Qual è il destino della Chelonia mydas, comunemente nota come tartaruga verde, quando si inabissa nelle acque dell'oceano? Dove trascorre gli anni che la separano dall'età adulta, quando poi riaffiora lungo le coste dei tropici? I biologi marini si interrogano da anni sul mistero che avvolge l'esistenza di queste affascinanti creature del mare. oggi, grazie agli studi di tre biologi dell'università della Florida, siamo più vicini alla soluzione del mistero.
Prima di raggiungere la piena maturità sessuale, le tartarughe impiegano anni. Durante i primi 3-5 anni di vita si stabiliscono in mare aperto, dove seguono una dieta carnivora, nutrendosi di meduse e altri organismi planctonici che cacciano nelle profondità marine. Sono in grado di percorrere chilometri di distanza senza mai perdere l'orientamento.
In seguito migrano verso la costa e si convertono ad una dieta vegetariana lungo i bassi fondali litoranei.
Anche se non è ancora possibile stabilire il luogo esatto in cui si stabiliscono le tartarughe durante il loro soggiorno in mare aperto, la recente scoperta permette agli scienziati di conoscere l'habitat e il regime alimentare delle tartarughe verdi.
Kimberly Reich, Karen Bjorndal e Alan Bolten, responsabili della ricerca, hanno usato la tecnica dell'analisi isotopica. Gli isotopi funzionano come vere e proprie “impronte digitali” che danno informazioni sulla dieta dell’animale (erbivora o carnivora) e sui luoghi in cui è vissuto. Gli animali che occupano gli anelli più alti della catena alimentare accumulano una maggiore quantità di isotopi. Questo metodo, che misura il rapporto fra isotopi pesanti e isotopi leggeri, è in grado di distinguere gli esemplari erbivori da quelli carnivori e scoprire a quale anello della catena alimentare appartengono.
I ricercatori hanno catturato 44 tartarughe nei pressi di Great Inagua, nell'arcipelago delle Bahamas. Il campione comprendeva 28 esemplari già monitorati in precedenza e che erano stati identificati come "residenti", e 16 esemplari appena arrivati. Dopo aver asportato piccoli frammenti di guscio senza danneggiare l'animale, i biologi hanno usato uno spettrometro di massa per separare gli isotopi in base alla loro massa, e hanno messo a confronto le porzioni di guscio più antiche, cioè quelle formatesi prima, con quelle più recenti.
Gli scienziati americani hanno scoperto che con l'arrivo delle nuove tartarughe, le corazze più vecchie differivano da quelle più giovani per quanto riguarda il rapporto tra isotopi di nitrogeno leggeri e isotopi pesanti. I risultati mostrano che questi rapporti sono molto simili a quelli che si riscontrano nelle tartarughe che vivono in mare aperto e che sono carnivore.
La Chelonia mydas è una delle più grandi tartarughe dell'oceano. Per secoli è stata depredata dalle popolazioni indigene dei Tropici per ragioni alimentari. Nonostante siano state tra i primi animali ad essere inseriti nella lista delle specie protette nel 1973, le tartarughe verdi continuano ad essere cacciate per le loro carni bianche, la pelle e il carapace. Molte restano impigliate nelle reti dei pescatori, mentre i nidi vengono sempre più spesso depredati poiché le uova sono considerate vere e proprie prelibatezze.
Link consigliati:
Kimberly Reich, “Nutritional and foraging ecology of marine vertebrates with particular interest in the application of naturally occurring stable isotopes to investigate migration, ontogenetic shifts in diet, and foraging ecology of marine turtles”. University of Florida
http://news.ufl.edu/2007/09/20/seaturtle/
Veronica Rocco