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Un naso elettronico per prevenire gli incendi in metropolitana

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Dallo Spazio alla Terra: a Stoccolma un naso elettronico antincendio

Progettato negli anni 90 per monitorare la qualità dell’aria all’interno della stazione spaziale russa Mir, il naso elettronico oggi è utilizzato per "fiutare" i primi segnali di incendio nella metropolitana di Stoccolma, Svezia.

 

L’innovativo sistema, che ha già dimostrato di funzionare nel 1995 e nel 1997, quando rilevò un principio di incendio nella stazione spaziale russa, è costituito da 3 elementi fondamentali: un sensore che “fiuta” gli odori, ossia la presenza di sostanze anomale nell’aria, anche in piccolissime quantità; un microchip che riconosce gli odori come farebbe il nostro naso; infine, un software sofisticato che classifica gli odori pericolosi e lancia l’allarme.

Il sistema, sviluppato da un’équipe di ingegneri dell’ EADS RST Rostock System-Technik in collaborazione con la compagnia svedese Firefly, è stato progettato come sistema antincendio nelle metropolitane e nelle stazioni ferroviarie della capitale svedese. Sarà presto operativo in 56 stazioni metro e coprirà 60 Km di tunnel.

Nella maggior parte delle metropolitane, i sistemi antincendio si basano sui ‘rivelatori di fumo’. Il difetto di questi sistemi è che risentono molto delle condizioni ambientali esterne come l’umidità e le polveri sottili, mentre il naso elettronico è praticamente immune da questi fattori di disturbo, così frequenti nelle stazioni della metropolitana.

Le tecnologie progettate per volare nello spazio – spiega Frank M. Salzgeber, responsabile del  Technology Transfer Programme Office dell’ESA [1] – sono molto sofisticate e a prova di errore. Sono sottoposte, infatti, a test durissimi, che mettono alla prova la loro capacità di “tenuta” in condizioni ambientali estreme come lo spazio o il lancio di una navicella. Devono resistere all’assenza di gravità e a variazioni di temperatura che passano dal caldo torrido al freddo gelido.

“Lo spazio – osserva Salzgeber – è il migliore laboratorio esistente per testare soluzioni innovative da applicare in qualsiasi altro settore. Il naso elettronico è la dimostrazione che la tecnologia spaziale può offrire soluzioni innovative in campi tecnologici molto diversi fra loro”.

Il naso elettronico potrebbe rivelarsi efficace anche come “rilevatore” di germi e batteri negli ospedali, dove il rischio di infezione è particolarmente alto per i pazienti che hanno subito un trapianto di organi o sono sottoposti a terapia intensiva.  

Note:
[1] Il Technology Transfer Programme Office dell’ESA (TTPO) ha il compito di favorire l’uso di tecnologie spaziali in settori diversi e mostrare i benefici del programma spaziale europeo ai cittadini europei.
 per conto dell’Agenzia Spaziale Europea http://www.esa.int/esaCP/index.html

Link consigliati:

Electronic nose sniffs hazards
 http://www.esa.int/esaCP/SEM3VICDNRF_index_0.html

Technology Transfer Programme Office (TTPO)
http://www.esa.int/SPECIALS/TTP2/index.html

Francesco Defler

 

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01/03 - 08/04/2018
Museo di Roma in Trastevere

L’esposizione raccoglie le fotografie vincitrici della tredicesima edizione del Certamen nacional de fotografía scientífica(organizzato dal Consejo Superior de Investigaciones Científicas – CSIC e dalla Fundación Española para la Ciencia y Tecnología – FECYT in collaborazione con la Fundación Jesús Serra) ed altre scelte tra le oltre settecento ricevute. Le tematiche delle immagini esposte sono la scienza e la tecnologia. Le fotografie sono relazionate con la ricerca scientifica e la sua applicazione tecnologica ed industriale, raffigurando l’oggetto di studio dell’attività scientifica, le persone che la realizzano, i suoi strumenti e le installazioni o le tecnologie risultanti dal progresso scientifico. L’obiettivo di Fotciencia13 e dell’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Spagna in Italia è quello di incrementare l’interesse verso la conoscenza scientifica tramite l’arte ed avvicinare, in tal modo, la gente alla scienza attraverso una visione artistica ed estetica delle immagini esposte. L’iniziativa vuole inoltre promuovere, tra le comunità scientifiche, l’importanza del divulgare il proprio lavoro all’intera società.

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