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L'emergere della terza cultura e la mutazione letale di Anna Curir

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Editrice Il Sirente, 2016

 

In questo interessante lavoro dell’astronoma Anna Curir si racconta la frattura tra la cultura umanistica e scientifica , come recita il sottotitolo. E ciò avviene in 17 capitoli (preceduti da un’introduzione e seguiti da un epilogo) con frequenti riferimenti astronomici e attraverso la citazione di diversi autori. Anzi ,uno degli aspetti che colpisce di più sfogliando questo volume ancor prima di leggerlo, èl’enorme quantità di note a fondo pagina, di cui tutta la pubblicazione è costellata.

In queste note vengono riportate innumerevoli citazioni e osservazioni di altri autori ed emerge che per realizzare l’opera l’autrice ha consultato un numero veramente imponente di lavori. In particolare sono frequenti i richiami astronomici, che l’autrice padroneggia con disinvoltura; tra questi troviamo brani tratti dalle opere di Newton e Keplero.

Dal contenuto emerge una prospettiva pessimistica della Curir sul comportamento dell’umanità in generale, in merito al mantenimento delle condizioni ambientali del nostro pianeta. Il concetto viene espresso chiaramente nel quarto capitolo dove si cita l’inquietante previsione del biologo tedesco Ernst Mayr (1904-2005), secondo il quale l’intelligenza sarebbe una mutazione letale. Con questo termine, in senso evolutivo, si intende una mutazione che non permette all’individuo di raggiungere l’età riproduttiva, una mutazione che porta alla fine della specie.

Il pessimismo della Curir, come ella stessa ci descrive, è motivato dagli scarsi impegni finora assunti a livello mondiale dai governi per salvaguardare le condizioni climatiche del pianeta. Ma questo pessimismo trova uno sbocco nella speranza che la nascita di una terza cultura , cioè una cultura che ritrovi il dialogo tra scienziati e umanisti, porti ad una consapevolezza nuova nell’uomo, ad una liberazione dalla schiavitù della tecnica e quindi al successo biologico della specie umana.

Benchè l’autrice, con questo pregevole lavoro , abbia prodotto una presentazione della materia adatta anche ai non addetti ai lavori, una lettura consapevole del volume richiede una certa attenzione; non è chiaramente un libro da intrattenimento o da leggere per passatempo, ma da assimilare con calma, dedicandogli tutto il tempo che occorre.

 

Flash News

Zero emissioni al 2050 solo con nuovi modelli sociali, economia circolare e innovazione

Efficienza energetica, nuovi modelli sociali ed economici: sono questi gli strumenti chiave per raggiungere l’obiettivo ‘Zero emissioni’ entro il 2050, individuando nell’abbattimento del 65% delle emissioni di gas serra entro dieci anni un obiettivo ineludibile per contrastare il cambiamento climatico.

In attesa di conoscere gli esiti della 24esima Conferenza per il Clima, in corso in questi giorni a Katowice (Polonia), Avvenia, società del gruppo Terna attiva nel campo dell’efficienza energetica, ha analizzato i principali dati del report ‘NET-Zero by 2050’, ricerca condotta dalla European Climate Foundation (EFC) che si pone l’obiettivo di indicare una strada per arrivare all’abbattimento delle emissioni inquinanti entro l’anno 2050.

La mobilitazione delle istituzioni mondiali a favore della sostenibilità ambientale non è mai stata così intensa, rimarcando, da più parti, la necessità di limitare l’emissione di gas serra se si vuole contenere l’innalzamento della temperatura globale entro 1,5°C.

“I target da raggiungere – spiega Avvenia – vengono ridefiniti e incrementati nello studio della Fondazione europea per il clima. Innanzitutto, occorre mettere in atto una molteplicità di azioni che coinvolgano i cittadini e gli stakeholder in campo economico. Nel caso del comparto industriale, la spinta all’economia circolare sarà fondamentale, così come l’innovazione su materiali e prodotti da usare in alternativa, laddove possibile, a quelli maggiormente impattanti. Lo studio ‘NET-Zero’ ad esempio evidenzia la possibilità di sostituire l’acciaio alla fibra di carbonio del settore automobilistico, in una quota dell’8%”.

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