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Allarme WWF: l'invasione silenziosa

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Clandestini a bordo: vengono da tutto il mondo e viaggiano nelle stive delle navi, ma non sono profughi. L'allarme del WWF sull'invasione di specie marine aliene.

Euplokamis dunlapae
Credits: Erling svensen/WWF-Canon
In questi giorni l'Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) è riunita a Londra per discutere sull'impatto ambientale dei mercantili che ogni giorno solcano mari e oceani, trasportando oltre il 90% di tutti i beni che transitano da un Paese all'altro [1]. Il WWF ne approfitta per lanciare un nuovo allarme: sono 7.000 le specie aliene che, imprigionate nelle acque di zavorra delle navi, “viaggiano” da un continente all'altro, causando danni agli ecosistemi marini e minacciando la produttività della pesca. Secondo i dati pubblicati dal WWF, oltre l'80% delle regioni costiere più ricche di biodiversità risulta contaminato da specie invasive provenienti da  mari lontani e il traffico marittimo internazionale ne sarebbe il maggiore responsabile.

Sono passati 5 anni da quando l'Organizzazione Marittima Internazionale ha adottato la Convenzione per il controllo e la gestione delle acque di zavorra delle navi, ma da allora solo uno  dei maggiori Stati marittimi ha ratificato il trattato: la Liberia [2]. La convenzione, introdotta nel febbraio 2004, ha lo scopo di prevenire e limitare l'invasione di organismi potenzialmente nocivi per gli habitat marini attraverso il trattamento della cosiddetta “acqua di zavorra”: l'acqua di mare che le navi mercantili utilizzano per riempire e zavorrare le loro stive quando viaggiano con carico parziale o senza carico. Ogni anno, secondo le stime attuali, vengono trasportati in giro per il mondo 10 miliardi di tonnellate di acqua di zavorra, che contengono una miriade di piccoli pesci, alghe, molluschi, microorganismi marini.

Il WWF chiede a gran voce la ratifica del trattato [3] che, se applicato correttamente da tutti gli Stati bandiera , garantirebbe un sistema di controllo internazionale sicuro ed efficace, a costi minimi per il traffico marittimo. Non bisogna dimenticare, infatti, che l'introduzione di specie invasive, oltre ad alterare gli ecosistemi marini, ha anche pesanti ricadute economiche sull'industria ittica dei Paesi costieri, che dal 2004 ad oggi hanno subito danni per un valore di circa 50 miliardi di dollari.
La convenzione sulle acque di zavorra entra in vigore se viene ratificata da 30 stati che coprono il 35% del tonnellaggio marittimo mercantile. Attualmente, però, dei 10 principali stati bandiera, solamente la Liberia ha sottoscritto la convenzione. Con il suo 22.6%, il Panama è il più grande paese mercantile del mondo: basterebbe che firmasse la convenzione insieme ad altri 11 Stati bandiera per rendere il trattato immediatamente operativo. “Gli stati bandiera – afferma Anita Makinen, responsabile della delegazione del WWF presso l'IMO – devono ratificare urgentemente e implementare la Convenzione per salvare l'ambiente marino da un'invasione pericolosa, salvando nel lungo tempo i soldi dei contribuenti che eviteranno di pagare il recupero degli ecosistemi colpiti, l'industria e le infrastrutture”.

Mnemiopsis leidyi
Mnemiopsis leidyi, Norvegia. Credits: Erling Svensen/WWF-Canon
Il trattamento delle acque di zavorra, previsto dalla Convenzione del 2004, consiste nel filtrare le acque prima di riempire la stiva della nave; l'acqua così filtrata viene poi sottoposta ad un sistema di purificazione che distrugge i microorganismi rimasti intrappolati. Quando il mercantile raggiunge il porto di destinazione, l'acqua di zavorra deve essere nuovamente depurata per eliminare eventuali virus e batteri che potrebbero essersi riprodotti durante il viaggio. I costi di questi sistemi  variano in base al tipo e alla grandezza della nave e oscillano fra 2 e 40 centesimi di dollaro per tonnellata di acqua trattata, ma presto scenderanno fino a 20 centesimi. La convenienza di dotare le nuove flotte di un sistema adeguato di depurazione appare evidente se si considera che ogni tonnellata di acqua non trattata costa 70 centesimi di dollaro, il 350% in più.

Lo studio del WWF analizza 25 specie marine “clandestine” che proliferano in aree molto lontane da quelle d'origine. La maggior parte di questi organismi muore durante il viaggio, ma le specie più resistenti si adattano ai nuovi habitat e mettono a rischio la sopravvivenza delle specie autoctone. Uno degli esemplari più pericolosi è la vorace medusa pettine (Mnemiopsis leidyi), detta anche ctenofora. Originaria delle coste del Nord America, questa medusa si è insediata nel Mar Nero a partire dagli anni 90, distruggendo le acciughe e la papalina (Sprattus sprattus balticus), per poi diffondersi nelle acqua del mare del Nord e del mar Baltico. Secondo uno studio pubblicato nel 2008 da un gruppo di ricercatori tedeschi e danesi, la medusa pettine sarebbe responsabile del declino del pregiato merluzzo bianco del Mal Baltico, al quale toglie le principali fonti di nutrimento: larve, uova di pesce e zooplancton.
Tra gli imputati c'è anche il gamberetto Misidiaceo rosso (Hemimysis anomala), originario del mar Nero e del mar Caspio, che oggi prolifera indisturbato nelle coste europee, spingendosi nel Nord America, fino al lago Michigan e Ontario.
Non meno dannosi gli effetti causati dal granchio guantato cinese (Eriocheir sinensis), che, a dispetto del nome, è tutt'altro che innocuo. Diffuso nel mare del Nord e sulle coste dell'Atlantico nordamericano, erode le sponde dei fiumi causando danni per 80 milioni di euro solo in Germania.
Oltre a queste specie, le acque di zavorra trasportano anche miliardi di microorganismi patogeni, come virus e batteri, che possono causano colera e altre patologie.

NOTE:
[1] Il traffico marittimo, dotato di imbarcazioni sempre più numerose, sempre più grandi e sempre più veloci,  è destinato a crescere fino al 2020 con un tasso dell'8% all'anno.
[2] La Liberia fa parte dei 10 principali Stati bandiera. Gli altri 9, che non hanno ratificato la convenzione, sono: Pananma, Bahamas, Grecia, Singapore, Hong Kong, isole Marshall, Malta, Cipro e Cina.
[3] Dei 40 Stati bandiera che nel complesso coprono oltre il 90% del tonnellaggio mercantile mondiale, solamente 5 hanno ratificato il trattato al 30 giugno 2009 (Liberia, Norvegia, Antigua&Barbuda, Francia, Spagna).


Link consigliati:


WWF
http://www.wwf.it/client/render.aspx

International Maritime Organization
http://www.imo.org/

International Convention for the Control and Management of Ships' Ballast Water and Sediments
http://www.imo.org/conventions/mainframe.asp?topic_id=867

WWF, “The silent invasion. The spread of marine invasive species via ships ballast water”
http://assets.panda.org/downloads/silent_invasion_briefing.pdf


Veronica Rocco

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