Greenpeace chiede ai sindaci delle città italiane più colpite dal biossido di azoto (Roma, Torino, Milano e Palermo) di prendere presto provvedimenti radicali per abbattere questo inquinante. Sin qui tutte le amministrazioni hanno risposto all’appello dell’associazione; il governo cittadino di Milano ha risposto in tempi brevissimi senza poi indicare – contrariamente rispetto a quanto fatto dalle altre tre città – una data di incontro per discutere con Greenpeace. I responsabili dell’associazione sollecitano un confronto da settimane.
«La situazione riscontrata nelle scuole milanesi, all’orario della prima campanella, è peggiore di quella pur grave fotografata a Roma con la stessa metodologia poche settimane fa», dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia «I valori di NO2 registrati a Milano sono in media più alti di quasi il 50 per cento di quelli delle scuole della Capitale. I bambini di questa città giorno dopo giorno, cinque giorni a settimana, per nove mesi l’anno, fanno ogni mattina un terribile “pieno” di gas irrespirabili prima di sedersi ai loro banchi. C’è un solo modo per abbattere le concentrazioni di biossidi di azoto nelle grandi città: limitare progressivamente la circolazione dei diesel, fino a vietarla nei prossimi anni».
Come riportato nel report di Greenpeace “Ogni respiro è un rischio”, il biossido di azoto è classificato tra le sostanze certamente cancerogene, ed è particolarmente nocivo sui bambini. Secondo l’ultimo report dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), a livello europeo l’Italia è il Paese con il più alto numero assoluto di morti premature causate dal NO2, con oltre 17 mila casi l’anno.
«A Parigi, Copenaghen, Madrid, Atene, Stoccarda e in altre città si sta scrivendo oggi la data oltre la quale i veicoli più inquinanti, a cominciare dai diesel, non potranno più circolare. È una decisione importantissima, questa, che va presa presto, perché deve servire a orientare i consumatori nelle loro scelte di mobilità per i prossimi anni», continua Boraschi. «I sindaci delle città italiane, a cominciare da Sala, devono prendere esempio dai loro colleghi stranieri e prevedere uno stop ai diesel entro la fine del loro mandato».