Sintetico o naturale? Il 2009 sarà l'anno delle fibre naturali
È stato lanciato oggi ufficialmente presso la FAO l'Anno internazionale delle fibre naturali 2009, per celebrare l'importanza del cotone, del lino, della canapa, della juta, ma anche della lana, dell'alpaca, dell'angora, del cachemire e di tutte le altre fibre naturali.
Come per l'anno internazionale della patata nel 2008, o nel 2004 per quello dedicato al riso, su richiesta dell'Assemblea Generale dell'ONU la FAO è l'agenzia che coordina celebrazioni ed eventi, per contribuire a sensibilizzare l'opinione pubblica sul ruolo di familiari risorse naturali spesso date per scontate.
Alla cerimonia di lancio Hafez Ghanem, Vice Direttore Generale della FAO del Dipartimento Economico e Sociale, ha detto che la produzione di fibre di origine animale e vegetale rappresenta un rilevante settore per gli agricoltori di tutto il mondo, valutato nell'ordine di 40 miliardi di dollari l'anno.
Le fibre, ha aggiunto, in alcuni casi arrivano a rappresentare fino al 50 per cento delle esportazioni di alcuni paesi in via di sviluppo. "Agricoltori ed addetti alla lavorazione in questi paesi dipendono dai ricavi delle vendite e dalle esportazioni come fonte di reddito primaria e per la propria sicurezza alimentare".
Il cotone
Nel mondo, ogni anno si producono circa 30 milioni di tonnellate di fibre naturali, siano di origine animale che vegetale, dalla Cina (seta) alle Ande (alpaca). La fibra di gran lunga più diffusa è il cotone, con una produzione annua di circa 25 milioni di tonnellate, mentre ogni anno si producono 2.2 milioni di tonnellate di lana in 100 paesi, con l'Australia che da sola rappresenta quasi un quarto del totale.
La juta, che si ricava dal fusto di piante del genere Corchorus, è la seconda fibra per volume di produzione (2,3/2,8 milioni di tonnellate), ma in termini di guadagno è molto meno lucrativa della lana. I principi produttori sono l'India ed il Bangladesh.
Il sisal, l'henequen e fibre dure simili sono prodotte dalle foglie dell'Agave, principalmente in Africa, America Latina e Cina. La fibra di cocco viene usata per tappezzerie e per materassi ma sta trovando nuovi impieghi nel geotessile ed in materiali composti.
Dai filtri per il tè alle banconote
L'abaca, che deriva dallo stelo delle foglie di una pianta simile al banano, viene prodotta quasi esclusivamente nelle Filippine ed in Ecuador, e mentre tradizionalmente veniva impiegata per fare funi, adesso viene ridotta in poltiglia per una varietà di usi: come guaina per salsicce, per bustine da te, per filtri per il caffè, per fare banconote.
Una volta di importanza strategica - basti pensare che la ricchezza dell'Inghilterra prima della rivoluzione industriale era fondata sulla lana, mentre la seta per secoli ha avuto un ruolo centrale nel commercio internazionale - le fibre naturali sono state col tempo sempre più sostituite da quelle sintetiche.
L'obiettivo primario dell'Anno Internazionale delle fibre naturali è proprio di rimettere in primo piano queste fibre ed evidenziare il loro valore ai consumatori, aiutando al tempo stesso a sostenere i redditi dei produttori.
Per celebrare l'Anno Internazionale moltissimi eventi in diversi paesi: conferenze, mostre, sfilate di moda, tra cui un Vertice internazionale sulla lana Mohair in Sudafrica ed un Festival delle fibre creative a South Caterbury, in Nuova Zelanda.
La FAO fa appello ai paesi membri ed alle industrie del settore affinché siano resi disponibili i fondi necessari per coordinare le attività e fornire sostegno alle varie iniziative nel mondo. L' Anno Internazionale della Patata, celebrato l'anno scorso, è stato reso possibile grazie a donazioni pari a 800.000 dollari.
Notizie dalla FAO online: http://www.fao.org/newsroom/it/index.html