Scritto da WWF
Creato Giovedì, 26 Maggio 2011 08:10
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“PROGETTO PREVIENI”: AMBIENTE, SALUTE E RIPRODUZIONE L’INQUINAMENTO NASCOSTO CHE METTE A RISCHIO FERTILITA’ E SALUTE Presentati oggi i primi dati del nuovo studio sugli “interferenti endocrini”:Si trovano anche in cibo e oggetti. Otto bambini su dieci nascono già contaminatiCoinvolte per confronto due Oasi WWF abruzzesi, dove i cicli vitali sono protettiL’inquinamento ambientale può avere ripercussioni negative sulla fertilità umana e animale, e lesostanze nocive che ne sono responsabili - dette “interferenti endocrini” perché interferiscono sugliequilibri degli ormoni sessuali - non solo ci “contaminano” quotidianamente attraverso l’alimentazioneo il contatto con tessuti, oggetti, plastiche e detergenti, ma sono anche in grado di superare la barriera,un tempo ritenuta invalicabile, della placenta, tanto che otto bambini su dieci nascono già“contaminati”, anche se senza apparenti disturbi. D’altro canto, lo studio mostra anche che in ambientitutelati come le Oasi WWF, la presenza dei contaminanti ha un impatto ridotto e non comportaconseguenze sulla riproduzione delle specie studiate.Lo rivelano i primi dati, presentati oggi a Pescara nel mese di promozione delle Oasi WWF, del progetto“Previeni” (www.iss.it/prvn), il primo studio interdisciplinare sul rapporto tra gli “interferenti endocriniemergenti” (perché ancora non studiati in maniera sistematica), la salute e l’ambiente, condotto dalWWF insieme all’Istituto Superiore Sanità, il Dipartimento Salute della Donna e Medicina delTerritorio-Università Sapienza di Roma/Ospedale Sant’Andrea e l’Università di Siena, promosso efinanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.Lo studio, che ha analizzato un campione di 250 coppie affette da infertilità, 10 coppie mammebambinoe diverse specie animali che abitano la natura protetta di due Oasi WWF in Abruzzo (Sorgentidel Pescara e Diga di Alanno), evidenzia come negli individui che vengono esposti maggiormente adinterferenti endocrini aumenti il rischi di infertilità e patologie correlate. Un dato che conferma altreindicazioni della letteratura scientifica internazionale, che mostrano come alti livelli di interferentiendocrini aumentino i disturbi della fertilità, della gravidanza e dello sviluppo infantile.Non solo: lo studio “Previeni” ha anche confermato che gli “interferenti endocrini” sono in grado diattraversare la placenta, passando direttamente dalla madre, che dopo la gravidanza risulta in parte“svelenata”, al bambino, che nasce già contaminato. Una contaminazione di partenza che, in assenza dimisure di prevenzione, potrà continuare nella vita successiva. Qualche numero? Nel 100% dei casi, dauna madre contaminata nasce un bambino contaminato, e su dieci coppie mamma-bambino, ottopresentano tracce di interferenti endocrini, nello specifico “ftalati”.Nonostante le limitazioni di legge, ottenute grazie anche alla spinta congiunta del mondo scientifico e delmondo ambientalista, interferenti endocrini ancora si trovano in oggetti di uso comune come tappeti,vestiti, pentole antiaderenti e vernici (“composti perfluorurati-PFC”, idrorepellenti e anti-macchia),giocattoli, contenitori e dispositivi medici (“ftalati”, rendono il PVC più flessibile), tessuti, auto, pc etelevisori (“ritardanti di fiamma”, riducono l’infiammabilità), pesticidi, oli e prodotti industriali(“policlorobifenili-PCB”, in alcuni paesi proibiti già dagli anni 70-80, ma persistenti nell’ambiente).E loro tracce vengono riscontrate anche negli alimenti, dove arrivano sia per contatto diretto, peresempio con i contenitori di plastica, sia per l’inquinamento degli ambienti in cui vengono allevati glianimali e coltivate le piante. Molti interferenti endocrini (come i PFC, i ritardanti di fiamma, i PCB), sonoinfatti contaminanti “persistenti” perché, anche quando dispersi nell’ambiente, non si degradano masi accumulano negli organismi viventi (e in particolare negli animali al vertice della rete alimentare),continuando a penetrare nell’organismo attraverso la cute, le mucose, l’apparato respiratorio el’alimentazione. Al punto che anche sostanze vietate ormai da decenni come il DDT, continuano ad esserepresenti nell’aria, nella terra e nell’acqua e vengono ancora riscontrati in bambini e animali nati oggi.Altre sostanze, come gli ftalati, sono meno persistenti, ma il loro vasto utilizzo in un gran numero dimateriali fa sì che se ne trovino tracce anche nell’ambiente e nelle reti alimentari.Le cose cambiano se dagli ambienti urbani passiamo a un ambiente tutelato come quello delle dueOasi WWF abruzzesi coinvolte nello studio, Sorgenti del Pescara e Diga di Alanno. In entrambe, icontaminanti oggetto dello studio sono stati riscontrati in livelli estremamente bassi, senza alcun impattosul sistema riproduttivo delle specie analizzate: il lombrico (Lumbricus terrestris), i pesci barbo (Barbustyberinus) e trota (Salmo trutta), e come uccello acquatico la folaga (Fulica atra). Ma anche all’internodelle Oasi, le aree a valle di insediamenti industriali e discariche, ovvero la confluenza del fiume Aternoe la Diga di Alanno, risultano meno “pulite” sia a livello ambientale sia negli animali studiati.“Dal momento che i nostri alimenti sono prodotti da organismi viventi, la sicurezza alimentare è uno snodochiave fra la qualità dell’ambiente e la nostra salute – ha dichiarato Alberto Mantovani, dirigente diricerca dell’Istituto Superiore di Sanità e coordinatore del progetto – Il progetto Previeni, uno dei primiin Italia che integra diverse discipline scientifiche, studia i contaminanti emergenti capaci di alterare i nostriormoni, con il preciso obiettivo di aggiornare i sistemi di prevenzione dei rischi per la nostra salute.”“La contaminazione dell’ambiente è un nemico nascosto, che oltre a minacciare gli ecosistemi terrestri emarini, passa attraverso il cibo e gli oggetti che usiamo ogni giorno, con conseguenze anche gravi sullanostra salute - ha detto Donatella Caserta, ordinario di ginecologia e ostetricia dell’Università diRoma “Sapienza” – Per ridurre i rischi, dobbiamo limitare la nostra esposizione a queste sostanze,attraverso stili di vita e scelte alimentari consapevoli. Ed è sempre più necessaria la realizzazione diadeguati programmi di controllo, sulla base di un sano principio di precauzione.”“Un ambiente tutelato e vitale è una risorsa positiva anche per la salute umana, capace di migliorare lecondizioni di vita ed aumentare il benessere – ha detto Eva Alessi, responsabile sostenibilità del WWFItalia - Nell’ultimo ventennio, la forte industrializzazione ha determinato una contaminazione ambientalediffusa senza precedenti. Mai come oggi, la normativa in materia di sostanze chimiche deve diventare piùefficace e restrittiva, nell’ottica di salvaguardare la salute dell’uomo e dell’ambiente.”I primi dati del progetto sono stati presentati oggi, presso la Scuola Secondaria Edmondo di Pillo, a Popoli (Pescara),nei pressi, da Alberto Mantovani dell’Istituto Superiore di Sanità, Eva Alessi del WWF Italia, Cristiana Guerrantidell’Università degli Studi di Siena, Cinzia La Rocca dell’Istituto Superiore di Sanità, Donatella Casertadell’Università degli Studi di Roma “Sapienza”, Michele Amorena dell’Università degli Studi di Teramo. Eranopresenti Carlo Zaghi del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il sindaco di Popoli,gli assessori regionali e provinciali ai Parchi e all’Ambiente e la presidente del WWF Abruzzo.In una seconda fase, entro la fine dell’anno, verranno presentate anche le ripercussioni nell’etàevolutiva e sull’infertilità sine causa dell’esposizione a questi stessi contaminanti.Si fa anche questo nelle Oasi WWF. Il convegno è stato organizzato nelle tre settimane dipromozione delle Oasi WWF, un patrimonio comune di oltre 30.000 ettari di natura, che oltre aproteggere gli ambienti più belli e preziosi del nostro territorio, sono anche un importante laboratorioper la ricerca scientifica avanzata. Un patrimonio che quest’anno il WWF ha deciso di ampliarecercando di salvare, tramite una grande iniziativa di raccolta fondi, tre preziosi boschi a rischio datrasformare in nuove Oasi, al sicuro da ogni minaccia e aperte alla fruizione di tutti. www.wwf.itRoma, 26 maggio 2011 - Ufficio Stampa WWF ItaliaAl convegno: Francesca Mapelli 349 0514472 - In sede: 06 84497377, 02 83133233SCHEDA DI APPROFONDIMENTO1) INTERFERENTI ENDOCRINI: QUESTI SCONOSCIUTICOSA SONO? Gli interferenti endocrini (Sostanze chimiche con Attività Endocrina - EndocrineDisrupting Chemicals ) sono un eterogeneo gruppo di sostanze in grado di interferire con ilfunzionamento del sistema endocrino attraverso svariati meccanismi. Le condizioni di equilibrio(omeostasi) della tiroide e degli ormoni sessuali sono i loro principali bersagli. La salute riproduttiva el’infanzia sono le fasi biologiche più suscettibili. Agiscono anche a basse dosi. Dipendono molto dallescelte alimentari e gli stili di vita.QUALI SONO? (elenco non esaustivo)1. Contaminanti Organici persistenti (POP): pesticidi, biocidi, antiparassitari2. Sostanze industriali e “prodotti di consumo”Tra le sostanze chimiche più studiate per le loro proprietà estrogeniche ci sono gli ftalati e il bisfenolo A,da marzo di quest’anno vietato nell’Unione Europea nei biberon in plastica. In particolarel’esposizione ad alcuni ftalati comporta importanti alterazioni dello sviluppo del sistemariproduttivo maschile.FTALATI: vengono usati per rendere flessibili le plastiche a base di PVC utilizzate nella produzionedei materiali di imballaggio, nei giocattoli per l’infanzia e nei dispositivi medici quali i tubi e lesacche per trasfusione. Ma poiché gli ftalati non hanno un legame chimico “forte” con il PVC, vengonorilasciati nelle materie con cui vengono in contatto, come fluidi biologici e alimenti, rappresentandocontaminanti ad elevato impatto sulla salute umana, anche in fasce di popolazione a rischio comel’infanzia e gli adulti sottoposti a trattamenti terapeutici continuativi.La maggior parte dei dati relativi all’effetto tossico degli ftalati derivano da studi condotti suimammiferi, dove si è osservato che gli ftalati possono determinare danni al fegato, ai testicoli, anomalienella progenie.Tra i composti maggiormente impiegati come plasticizzanti oltre il 50% è rappresentato dal di-2-etilesilftalato (DEHP). Sulla base della cancerogenicità accertata in topi e cavie, nel 1982 l'AgenziaInternazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato il DEHP come probabilecancerogeno per l'uomo. Il prodotto principale di degradazione del DEHP è il mono(2-etilesil)ftalato(MEHP) che è risultato positivo a diversi test di mutagenesi ed è il composto più tossico, nonché quellorinvenuto nelle otto coppie madre-figlio analizzate da Previeni.I COMPOSTI PERFLUORURATI (PFC) sono sostanze di sintesi ampiamente utilizzate in ambitoindustriale e in beni di consumo, quali rivestimenti idrorepellenti e resistenti alle macchie per tessuti etappeti, rivestimenti impermeabili ad olio e grassi per carta ad uso alimentare, antiaderenti dellepadelle in Teflon®, schiume antincendio, vernici per pavimenti ed insetticidi. Un’ampia gamma dicomposti organici perfluorurati è presente nell’ambiente. L’elevata stabilità rende queste molecole ingrado di accumularsi negli organismi, per i quali risultano nocive. PFOS (perfluorottano sulfonato) ePFOA (acido perfluorottanoico) fanno parte del gruppo dei PFC, sono interferenti endocrinicaratterizzati anche da neurotossicità e capacità di interferire con lo sviluppo fetale. Nonostantel’importanza dei PFC come contaminanti ambientali e l’individuazione di questi composti in diversianimali in numerose aree del mondo, poco è noto sulla loro presenza e la distribuzione ambientale inItalia. Nel 2006 l’EPA ha decretato che entro il 2015 tutte le emissioni di PFOA dovranno essereeliminate. Nello stesso anno il Science Advisory Board dell’EPA ha suggerito l’inserimento del PFOAfra le sostanze potenzialmente cancerogene.I RITARDANTI DI FIAMMA sono aggiunti a molti oggetti allo scopo di ridurre la loroinfiammabilità, tra cui vernici, fibre tessili e altri materiali. Il loro principale utilizzo viene fattodall’industria elettronica per la produzione di cavi elettrici, componenti di televisori, computer,automobili, e circuiti elettrici in genere. I ritardanti di fiamma possono essere suddivisi in diversigruppi a seconda della loro natura chimica. I più importanti sono i difenileteri polibromurati (PBDE) e ibifenili polibromurati (PBB).I POLICLOROBIFENILI (PCB) sono stati utilizzati per numerose applicazioni tecniche. I PCB,prodotti commercialmente dagli anni ’30, utilizzati per diverse applicazioni, fra cui fluidi dielettrici percondensatori e trasformatori, fluidi per il trasferimento di calore, fluidi idraulici, oli lubrificanti e dataglio, come additivi in pesticidi, pitture, materie plastiche, ecc., cominciarono ad evidenziare, già nel1966, i primi effetti tossici sulla salute di volatili e persone. Alla fine degli anni ‘70, la loro estremapersistenza e gli effetti negativi sulla salute portarono a proibirne la produzione in alcuni paesiindustrializzati, che hanno poi intrapreso azioni per controllarne e restringerne il flussonell’ambiente. I PCB non esistono in natura, dunque, la loro attuale diffusione nell’ambiente è legataalla produzione storica e al loro conseguente utilizzo, smaltimento o rilascio accidentale da parte diprodotti o materiali contenenti PCB. La loro resistenza ai processi di degradazione biologica e fisicochimicali rende contaminanti estremamente persistenti. Si accumulano negli ecosistemi terrestri eacquatici, diffondendosi su scala planetaria attraverso processi atmosferici. I PCB sonoresponsabili di una vasta gamma di effetti tossici cronici. Danneggiano tra l'altro il sistema immunitarioe il sistema nervoso centrale. Inoltre, provocano effetti nocivi sui meccanismi di regolazione endocrina(ormonale) dell'organismo. Alcuni PCB producono effetti simili a quelli della diossina.INTERFERENTI ENDOCRINI “NATURALI”: anche negli alimenti possono essere naturalmentepresenti sostanze in grado di provocare interferenze con il sistema endocrino. Tra queste, lesostanze rilasciate da muffe e funghi alimentari (micotossine) e gli estrogeni vegetali (fitoestrogeni)contenuti in piante come la soia in primis, i legumi, ortaggi (asparagi, carote, piselli, patate ecc). Seda un lato una buona assunzione alimentare di fitoestrogeni può essere un fattore protettivo controalcuni tumori (ad es., mammella, prostata) e patologie della menopausa, ci sono perplessitàsull'esposizione a dosi elevate soprattutto durante la gravidanza o la prima infanzia, per es.attraverso l'uso di integratori o latte artificiale a base di soia.