Le agenzie umanitarie internazionali, tra cui l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), devono già far fronte a seri problemi di sicurezza che ostacolano la loro capacità di raggiungere le vittime degli scontri per fornire loro la protezione e l'assistenza di cui hanno bisogno. Gli operatori umanitari, oltre alla violenze continue, devono regolarmente affrontare ostacoli e problemi ai posti di blocco, dove spesso in cambio del diritto a passare si pretende un pagamento in denaro.
Testimoni oculari hanno riferito all'UNHCR che più di mille famiglie sono fuggite da due quartieri nella parte nord di Mogadiscio a causa dei pesanti bombardamenti attuati nella zona, dove si danno battaglia, con gravi ripercussioni per i civili coinvolti, le forze del Governo Transitorio Federale e dei loro alleati etiopi, da una parte, ed i gruppi di insorti, dall'altra. Secondo quanto riportato dalle fonti, negli ultimi giorni decine di civili sono stati uccisi o feriti. Tra di loro vi sarebbero alcuni fedeli brutalmente assassinati in una moschea, un eccidio che ha sparso il panico nella popolazione ed ha contribuito al nuovo esodo dalla città.
Molti di coloro che stanno fuggendo da Mogadiscio si sono rifugiati nella macchia che circonda la città o sulla strada che porta alla piccola cittadina di Afgooye, a 30 chilometri ad ovest della capitale, dove già vivono in condizioni precarie più di 250mila sfollati. La maggior parte di queste persone ha lasciato Mogadiscio in fuga dai combattimenti avvenuti nel 2007. Gli operatori umanitari UNHCR sul campo riferiscono che dalla giornata di ieri, giovedì, i combattimenti sono diminuiti, cessando del tutto in alcune zone della città. Molte persone, tuttavia, continuano a lasciare la capitale alla spicciolata, anche se in numero minore rispetto agli ultimi giorni.
Appena le condizioni di sicurezza lo permetteranno, l'UNHCR darà il via ad una nuova distribuzione di beni non alimentari a 14mila famiglie (84mila persone) che vivono negli insediamenti sparsi lungo la strada da Mogadiscio ad Afgooye. La prima fase della distribuzione è programmata per la settimana prossima e raggiungerà 7mila famiglie, tra cui vi sono i nuclei familiari più vulnerabili. Verranno distribuiti articoli domestici di cui gli sfollati hanno bisogno con urgenza, come materassini, coperte, taniche e teli di plastica. L'anno scorso, in due occasioni diverse (aprile-maggio e settembre-ottobre), l'UNHCR ha distribuito beni non alimentari a circa 100mila persone che vivono in questa zona.ù
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