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Una nuova diagnosi biomolecolare per il carcinoma mammario

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Una nuova diagnosi biomolecolare per il carcinoma mammario tenuta a battesimo da veronesi è il regalo per i 75 anni dell’IRE

La Fondazione BNL dona un Bus Navetta per agevolare gli spostamenti dei pazienti

Per festeggiare i 75 anni, l’Istituto Regina Elena (IRE) annuncia l’applicazione di una tecnica
innovativa che consente una diagnosi intraoperatoria di metastasi nel linfonodo sentinella,così chiamato perché definito quale prima stazione linfonodale colpita da una eventuale metastasi a partenza dal tumore mammario primitivo. Lo stato istologico dei linfonodi ascellari è il fattore prognostico più importante per la sopravvivenza dei pazienti con cancro della mammella.
Il metodo denominato basato sull’Amplificazione in unica fase degli acidi nucleici ha il grande vantaggio di permettere al chirurgo, in caso di presenza di metastasi, di eseguire la asportazione immediata dei linfonodi in toto evitando il secondo intervento alla paziente. L’Istituto è il primo in Italia ad aver introdotto la metodica già in uso in Olanda e Giappone. 

L’annuncio è stato dato oggi dal Prof. Giuseppe Petrella, Presidente del Consiglio di Indirizzo e Verifica degli IFO e commentato dal padre della tecnica del linfonodo sentinella, Prof. Umberto Veronesi  nel corso della Lettura Magistrale tenuta in onore dei 75 anni dell’Istituto. Presenti il Ministro Livia Turco, il Presidente della Regione Piero Marrazzo, e numerosi rappresentanti istituzionali.


 “In una ricorrenza così importante – ha detto il Prof. Giuseppe Petrella, Presidente del Consiglio di Indirizzo e Verifica degli IFO, - ci sembrava doveroso fare un regalo alle persone che si rivolgono a noi con fiducia, anzi due. Il primo riguarda un ulteriore innovazione nella clinica e l’altro un Bus- navetta, una grande agevolazione per le numerose persone che ogni giorno si rivolgono ai nostri istituti, e che possiamo mettere a disposizione grazie alla donazione della Fondazione BNL .”

 “La nuova tecnica di diagnosi – spiega il Dott. Ferdinando Marandino, Anatomo Patologo della Struttura di Anatomia e Istologia Patologica e Citodiagnostica dell’IRE, diretta dal Prof. Raffaele Perrone Donnorso -  si basa su un metodo biomolecolare volto al riconoscimento delle metastasi linfonodali nel carcinoma mammario. Ciò rende la metodica assolutamente affidabile perchè valuta il linfonodo sentinella con una tecnica oggettiva e non soggettiva come l’istopatologia tradizionale che è patologo dipendente.”
“Il metodo di diagnosi – illustra il Prof. Franco Di Filippo, Direttore della Chirurgia generale e della Mammella IRE - è caratterizzato da affidabilità: con estrema precisione, consente di analizzare tutto il linfonodo in un solo test ed osservare anche micrometastasi; rapidità, poichè al contrario dei metodi tradizionali, nell’arco di 30 minuti e durante l’intervento  chirurgico per il tumore mammario è in grado di riconoscere,  le metastasi anche piccole presenti nel linfonodo sentinella , contribuendo così ad evitare un secondo intervento chirurgico, visto che in caso di risultato positivo, il medico asporterà tutti i linfonodi ascellari, mentre in caso di risultato negativo l’intervento si concluderà con la sola asportazione del linfonodo sentinella oltre al tumore mammario.”
L’esame istologico del linfonodo sentinella viene eseguito in genere solo dopo l’intervento chirurgico con le metodiche tradizionali attualmente in uso, anche se l’esame istologico estemporaneo del linfonodo sentinella è possibile, ma  gravato da un tasso elevato di falsi negativi che oscilla dal 5% al 52%.
Solo presso l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano è in uso una metodica molto affidabile, con esame intraoperatorio di tutto il linfonodo, secondo un protocollo da loro standardizzato  che comporta tempi di esecuzione e costi differenti.  Il nuovo metodo in uso presso l’IRE oltre ad essere veloce, affidabile e riproducibile, si rivela estremamente vantaggioso anche sul fronte economico, con una stima minima di risparmio di circa 2000 euro a intervento.
“Sono lieto- ha commentato il Prof. Umberto Veronesi – che l’IRE abbia introdotto un sistema che evita la diagnosi provvisoria che potrebbe essere smentita dopo pochi giorni, andando a fare fronte a quello che era un anello debole del procedimento chirurgico tradizionale. Ora siamo gli unici due Istituti, sebbene con due tecniche diverse, l’una istologica e l’altra biomolecolare ad assicurare una diagnosi precisa durante l’intervento. La donna al risveglio ha oggi un risultato certo. Il confronto già in atto  tra le varie metodiche e che continuerà negli anni favorirà il progresso della scienza. “
 “Il nostro obiettivo – ha detto il Presidente Piero Marrazzo - è dare più cure ai cittadini. Siamo consapevoli che anche le risorse economiche impiegate in questo settore sono investimenti preziosi sia perché orientati alla cura di malattie gravi, come il cancro, sia perché in grado di produrre ulteriori risorse. Investire nella ricerca non solo è utile, ma è essenziale per il potenziamento del nostro sistema sanitario e credo che le novità inserite nel progetto della Rete Oncologica - cioè la sintesi tra organizzazione, ricerca, linee guida, formazione e comunicazione al paziente -  siano i presupposti di un modello avanzato che ha significato non solo per la nostra Regione, ma potrà rappresentare un modello importante per tutto il sistema nazionale.”
“Gli obiettivi di domani – ha proseguito Marrazzo - sono a breve l’implementazione della rete oncologica con il potenziamento di centri di riferimento e di eccellenza come questo e tra qualche anno l’attivazione in questa sede di un centro di protonterapia, un’evoluzione della radioterapia che aprirà ulteriori nuove speranze di guarigione, progetto che stiamo portando avanti con altre importanti istituzioni quali l’ENEA e l’Istituto Superiore di Sanità.”

IFO

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