E' svedese la prima città eco compatibile al 100%
Malmö, antico porto affacciato sul Mar Baltico, è la terza città della Svezia. E’ anche la città “del futuro”, o meglio, del presente, visto che oggi uno dei suoi quartieri più importanti, Porto Ovest, produce il 100% della propria energia da fonti rinnovabili: ricava il calore dal vento, dal mare, dalla terra e dal sole, e alimenta i veicoli con biogas proveniente dalle fognature e dai rifiuti urbani.
I suoi 300.000 abitanti parlano una Babele di 100 lingue e appartengono a 164 diverse nazionalità. Per oltre 150 anni Malmö è stata un importante polo industriale, sede del cantiere navale di Kockum. Quando però il cantiere fu smantellato a metà degli anni ’80, i residenti cominciarono ad abbandonare la città. All’inizio degli anni’90 parte un’imponente opera di riqualificazione con un unico, grande obiettivo: trasformare il Porto Ovest della città da zona industriale degradata a modello di urbanizzazione ecologica. Il quartiere è stato pensato in termini di efficienza energetica. Una turbina eolica da 2 Megawatt soddisfa l’intero fabbisogno di elettricità. L’acqua calda è fornita da un sistema di pompe che ricavano il calore dall’acqua marina dei canali, dai pannelli solari installati sugli edifici e da un sistema di accumulo nella falda acquifera. Cucine e veicoli sono alimentati da biogas. Gli architetti si sono ispirati al piano regolatore di un’antica città medievale, Lund, fatta a “misura d’uomo”. Le strade sono strette e i palazzi non molto alti, fatta eccezione per il celebre Turning Torso, il torso rotante, gioiello architettonico progettato da Santiago Calatrava: un edificio di 190 metri che svetta su tutti gli altri con le sue forme plastiche ispirate al movimento di torsione del corpo umano. I veicoli privati sono ridotti al minimo, a tutto vantaggio del trasporto pubblico, oltre che di vaste aree pedonali e piste ciclabili. Negli ultimi anni Malmö si è prefissata un altro importante obiettivo, sicuramente non difficile da raggiungere in una città che ha fatto dell’ambiente il proprio cavallo di battaglia: ridurre le emissioni di anidride carbonica tra il 2008 e il 2012 del 25% in più rispetto al 1990. La città svedese partecipa al progetto Secure, ossia Sustainable Energy Communities and Urban Areas in Europe, finalizzato a trovare soluzioni innovative per produrre energia a livello locale. Oggi i residenti sono circa un migliaio, ma il quartiere è progettato per ospitarne almeno 10.000. L’efficienza energetica, tuttavia, non è “a portata di tutti”. Le abitazioni, soprattutto nella prima fase di progettazione, non sono state “pensate” per diverse tipologie di inquilini, come gli anziani, le famiglie numerose, etc. I residenti, infatti, sono per la maggior parte studenti universitari, che vivono in alloggi di lusso, dotati di ogni comfort e a prezzi a dir poco proibitivi. E’ per questo che gli architetti stanno cominciando a diversificare l’offerta, progettando case fatte anche per altre tipologie di abitanti. Oggi il “cuore verde” d’Europa ha vinto la sfida dell’autosufficienza energetica e rappresenta un modello indiscusso di sviluppo urbanistico eco compatibile, ma non può ignorare i cambiamenti sociali che stanno modificando profondamente il volto di questa città. La prossima sfida di Malmö è a pochi chilometri di distanza, nel quartiere di Rosengrad, che ospita 21.000 immigrati: qui il tasso di disoccupazione è alto, la criminalità cresce e le barriere linguistiche aumentano il divario tra ricchi e poveri.
Veronica Rocco