Grazie a un nuovo progetto di ricerca un passo avanti nella lotta contro la leucemia
Negli ultimi anni i ricercatori hanno identificato una serie di geni coinvolti nello sviluppo della leucemia mieloide acuta. Il più comune è il NPM1, un gene di cui si conoscono diverse funzioni.
Lo studio fa avanzare le nostre conoscenze su come funziona il NPM1, mostrando che la mutazione nel NPM1 è un evento fondamentale nello sviluppo di una gran parte dei casi di leucemia mieloide acuta e che esercita la sua influenza aiutando le cellule ad autorinnovarsi, un processo che può essere considerato come il primo passo verso la leucemia.
Il team identifica inoltre due eventi conseguenti necessari per collaborare con il NPM1 per spingere le cellule a diventare cancerose.
"Abbiamo usato la rottura mirata dei geni per osservare il modo in cui la leucemia mieloide acuta si sviluppa nei topi e abbiamo scoperto importanti fasi che si verificano quando si sviluppa il cancro. Se identifichiamo le fasi biologiche possiamo cercare nuovi farmaci che invertano il processo," dice il dott. George Vassiliou, uno degli autori principali dello studio.
Il team ha cominciato sviluppando un tipo di topi che contenesse un "interruttore di controllo" che permetteva ai ricercatori di dare inizio a mutazioni del gene NPM1 della leucemia mieloide acuta. Una volta attivata la mutazione del NPM1 nel topo, il team ha osservato che la mutazione dava alle cellule del sangue normali la capacità di rinnovarsi in maniera più efficace e faceva aumentare la produzione di un gruppo di cellule del sangue conosciute come cellule mieloidi.
Il team ha scoperto però che, nonostante le mutazioni in questo gene della leucemia che muta più frequentemente, solo 3 topi su 10 sviluppavano la leucemia e la malattia si sviluppava solo dopo un lungo periodo di tempo. I risultati suggeriscono che la mutazione del NPM1 può dare inizio al processo leucemico ma non può, da sola, portare le cellule al cancro.
Guardando le nuove mutazioni, il team ha identificato tre diversi processi che i geni mutati sembravano governare. Mentre i ricercatori del team sono stati in grado di confermare il ruolo delle mutazioni del NPM1 nell'autorinnovamento cellulare, hanno trovato nuovi geni che erano regolarmente coinvolti in uno dei due processi. Il primo gruppo di geni controllava il modo in cui le cellule proliferano; il secondo gruppo partecipava all'orchestrazione dell'attività genetica nelle cellule.
"Queste scoperte ci danno una visione molto più chiara di come questo difficile tipo di cancro si sviluppa e si diffonde," dice Allan Bradley, un'altro autore dello studio. "I nostri studi completano il lavoro della genomica del cancro umano. Insieme possiamo dare più velocemente un contesto biologico su come i cambiamenti genetici possano causare la malattia."
Adesso i ricercatori possono osservare più dettagliatamente i processi identificati e dividerli in gruppi complementari, un importante primo passo per sviluppare farmaci anti-cancro efficaci.