Scritto da Fabrizio Giangrande
Creato Sabato, 14 Maggio 2011 01:00
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Dal 5 al 21 marzo, presso i locali della Biblioteca Comunale del XV Municipio di Roma e' stata presentata la mostra fotografica dal titolo « Reflexus.Imago aquae pluviae » realizzata da Marco Lorito. I 19 scatti fotografici presentati mirano ad offrire un'immagine differente della città di Roma o meglio un differente punto di vista dal quale osservare la città'. Infatti vengono immortalati angoli della Capitale rinomati e meno, ma la in maniera del tutto inusuale. Ad essere fotografate sono le loro immagini riflesse sulle pozzanghere poste sul manto stradale. Dunque le istantanee ritraggono gli specchi d'acqua sui quali si riflettono le immagini della città eterna. Un modo, come chiarito dallo stesso autore, per far emergere il « mondopposto », non un retromondo ma un sotto mondo, una quarta dimensione che si materializza a seconda dello sguardo del proprio osservatore.Strade, monumenti ed ex impianti industriali ormai dismessi sono fotografati non direttamente.Il risultato vede foglie caduche, fango ed aghi di pino che fanno da cornice ad angoli tra i più suggestivi di Roma tra cui il Tempio di Venere presso il colle Palatino, il Teatro di Marcello e Campo de' Fiori.Ma anche zone periferiche e meno blasonate che tuttavia custodiscono fascino e suscitano interesse come le vecchie zone industriali poste sulle rive del fiume Tevere nei pressi del quartiere Ostiense. Angoli della città il cui valore va oltre le scelte architettoniche e la cui bellezza sta nell'essere in grado raccontare storie di uomini che solo fino a 70 anni fa hanno lavorato e vissuto in quei vecchi impianti industriali posti ai margini della Roma di allora.Le fotografie scattate da Marco Lorito appaiono all'osservatore in maniera rarefatta, ondulata e distorta, sembrando quasi di appartenere più allo stato onirico della mente dell'individuo che al mondo dell'esperienza.Immagini intrise di malinconica poesia suscitano nell'osservatore un lavoro profondo ed introspettivo facendolo tornare indietro con la memoria al ricordo di una città lenta, vecchia e spirituale, in cui vi era ancora il tempo per guardare scendere la pioggia e annusarne l'inebriante profumo.Un'opera quella realizzata da Marco Lorito che certamente rappresenta un invito.Un invito a ritornare ad un vecchio modo di vivere il tempo fatto di stagioni di foglie caduche e di piogge ma anche un diverso modo di vivere lo spazio cittadino, attraverso un maggiore equilibrio con la natura.Soprattutto un invito a fare ciò che fanno le pozzanghere che ha immortalato nei suoi scatti fotografici: riflettere. Riflettere sullo scorrere del tempo, sugli effetti di questo sulle nostre città e soprattutto sull'individuo inteso sia come singolo sia come collettività. Riflettere sulla nostra società, sui nostri sogni, sui progetti sul futuro verso cui ci stiamo incamminando. Fabrizio Giangrande