La corsa alloro nero minaccia i tesori del mare
Abbiamo riscontrato, inoltre, chiare violazioni procedurali nelle richieste dei permessi: documentazione incompleta e studio ambientale totalmente insufficiente e inesatto.
Non si tiene minimamente in considerazione l’incredibile biodiversità dell’area né la sua importanza per le risorse ittiche, mentre è chiaro che le attività proposte causeranno seri impatti sulla vita marina.
A bordo della nostra Rainbow Warrior abbiamo effettuato una ricognizione preliminare sui banchi Skerki, Talbot, Avventura e Pantelleria. La notevole documentazione fotografica raccolta conferma come i banchi siano aree spettacolari. Particolarmente ricche di pesci, dalla murena al torpedo comune, e di habitat chiave, come le praterie di posidonia, ospitano anche importanti aree di riproduzione di specie commerciali come il nasello e la triglia. Bellissime le grotte e le pareti rocciose ricoperte da organismi filtratori come il corallo arancione Astroides calycularis.
Al piano delle compagnie petrolifere che vogliono trasformare il Canale di Sicilia in un nuovo Golfo del Messico, noi contrapponiamo la proposta di una riserva marina, che vieti nelle aree più sensibili ogni attività estrattiva, compresa la pesca.
Purtroppo, a causa dell’eccessivo e distruttivo saccheggio da parte dell’uomo, le risorse sono in crisi e solo con la tutela di aree chiave si potranno ripopolare i nostri mari. I banchi per la loro ricchezza in biodiversità sono l’ultima speranza per ridare una chance al settore. È fondamentale che in questo momento comunità locali e pescatori facciano sentire le loro ragioni non solo per lottare contro l'imminente minaccia delle perforazioni ma per tutelarli in maniera duratura.
Chiediamo con urgenza al Ministro dell’Ambiente, l’On. Prestigiacomo, di bloccare ogni folle progetto di esplorazione petrolifera nel Canale di Sicilia e di attivarsi immediatamente per garantire la dovuta tutela per le aree più vulnerabili. Proprio oggi i comitati locali, di cui Greenpeace fa parte, presentano al Ministero dell’Ambiente la propria opposizione al progetto di esplorazioni petrolifere nel Canale.