioni e allo stesso tempo migliorare i raccolti e costruire resilienza ha affermato. Questo significa adottare pratiche come l'agro-ecologia e altri approcci di intensificazione agricola sostenibile e climaticamente intelligente.  "Non possiamo aspettarci che i piccoli produttori, gli agricoltori e gli allevatori a livello familiare ...possano affrontare queste sfide da soli"; avranno bisogno di sostegno a livello nazionale e internazionale, ha aggiunto.  "Ridurre la deforestazione, ripristinare i terreni e le foreste degradate; eliminare gli sprechi e le perdite alimentari; rafforzare la capacità dei suoli di assorbire carbonio; allevamenti a basso impatto ambientale - sono solo alcune delle soluzioni conosciute per affrontare le sfide della fame, della povertà e della sostenibilità allo stesso tempo" ha spiegato Graziano da Silva.  In particolare, ha continuato il Direttore Generale, mentre l'allevamento produce più emissioni di ogni altra fonte alimentare, "un allevamento a basse emissioni è possibile" - per esempio la FAO stima che adottando pratiche migliori e già esistenti si potrebbero tagliere le emissioni del 20 - 30 per cento.  Il mandato della FAO include sostenere i paesi nel loro impegno per migliorare in modo sostenibile i loro settori agricoli; per adattarsi ai cambiamenti climatici e costruire resilienza; per mitigare il riscaldamento globale attraverso l'agricoltura. La FAO inoltre aiuta i paesi a monitorare i propri "Contributi previsti determinati a livello nazionale" (Nationally Determined Contributions) per quanto riguarda il cambiamento climatico e fornisce sostegno tecnico e finanziario per rendere realtà tali impegni. 

A COP23 la FAO ha lanciato il nuovo rapporto Tracking Adaptation in Agricultural Sectors che fornisce un quadro di lavoro e una metodologia per sostenere e monitorare le misure di adattamento nel settore agricolo.

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