Depigmentati e privi di occhi, caratteristiche tipiche di animali che conducono vita sotterranea, è questo il primo identikit di sette nuove specie, tutte toscane, che da oggi vanno ad arricchire l’inventario fauna italiana. La scoperta arriva dopo alcuni anni di ricerche condotte da Giuseppe Montesanto del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e da Stefano Taiti dell’ISE-CNR di Firenze e del Museo di Storia Naturale, Sezione di Zoologia la “Specola” di Firenze e che hanno appena pubblicato i risultati del loro lavoro in un articolo su “Zoosystema”, rivista scientifica del Museo di Storia Naturale di Parigi.
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Fauna italiana: scoperte sette nuove specie, tutte toscane
La studio pubblicato su Zoosystema, rivista del Museo di Storia Naturale di Parigi, è stata condotta da ricercatori dell’Università di Pisa, del Museo Zoologico della “Specola” di Firenze e dell’Ise-CNR
Elette le piante simbolo delle venti regioni italiane
Lorenzo Peruzzi dell’Università di Pisa coordinatore del gruppo della Società Botanica Italiana che ha promosso l’iniziativa
Elette le venti piante simbolo delle venti regioni italiane, si va dalla alla Primula di Palinuro per la Campania che cresce endemica a picco sul mar Tirreno, allo Zafferano etrusco per la Toscana, al Pino locato per la Basilicata che si trova solo nel Parco Nazionale del Pollino, o ancora alla Sassifraga dell’Argentera per il Piemonte, la più votata in assoluto, una bellissima pianta erbacea a fiori rosa, tipica delle Alpi occidentali.
L’iniziativa, promossa dalla Società Botanica Italiana, è stata coordinata da Lorenzo Peruzzi, professore di Botanica sistematica presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e Direttore dell’Orto e Museo Botanico. A votare sono stati oltre 500 appassionati ed esperti botanici da tutta Italia che hanno eletto le piante vincitrici a partire da una rosa di candidature, con un meccanismo per certi versi simile a quello delle primarie.
“L’idea è di sensibilizzare cittadini e istituzioni sul tema della biodiversità vegetale – spiega Lorenzo Peruzzi – e così sono state elette venti piante, che per valenza storico-scientifica, peculiarità biogeografiche e bellezza, possano essere assurte a "simbolo" di ognuna delle venti regioni italiane”.
Il cuore che si "emoziona" e guida il nostro cervello
Lo studio dell’Università di Pisa in collaborazione con l’Università di Padova e l'University of California Irvine pubblicato nei “Proceedings of the National Academy of Science of the USA”
Le emozioni nascono nel cuore, e non nel cervello, dicevano i poeti. Ora la ricerca scientifica conferma le fondamenta di questo topos letterario. Uno studio dei bioingegneri dell’Università di Pisa in collaborazione con l’Università di Padova e l'University of California Irvine e pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Science of the USA” analizza il meccanismo che ci porta a provare una specifica emozione a fronte di determinati stimoli e trova nel cuore la radice delle emozioni.
SOS tartarughe nel Mediterraneo: al via progetto europeo per proteggerle
L’Università di Pisa coordina il progetto “LIFE MEDTURTLES”, finanziato con 3 milioni di euro sino al 2023 diminuire l’impatto antropico e ridurre la pesca accidentale delle tartarughe
Droni per le ricognizioni aeree, una App per segnalare gli avvistamenti e un piccolo esercito di cento tartarughe equipaggiate con appositi trasmettitori satellitari per tracciarne gli spostamenti in tutto il Mediterraneo. Sono questi alcuni degli strumenti al servizio degli scienziati impegnati in “LIFE MEDTURTLES”, un nuovo progetto europeo che ha l’obiettivo di proteggere due specie a rischio che popolano i nostri mari: la tartaruga comune (Caretta caretta) e quella verde (Chelonia mydas). Il progetto, appena partito e coordinato dai professori Paolo Casale e Paolo Luschi del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, è stato finanziato con circa 3 milioni di euro dalla UE sino al 2023. Dal punto di vista geografico, LIFE MEDTURTLES riguarderà Albania, Italia (in particolare il Mar Adriatico), Spagna, , Tunisia e Turchia .
Ancient DNA pushes herring trade back to the Viking age
Herring bones from trading places in The Baltic Sea show that extensive trade started 400 years earlier than previously thought.
Historians have believed extensive herring trade started around 1200, later controlled by the Hanseatic League. New study shows that it was established already in the Viking Age.
“We found that this trade existed already around 800 AD, 400 years earlier, which really pushes back this extensive fishing,” says Doctoral Research Fellow Lane Atmore at the University of Oslo.
She is first author of the study, published today in PNAS, which shows that herring bones from western populations around Sweden and Denmark were found as far east in the Baltic as Truso in today´s Poland. Truso is known as an important Viking Age trade port.
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