La perdita di biodiversità ha molte cause, fra cui l’inquinamento ambientale, la presenza di specie invasive e la distruzione degli habitat naturali, ma la raccolta incontrollata di piante medicamentose per fini commerciali è sicuramente la principale minaccia. “Lo sfruttamento intensivo – sottolinea Plantlife nel suo rapporto – può essere in parte dovuto all’ignoranza, ma il problema fondamentale è che la commercializzazione di piante medicinali è disorganizzata e competitiva”. Tra le specie maggiormente a rischio Plantlife segnala il Taxus wallichiana, da cui si ricava il Paclitaxel, un farmaco antitumorale; la Warbugia, impiegata nelle terapie contro la malaria; infine il Prunus africana, da cui si estrae un medicinale per curare la prostatite.
Secondo Alan Hamilton, uno degli autori dello studio, l’unico modo per combattere questo fenomeno è quello di offrire alle comunità locali degli incentivi per proteggere le specie vegetali a rischio. In India, Pakistan, Cina, Nepal, Uganda e Kenya sono già stati avviati dei progetti-pilota che hanno dato buoni risultati. In Uganda, ad esempio, il programma ha permesso di fornire alla popolazione trattamenti antimalarici a basso costo, mentre in Cina è stata realizzata la prima riserva di piante medicinali gestita dalla comunità locale.
Link consigliati e approfondimenti:
Rob Edwards, “Medicinal plants on verge of extinction” , New Scientist 10 gennaio 2009 N. 2690
http://www.newscientist.com/article/mg20126903.200-medicinal-plants-on-verge-of-extinction.html
PLANTLIFE
http://www.plantlife.org.uk/
La versione integrale (inglese) dello studio è scaricabile dal sito di PLANTLIFE al seguente link:
“Medicinal Plants in Conservation and Development. Case Studies and Lessons Learnt”.
http://www.plantlife.org.uk/portal/assets/News%20Sue%20Nottingham/Medicinal%20plants%20report%20Jan%202009.pdf