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Il David di Michelangelo testimonial d’eccezione

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Il David di Michelangelo testimonial d’eccezione di un nuovo metodo per prevenire il rischio di frattura alle ossa

Anche le statue soffrono di artrosi, problemi circolatori, fastidiosi dolori lombari? Pare proprio di sì, e non c’è nulla di strano visto che sono “costrette” a stare in piedi per secoli, se non addirittura millenni. Oggi, però, esiste una tecnologia capace di prevenire i piccoli e grandi disturbi che affliggono busti e statue di antichi imperatori romani, giovani efebi e divinità dell’Olimpo: con una semplice Tac è possibile individuare i “punti deboli” in cui intervenire con opportuni lavori di restauro.

La tecnica, che gli americani hanno battezzato “Scan and Solve”, è stata messa a punto da Vadim Shapiro dell’università di Winsconsin-Madison e da Igor Tsukanov della Florida International University, utilizzando un modello d’eccezione: il David di Michelangelo. Analizzando campioni tridimensionali del David, i due scienziati sono riusciti ad individuare, con un metodo più semplice, veloce ed efficace di quelli finora utilizzati, le zone a rischio di frattura, ossia i punti che sopportano il maggiore carico di stress dovuto soprattutto alla forza di gravità. La mappa digitale ha messo in evidenza i punti esatti in cui si sono già apparsi i primi segni di cedimento strutturale del capolavoro michelangiolesco, ossia la coscia e lo stinco destri.

La novità di questa tecnica non invasiva, secondo i ricercatori, consiste soprattutto nella varietà di applicazioni, che vanno dal restauro di artefatti e monumenti alla progettazione industriale, fino ad arrivare alla medicina ortopedica, dove il metodo Scan and Solve permetterebbe di prevenire eventuali fratture scoprendo con precisione i punti “nevralgici” dell’osso e il modo in cui essi vengono influenzati dalle sollecitazioni esterne: l’attività e il movimento. Questa tecnica può essere agevolmente utilizzata anche per analizzare strutture di grandi dimensioni, come è accaduto nel 2000, quando è stata realizzata la prima scansione digitale al mondo di uno scheletro di dinosauro, un esemplare di triceratops conservato allo Smithsonian National Museum of Natural History di Washington. La differenza fondamentale tra il modello di analisi proposto da Shapiro e Tsukanov e le tecniche esistenti risiede soprattutto nella semplificazione del metodo: dalla raccolta dei dati al modello, senza passaggi intermedi che aumentano le probabilità di errore e rischiano di compromettere i risultati finali.

Veronica Rocco