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Jacques Diouf: occorre un nuovo ordine agricolo mondiale

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Proposto un Vertice per il 2009. Per sconfiggere la fame 30 miliardi di dollari l'anno

Il Direttore Generale della FAO, Jacques Diouf, ha fatto oggi appello ai leader mondiali affinché nel 2009 si convochi un Vertice per discutere di come costruire un nuovo ordine agricolo mondiale e trovare i 30 miliardi di dollari l'anno necessari per cancellare la vergogna della fame nel mondo una volta per tutte.

Intervenendo alla sessione speciale della Conferenza di governo dei 191 membri della FAO (18-22 novembre), Diouf ha spiegato la necessità di un Vertice mondiale dicendo che: "Dopo oltre 60 anni (dalla fondazione della FAO, ndr) è decisivo creare un nuovo sistema che promuova la sicurezza alimentare mondiale".

"Dobbiamo correggere il sistema attuale che genera insicurezza alimentare a causa delle distorsioni dei mercati internazionali causate da sussidi agricoli, tariffe doganali e barriere commerciali ma anche da un'iniqua distribuzione nelle risorse dell'assistenza ufficiale allo sviluppo e nei budget nazionali dei paesi in via di sviluppo", ha continuato Diouf.

Il Vertice, proposto per la prima metà del 2009, "dovrebbe gettare le basi per una nuova governance della sicurezza alimentare mondiale e per un nuovo sistema di commercio agricolo che offra agli agricoltori - sia dei paesi sviluppati che di quelli in via di sviluppo - le condizioni per guadagnarsi da vivere in modo dignitoso". "Dobbiamo avere l'intelligenza e l'immaginazione per riuscire a formulare politiche di sviluppo agricolo insieme a regole e meccanismi che assicurino un commercio internazionale non solo libero ma anche equo", ha aggiunto il Direttore Generale della FAO.

Liberare l'umanità dalla fame
Il Vertice dovrebbe anche "approvare lo stanziamento di 30 miliardi di dollari annui per costruire le infrastrutture rurali ed incrementare la produttività agricola nei paesi in via di sviluppo".  Proporre un impegno finanziario di tale natura per liberare l'umanità dalla fame non è certo una richiesta stravagante, se si considera in pochi giorni per fermare il tracollo finanziario internazionale la comunità internazionale è riuscita a mobilitare una somma cento volte più grande.  Quest'ammontare è modesto a paragone dei 365 miliardi di dollari dati nel 2007 a sostegno dell'agricoltura nei paesi OCSE ed ai 1.340 miliardi spesi nello steso anno in spese militari nei paesi sviluppati ed in quelli in via di sviluppo.

Lo scorso mese in occasione delle celebrazioni della Giornata Mondiale dell'Alimentazione a New York, alla presenza del Presidente Clinton e del Segretario Generale delle Nazioni Unite e solo qualche settimana fa nel suo messaggio di congratulazioni al nuovo Presidente eletto Barack Obama, Diouf aveva proposto che gli Stati Uniti fossero i promotori della convocazione di un Vertice.

Nel corso del Vertice i capi di stato e di governo dovrebbero anche discutere dell'istituzione di un Fondo per gli interventi d'emergenza, in grado di fornire risorse di reazione rapida per far aumentare la produzione alimentare nei paesi poveri fortemente dipendenti dalle importazioni di cibo, ha aggiunto Diouf.

Non occorrono nuove strutture
Per raggiungere questo obiettivo, Diouf ha proposto di partire dall'esistente Commissione FAO per la sicurezza alimentare (CFS, l'acronimo inglese), creata nel 1974 per monitorare la situazione alimentare mondiale.  "In quanto istituzione intergovernativa la Commissione è universale ed è aperta a tutti i Paesi Membri della FAO, ed ai rappresentanti dell'ONU e di altre organizzazioni internazionali, alle ONG, alla società civile ed al settore privato", ha fatto notare il Direttore Generale della FAO.

Nello specifico, il ruolo della Commissione dovrebbe essere quello di prevenire le crisi alimentari internazionali ed aiutare a sviluppare e attuare le politiche a livello nazionale, regionale ed internazionale necessarie per raggiungere la sicurezza alimentare.  Potrebbe anche servire da forum di discussione su quali principi dovrebbero governare il commercio agricolo internazionale per favorire la sicurezza alimentare.  Uno dei compiti dovrebbe essere quello di analizzare bisogni e rischi futuri e formulare raccomandazioni sulle politiche più appropriate.

Dovrebbe essere rafforzata ed ampliata per diventare un sistema coerente di governance della sicurezza alimentare mondiale, e dovrebbe includere una "Partnership globale per la sicurezza alimentare mondiale" basandosi su alleanze già avviate e sui già esistenti gruppi consultivi esterni di esperti di produzione agricola, zootecnia, pesca, foreste e degli aspetti socio-economici dell'alimentazione e dell'agricoltura, possibilmente con la stessa formula usata per il Gruppo intergovernativo di esperti sul Cambiamento climatico (IPCC).

Diouf ha poi sottolineato come la FAO sia ben consapevole di cosa occorra fare per sradicare la fame nel mondo e raddoppiare la produzione alimentare mondiale per il 2050 per dar da mangiare ad una popolazione prevista di oltre 9 miliardi di persone.  "Esistono già i piani, I programmi ed i progetti per risolvere il problema della fame", ha sottolineato Diouf.  Il raggiungimento di questi obiettivi è un problema di volontà politica e di risorse, e non un problema tecnico.

 Il Piano d'Azione
Si prevede che la Conferenza adotti un immediato Piano d'Azione della durata di tre anni per procedere ad un'ampia riforma dell'organizzazione, a seguito della Valutazione Esterna Indipendente condotta nel 2006-07.  Tra gli elementi principali del Piano d'Azione una maggiore focalizzazione sugli obiettivi e sulle funzioni di base dell'agenzia, il rafforzamento della governance e degli organismi di controllo, e l'ottimizzazione delle prestazioni mediante procedure di gestione più snelle e trasparenti.

"L'intenzione (...) è riformare la FAO in modo che possa svolgere un ruolo più efficace per il raggiungimento della sicurezza alimentare", ha affermato Diouf, che ha poi aggiunto: "Dobbiamo cambiare anche la finanza pubblica, il contesto politico ed il sistema commerciale mondiale all'interno dei quali opera la FAO".

L'attuazione del piano d'azione, se adottato, avverrà a partire dall'anno prossimo e si concluderà alla fine del 2012.
 
Notizie dalla FAO online:  http://www.fao.org/newsroom/it/index.html

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Oltre l'80% delle emissioni inquinanti a effetto serra nel 2006 sono state prodotte dalle attività produttive, anche se tra gli anni '90 e il 2006 il loro peso complessivo è diminuito. Il resto sono generate dalle attività delle famiglie come auto, riscaldamento e cucina.A dirlo è l'ISTAT, Istituto Nazionale di Statistica, che ha reso noti i dati raccolti da Namea per gli anni 1990-2006. Secondo lo studio, l'attività produttive che maggiormente contribuisce alle emissioni inquinanti è l'attività manifatturiera, che genera il 27,1% delle emissioni complessive.

 

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