Il fenomeno della moria delle Api a causa dei nuovi pesticidi
Perché muoiono le Api? Possiamo esistere senza Api? Chi sono i colpevoli della moria delle Api nel mondo?
Giovedì 5 marzo 2009 il Gruppo Paeseambiente di Paese (TV) ha organizzato una conferenza pubblica dal titolo “Le ultime Api” per parlare del fenomeno della moria delle Api a causa dei nuovi pesticidi utilizzati in agricoltura.
Riportiamo di seguito i contenuti delle relazioni
Andrea Zanoni
Presidente di Paeseambiente
La moria delle api a causa dei nuovi pesticidi (Neonicotinoidi)
Zanoni ha evidenziato come negli ultimi mesi sarà capitato un po’ a tutti di imbattersi in qualche articolo di quotidiano o settimanale o in qualche servizio televisivo, che trattava della massiccia moria delle api nella nostra regione (circa il 50% degli alveari andati perduti), in Italia e nel resto del mondo.
Ha avuto modo di toccare con mano il problema grazie ad alcuni amici apicoltori residenti nelle parti più disparate della provincia di Treviso, dalle pendici del Monte Grappa (a Crespano del Grappa), a Paese in pianura, sino a Pieve di Soligo, tutti colpiti da questo flagello con perdite dal 50% al 100 % dei propri alveari.
Del fenomeno ne ha parlato anche la nota trasmissione della RAI, Report, del 30 novembre scorso con un servizio di poco meno di un quarto d’ora; la causa di queste morie è stata accertata da numerose analisi effettuate sui corpi delle api morte che hanno evidenziato la presenza delle molecole dei nuovi pesticidi del gruppo dei neonicotinoidi.
Questi pesticidi vengono utilizzati nella concia dei semi di mais trasformando le future piante in insetticidi perenni, ovvero nella famosa mela di Biancaneve.
Dopo le proteste delle associazioni degli apicoltori italiani (In particolare: UNAAPI, CONAPI e FAI) che in Italia sono circa 50.000, con 1.000.000 di alveari, il ministero della Salute, anche su interessamento del Ministero dell’Agricoltura, con decreto Ministeriale del 17 settembre 2008 dal titolo “Sospensione cautelativa dell’autorizzazione di impiego per la concia di sementi, dei prodotti fitosanitari contenenti le sostanze attive clothianidin, thiamethoxam, imidacloprid e fipronil, ai sensi dell’articolo 13, comma 1, del decreto del presidente della Repubblica 23 aprile 2001, numero 290” ha sospeso in via cautelativa l’uso dei pesticidi Thiamethoxan, Clothianidina, Imidaclopride e Fipronil, utilizzati nel trattamento di concia delle sementi.
Il decreto, che purtroppo ha durata di un solo anno, era stato impugnato al TAR del Lazio da tre multinazionali della chimica: Bayer, Syngenta e Basf; successivamente i giudici del tribunale amministrativo con una sentenza del 19 novembre 2008 hanno rigettato il ricorso sostenendo che “L’interesse di preservare i cicli naturali delle piante e della frutta attraverso le api è prevalente rispetto agli interessi economici delle aziende agrochimiche”.
Anche il Consiglio di Stato, al quale le tre multinazionali si erano rivolte, il 19 dicembre ha ribadito quanto già espresso dal TAR del Lazio.
Recentemente i professori Vincenzo Girolami e Luca Mazzon, del Gruppo di Entomologia del Dipartimento di agronomia ambientale dell'Università di Padova, hanno eseguito una ricerca che ha portato al sorprendente risultato che conferma che un’ape che beve gocce d'acqua sulle foglie (guttazioni) di piantine di mais, nate da semi trattati con neonicotinoidi, muore nel giro di soli due minuti.
Essendo stato molto colpito da tutto questo problema e dalla frase “Se tutte le api morissero all’uomo resterebbero quattro anni di vita” attribuita ad Albert Eistein, Zanoni ha deciso di organizzare questa conferenza pubblica per affrontare il problema.
Zanoni ha quindi contattato alcuni amici apicoltori ed esperti in pesticidi, nonché il professor Vincenzo Girolami, che si sono resi disponibili per questa conferenza.
Ha infine evidenziato che quello della moria delle api è un campanello di allarme che tutti devono saper cogliere, in primis le istituzioni, inoltre bisogna riflettere sul fatto che questo fenomeno è stato scoperto grazie all’attività economica dell’apicoltura a rischio a causa della moria di api, in realtà ci sono molte altre specie di insetti impollinatori, utili all’ambiente e alle colture, altrettanto colpiti che stanno scomparendo nella più totale indifferenza.
Franco Ravagnan
Veterinario e referente per l'apicoltura dell'ULSS 8
Il fenomeno della moria delle api nel territorio dell’ULS 8
Il problema della moria delle api è iniziato nel 1999, ovvero dieci anni fa.
In particolare i primi a monitorare e denunciare il fenomeno sono stati gli apicoltori Zanchetta e Sartor i quali hanno interessato del fenomeno l’istituto nazionale di apicoltura e l’istituto zooprofilattico.
Successivamente è iniziata un’attività di monitoraggio del fenomeno con la compilazione di questionari sul tema.
Dal 2002 da parte dei tecnici dell’Istituto Zooprofilattico per particolari accertamenti ci sono state alcune difficoltà perché la Bayer che si è rifiutata di fornire il protocollo utile ad individuare la molecola incriminata.
Nel 2008 grazie a nuove tecnologie di analisi sono stati effettuati dei particolari accertamenti che hanno portato all’individuazione delle molecole dei pesticidi.
Va ricordato che i francesi hanno ottenuto il blocco dei prodotti contenenti i neonicotinoidi già dal 2001. Ora partiranno nuovi monitoraggi per individuare nuove molecole e per definire per sempre la pericolosità di questi insetticidi.
Anacleto De Luca
Apicoltore di Cison di Valmarino
Insetticidi contro le zanzare e moria di api nei laghi di Revine - Tarzo
De Luca, apicoltore di Cison di Valmarino (TV) ha ricordato come nell’area dei laghi di Revine e Tarzo e lungo il torrente Soligo sino a Follina, per alcuni anni i Comuni di Tarzo e di Revine Lago abbiano attuato la lotta contro le zanzare irrorando insetticidi dall’alto con l’uso di un elicottero.
Contestualmente a questi trattamenti gli apicoltori locali lamentavano rilevanti morie di api.
Non solo, contemporaneamente si verificavano anche strane morie di pesci in particolare lucci.
De Luca scattò delle fotografie sia all’elicottero in azione che alle migliaia di api morte davanti alle arnie. Gli apicoltori fecero intervenire la loro associazione e promossero degli incontri con l’ULSS, la Provincia di Treviso e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.
Ci furono vari incontri in cui veniva sempre messo in discussione che le vera causa fossero i pesticidi irrorati dall’elicottero. Al terzo incontro questa associazione di apicoltori abbandonò inspiegabilmente il tavolo di confronto dichiarando che gli apicoltori avrebbero dovuto arrangiarsi da soli.
Gli apicoltori fecero intervenire il rappresentante del WWF locale il quale chiese ai comuni copia delle fatture di acquisto dei prodotti tramite le quali venne accertato che quelle sostanze non potevano essere irrorate con l’uso di mezzi come ben specificato nelle schede tecniche richieste al produttore.
Anche l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie confermò che l’insetticida “phenotrin” utilizzato era “un composto ad ampio spettro non selettivo molto tossico sia per le api che per i pesci”.
Gli apicoltori maggiormente colpiti avviarono una procedura legale di risarcimento e dopo quattro anni i comuni vennero condannati a pagare i danni.
Secondo l’apicoltore il problema della moria delle api non è imputabile solo ai prodotti per la concia del mais a base di neonicotinoidi ma anche all’utilizzo dei molteplici trattamenti chimici dei vigneti per i quali viene utilizzato anche lo stesso elicottero.
Elio Toffoletto
Apicoltore di Paese
Un caso di moria di api a Paese. Interventi legislativi per limitare la diffusione dei neonicotinoidi
Toffoletto, apicoltore di Paese (TV), ha ricordato come localmente siano andate perse dal 50 al 70% delle arnie a causa delle morie imputate ai pesticidi del gruppo dei neonicotinoidi. Le api più colpite risultano essere le bottinatrici, ovvero quelle che vanno a raccogliere il polline ed il nettare.
Ha riportato le sequenze di un caso molto significativo che gli è capitato nella primavera del 2008 in concomitanza del periodo delle semine del mais. Il primo aprile del 2008 Toffoletto seminò il proprio mais, a 50 metri dalle proprie arnie, utilizzando semi non trattati; dopo tale semina naturalmente non c’è stata nessuna moria. Il 5 aprile nei campi distanti 500/600 dalle proprie arnie venne seminato del mais con l’utilizzo di semi conciati, ovvero trattati con prodotti a base di neonicotinoidi.
Il 6 aprile nelle proprie arnie venivano rilevate migliaia e migliaia di api morte.
Il 7 aprile veniva denunciato l’episodio all’ULSS (ASL) ed alle autorità competenti.
L’8 aprile un veterinario dell’ULSS prelevava i campioni di api morte per trasmetterli all’Istituto Zooprofilattico.
Le analisi effettuate su questi campioni, arrivate successivamente, confermavano quasi tutte la presenza dei terribili insetticidi della famiglia dei neonicotinoidi.
Toffoletto ha spiegato il meccanismo attraverso il quale le seminatrici movimentano i semi di mais trattati contribuendo alla dispersione nell’ambiente delle polveri di questi micidiali prodotti.
Ha poi ricordato l’iter di approvazione del decreto ministeriale per la momentanea messa al bando dei pesticidi a base di neonicotinoidi ricordandone i contenuti ed i promotori.
Infine ha dato lettura di un articolo di un quotidiano che riportava la notizia che in Italia sono morte il 50% delle api mente negli USA questa percentuale sale addirittura al 70%.
Luciano De Biasi
Ecologista di Pieve di Soligo
L’uso dei pesticidi in agricoltura.
De Biasi ha ricordato che la direttiva Europea 99/45/CE, recepita dall’Italia con il decreto legislativo 65/2003, ha prodotto la riduzione dei pesticidi in commercio da 7.000 a circa la metà (3.500) solamente perché richiedeva per la prima volta che la classificazione dei pesticidi tenesse conto degli effetti sull’ambiente.
Con una nuova direttiva l’Unione Europea il 13 gennaio 2009 ha disposto che gli Stati membri dovranno ridurre al minimo l’uso di queste sostanze chimiche puntando alla difesa integrata delle colture agricole (riduzione drastica dei pesticidi) e alla produzione biologica (eliminazione dei pesticidi chimici).
Ha poi ricordato il dato dei pesticidi utilizzati in Veneto: 15.000 tonnellate all’anno.
Nella sola provincia di Treviso nel 2006 sono stati utilizzati 3.000.000 di chili di pesticidi mentre l’anno successivo, nel 2007, ne sono stati utilizzati ben 3.100.000 con un incremento superiore al 4% (Ndr: ciò significa che nella sola provincia di Treviso vengono utilizzati una media di circa 3,5 chilogrammi di pesticidi per abitante mentre in veneto sono 3,1 a testa).
Ha evidenziato come il lavoro delle api per l’impollinazione risulti fondamentale.
Se si considera che in un alveare ci sono dalle 30.000 alle 40.000 api e che un’ape visita dai 100 ai 1000 fiori al giorno significa che, se si effettua un calcolo per difetto, un singolo alveare con le sue bottinatrici contribuisce ad impollinare ben 3.000.000 di fiori al giorno.
Ha ricordato come alcuni pesticidi abbiano conseguenze deleterie per la salute in quanto cancerogeni, mutageni o distruttori endocrini (questi ultimi indiziati anche come causa di sterilità maschile e femminile).
Ciò nonostante molti pesticidi, considerati pericolosi per l’uomo, continuano ad essere liberamente utilizzati in agricoltura.
Ha ricordato di aver richiesto all’ULSS 7 (Conegliano Veneto) quanti pazienti siano stati codificati con il codice E48 in quanto “Soggetti con patologie neoplastiche”.
La risposta è stata sorprendente: nel 2007 vi sono state 8.760 persone colpite mentre nel 2008 ben 9.146, con un aumento pari al 4,3%.
Si tratta di un aumento di malati di cancro che in percentuale va pari passo con l’aumento dei pesticidi.
Vincenzo Girolami
Ordinario di entomologia agraria dell’Università di Padova – Facoltà di Agraria
Studio sugli effetti dei neonicotinoidi nelle popolazioni delle api
Il professor Girolami ha spiegato che nel mondo scientifico non si riusciva a spiegare il meccanismo per il quale durante le semine primaverili del mais le api morissero, le multinazionali dei pesticidi inoltre continuavano a dire che nel tarassaco, fiore primaverile molto visitato dalle api, non veniva riscontrata la presenza dei neonicotinoidi.
Pertanto è stata fatta l’ipotesi che fosse l’acqua utilizzata dalle api ad essere contaminata.
Le giovani piante del mais e dei cereali, di norma, emettono dagli apici delle loro fresche foglioline delle piccole goccioline di acqua dette “guttazioni”. In laboratorio si è pertanto effettuato un esperimento che è stato opportunamente videoripreso e proiettato con il commentato dal vivo del professor Girolami durante la conferenza.
Si sono fatte nascere delle piantine di mais da semi non trattati, che risultavano essere gialli, ovvero del colore naturale del mais; contemporaneamente si sono fatte nascere delle piantine da semi trattati con pesticidi a base di neonicotinoidi, i semi risultavano alla vista di un colore rosso chiaro.
Poi si sono prelevate alcune gocce prodotte spontaneamente dalle guttazioni delle piantine e si è proceduto ad abbeverare due api, una con le gocce d’acqua delle piantine non trattare e l’altra con le gocce d’acqua delle piantine trattate, mentre la prima ape ha bevuto l’acqua senza alcuna conseguenza, la seconda, quella delle gocce delle piantine trattate (semi rossi), è morta entro due minuti come hanno testimoniato le immagini del video.
(Ndr: Il video si può vedere tramite internet collegandosi su questo link: http://firenze.repubblica.it/multimedia/home/4468701?ref=rephpsp3 ).
Il professore ha poi spiegato che il principio attivo (neonicotinoidi) era presente in quelle gocce micidiali in una concentrazione pari a 50 ppm (parti per milione) ovvero nelle medesime concentrazioni che si utilizzano per sterminare gli afidi in agricoltura.
Alcune foto mostrate dal professore hanno testimoniato come dopo l’asciugatura delle guttazioni resti un alone chiaro costituito dai residui dei pesticidi ai neonicotinoidi, ovvero un residuo a concentrazioni elevatissime.
Grazie a questo esperimento gli apicoltori tedeschi hanno chiesto alle autorità il divieto di uso di questi pesticidi ottenendolo circa un mese fa; questi apicoltori da poco hanno ringraziato ufficialmente il prof. Girolami perché il suo lavoro è stato fondamentale per ottenere questo importante risultato in tutta la Germania. Ad oggi solo l’Italia e la Germania vietano questi pesticidi che dovrebbero essere vietati su scala mondiale.
Il professore ha ricordato che il grosso problema sta nel fatto che gli agricoltori sono costantemente bombardati sulla necessità dell’uso dei concianti dei semi di mais. Un collega del professor Girolami ha dimostrato, tramite una ricerca, che nel 98% dei terreni seminati a mais risulta inutile utilizzare la concia dei semi con i pesticidi.
Quindi per il 98% dei casi la concia non serve a nulla; di regola i concianti risultano inutili e vengono utilizzati dagli agricoltori addirittura come una polizza di assicurazione.
A questo grave fenomeno di utilizzo inutile di pesticidi in agricoltura ci sarebbe una soluzione, ovvero fornire un minimo di assistenza tecnica agli agricoltori , cosa che non accade più da diversi anni così oggi a consigliare gli agricoltori sull’uso dei prodotti chimici sono i rappresentanti, ovvero la parte commerciale.
In generale, parlando di insetticidi nel loro complesso, si può tranquillamente affermare che potrebbero essere tranquillamente ridotti del 90%.
Accade addirittura che in tavola arrivi della frutta con il suo carico di principi attivi, degli insetticidi e fungicidi, tant’è che se si mettono dei funghi sopra questa frutta sono destinati a morire.
Purtroppo oggi molti insetticidi vengono santificati con la conseguenza che la cosa sta sfuggendo al controllo.
Gianluigi Salvador
Movimento Decrescita Felice e Referente energia-rifiuti WWF Veneto
Insostenibilità dell'attuale ecosistema agricolo basato sulle numerose protesi chimiche
e sui concimi chimici, grandi dissipatori di energia fossile
Salvador ha ricordato che a Bruxelles ci sono ben 14.000 lobbisti in rappresentanza delle multinazionali, gli stessi che negli USA sta combattendo tenacemente il nuovo presidente Barack Obama. Ai lobbisti interessa l’etica del trimestrale a scapito della salute dei cittadini che subiscono un trauma giornaliero continuo nella deglutizione del cibo.
Oggi nell'ambiente sono sparse ben 120.000 sostanze chimiche ed in buona parte vanno a finire nei cibi.
La monocoltura sta uccidendo interi territori mentre gli agricoltori sono sempre più dipendenti dalla chimica e dai prodotti chimici di sintesi.
L’economia comanda la politica in un qualcosa che si può definire un “inganno universale”.
Dire la verità, come si sta facendo in questa conferenza, è fare ormai un qualcosa di rivoluzionario.
Il questi anni la biodiversità nel nostro pianeta è diminuita del 30% , quando la stessa biodiversità e la salute sono componenti fondamentali per la vita dell’uomo (lo stesso articolo 32 della Costituzione italiana tutela la salute).
Oggi con l’esaurimento della fonte energetica che ci ha concesso di arrivare a questa fase di sviluppo: il petrolio, il 70% degli occupati è nei servizi mentre solo il 2/3% è occupato nell’agricoltura.
Bisogna porre fine alla crescita illimitata, il nostro mondo è finito e non si può continuare il questa direzione perché altrimenti ci vorrebbero due pianeti; è un controsenso voler crescere in modo illimitato quando il nostro mondo e le sue risorse sono limitate.Il meccanismo di crescita illimitata e a dir poco perverso.
Ogni anno nella sola provincia di Treviso vengono bruciate praticamente a cielo aperto ben 150.000 tonnellate di potature tossiche dei vigneti trattati.
Ovvero una quantità di rifiuti pari a circa la metà di tutti i rifiuti solidi urbani della provincia.
Dalla combustione all'aperto delle potature trattate in genere con idrocarburi clorurati, si sprigionano diossine, inquinanti molto pericolosi anche se ingeriti in piccolissime dosi.
Se si guardano le statistiche si scopre che la mortalità del cancro nei bambini aumenta ogni anno del 2%, spesso questi bambini muoiono a causa del bioaccumulo di sostante pericolose verificatosi negli anni nello loro madri e poi trasmesso con la gravidanza.
La soluzione a molti dei mali che stanno uccidendo il pianeta ed i suoi abitanti è l’agricoltura biologica che risparmia ben il 64% dell’energia che viene importata da fuori dell’azienda agricola.
L’Europa e gli Stati devono provvedere a degli incentivi per la ricerca nel campo dell’agricoltura biologica; bisogna rivedere i processi della produzione.
Gli interventi nella ricerca e nei controlli in agricoltura devono essere statali e non delle lobby che invece sono direttamente interessate al profitto di parte.
Gruppo Paeseambiente
Sala Consigliare del Comune di Paese
Giovedì 5 marzo 2009