Un’installazione monumentale di arte contemporanea ispirata alla Colonna di Traiano interpreta la “mutazione” di significato voluta dalla storia Mercati di Traiano
Museo dei Fori Imperiali 29 novembre 2017 – 16 settembre 2018
“Columna mutãtio – LA SPIRALE” è un’installazione monumentale di arte contemporanea, ideata dall’artista Luminiţa Țăranu, ispirata alla Colonna di Traiano e realizzata in occasione della mostra “Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa”, ospitata dai Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali dal 29 novembre 2017 al 16 settembre 2018 e promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con il patrocinio dell’Ambasciata di Romania in Italia, dell’Ambasciata di Romania presso la Santa Sede, dell’IRCRU di Venezia e con il sostegno dell’Accademia di Romania in Roma. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura. Il messaggio che l’artista, romena di nascita e italiana di adozione, intende trasmettere, è la “mutazione” di significato che avviene nel volgersi della storia: nata per celebrare la conquista della Dacia da parte dei Romani, la Colonna Traiana è diventata nel tempo il simbolo dell’inscindibile legame storico tra l’Italia e la Romania; se nel passato evocava le due guerre portate dall’Imperatore contro Decebalo, il Re dei Daci, oggi il capolavoro romano è anche testimonianza visiva dell’origine del popolo romeno.
Esempio di come la ricerca contemporanea interagisce con l’archeologia e con la memoria, l’installazione che l’artista propone al pubblico intende rinforzare il filo connettivo tra l’antico e il contemporaneo. L’opera, infatti, ha un’impostazione orizzontale come allusione al reperto archeologico quale oggetto musealizzato, metafora del concetto secondo il quale la storia scorre in orizzontale. Luminiţa Țăranu ha preso spunto dalle fonti che hanno ispirato Apollodoro di Damasco nell’ideazione della Colonna Traiana: gli itineraria picta, i volumina e le pitture trionfali. Interpretando aspetti essenziali del capolavoro romano – il continuum compositivo, l’originaria policromia, le varie chiavi di lettura – l’artista ha creato un’opera di massima sintesi strutturale e raffigurativa, snodata e svuotata di materia, ridotta alla pura geometria. L’opera è un’allusione poetica alla memoria storica, come frammento senza inizio e senza fine, dove il tempo non viene fermato, ma scorre via infinitamente. Come scrive lo storico e il critico d’arte Alberto Dambruoso nel catalogo pubblicato da Manfredi Edizioni, il percorso trascorso dall’ideazione alla realizzazione è durato cinque anni, coinvolgendo tante figure professionali in un’opera corale cosi come collettiva era stata a suo tempo la costruzione della Colonna di Traiano. Completamente in alluminio, composta da un nastro largo 90 cm (circa 3 piedi romani) e lungo 34,05 m, l’installazione si sviluppa su una lunghezza di circa 12,50 m, con un diametro di 1,40 m, mantenendo un rapporto di proporzione con la Colonna Traiana di 1 a 3. È interamente dipinta con una particolare tecnica grafico-pittorica che l’artista sviluppa da anni, partendo dalla stampa serigrafica a mano, che rende l’opera unica. Il lato interno riporta un omaggio al popolo Dace, attraverso simboli della cultura e della spiritualità predacica, alcuni legati al tema della morte. Il contrasto tra il bianco delle scritture vicine al carattere lapidario Romano e il nero dei disegni simbolici evoca il senso del dramma, ma in un modo contenuto e riflessivo, con tracce di gioia, sentimento tipico dei Daci prima di affrontare il sacrificio. Il lato esterno invece ha un impatto cromatico intenso che evoca la forza della vita in un “mondo a colori”. Attraverso più di 50 disegni, l’artista ha interpretato alcune rappresentazioni marmoree. I simboli, le icone e le scritture sono gli strumenti della sua personale evocazione, per costruire una nuova storia che non contraddice né riproduce, ma affianca l’opera originale da un’ottica libera e immaginativa. L’installazione è accompagnata da quattro quadri/testimone, momenti essenziali del percorso lavorativo, con la finalità di creare una complementarità tra la tridimensionalità della Spirale e la bidimensionalità pittorica: Dei, Simboli, Scritture e Itineraria. Ricordando “Le Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar, romanzo nel quale per la prima volta il lettore entrava in contatto con il sentimento del mondo romano grazie a una scrittura contemporanea, Alberto Dambruoso considera “Columna mutãtio – LA SPIRALE” di Luminiţa Țăranu un’opera laboriosa che, attraverso la capacità dell’artista di rievocare il passato antico attraverso la pittura, riporta il messaggio che parla dell’incontro odierno di due popoli in pace, che fanno parte della stessa comunità e che si riconoscono entrambi nella Columna realizzata millenovecento anni fa.
Luminiţa Țăranu è nata a Lugoj, Romania, nel 1960. Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bucarest, allieva del grande artista e maestro Octav Grigorescu. Nel 1987, ha ottenuto la Borsa Nazionale dell’Unione degli Artisti Plastici della Romania per disegno e incisione. Dal 1987 vive e lavora in Italia. Il filo conduttore del suo percorso artistico è la “metamorfosi” che diventa anche metodo di lavoro e di ricerca, della trasformazione ideativa e strutturale in forma grafica, pittorica, di istallazioni megaoggettuali, digitali e performance. Riflette un passaggio/movimento che attraversa lo spazio e il tempo, all’interno di una trasformazione evolutiva e dialettica la quale analizza rapporti in divenire che conducono allo stadio di mutazione e di metafora. Realizza numerose mostre personali e partecipa ad altrettante collettive in spazi pubblici e privati, musei e gallerie, in Italia e all’estero. A luglio 2013, il suo progetto “COWMAN of the world”, centrato sull’attuale problema ambientale, sul recupero dei valori autentici e sul concetto della multiculturalità, è stato selezionato a partecipare alla manifestazione inaugurale del nuovo museo delle scienze MUSE di Trento. Lavorando su temi come: tavole anatomiche; installazioni megaoggettuali (“Superslides” e “Megabox”); il rapporto tra il corpo umano dal punto di vista anatomico e il corpo umano come oggetto d’arte (“Installazione pittorica sul corpo umano”); le evocazioni; inserimento di restauro (attribuendo alla sua opera la dimensione astratta del tempo attraverso un atto controllato di distruzione parziale e recupero delle lacune-mancanza). Succede quindi un immaginario rovesciamento nel tempo: alla qualità spaziale si somma la qualità temporale, senza la quale la poetica di ogni oggetto non esisterebbe. Dopo la mostra a Roma, l’installazione “Columna mutãtio – LA SPIRALE” sarà esposta in uno dei prestigiosi musei di Bucarest, in occasione alla festa del centenario dell’Unità Nazionale della Romania, nell’autunno del 2018.