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Anno 3 Numero 120

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Direttore Responsabile Guido Donati

 

La microcolposcopia: intervista al Prof. Aldo Vecchione 

 

di Paola Franz

 

Alcuni tumori del collo dell’utero non sono facilmente diagnosticabili con le metodiche tradizionali come il Pap test o con esami più approfonditi come la colposcopia (www.colposcopia.net), anche a causa della loro posizione nascosta nel canale cervicale dell’utero. Esiste una tecnica più specifica e mirata: la microcolposcopia. Ne abbiamo parlato con il Prof. Aldo Vecchione, Presidente della Società Italiana di Colposcopia e Patologia Cervico Vaginale.


Prof. Vecchione che cosa è la microcolposcopia?
"La microcolposcopia è un esame approfondito del collo dell’utero, in particolare della giunzione squamo-colonnare. Si effettua attraverso un apparecchio, il microcolpoisteroscopio di Hamou, che permette di ingrandire fino a 150 volte la zona presa in esame".
 

Cos’è la giunzione squamo-colonnare e perché è importante?
"L’area giunzionale è una linea anatomica di passaggio tra l’epitelio pluristratificato che riveste il collo dell’utero ed l’epitelio cilindrico monostratificato del canale cervicale. Questa zona rappresenta il punto più importante dove insorgono displasie e tumori. La giunzione può essere esteriorizzata, può, cioè andarsi a disporre sulla parte esterna della portio uterina (l’epitelio cilindrico slitta dal canale cervicale e va a disporsi sulla parte esterna della portio), oppure può essere interiorizzata, ciò può avvenire per esempio in menopausa o in fenomeni di atrofia, e la mucosa cervicale si ritira all’interno del canale cervicale portandosi appresso la giunzione, e una parte dell’epitelio squamoso".
 

In quali casi è consigliata questa tecnica?
"Io la uso routinariamente perché sono 20 anni che la faccio e per me è molto più facile vedere il collo dell’utero, la giunzione e il canale cervicale con questa tecnica. Generalmente si effettua quando c’è una indicazione da parte di un Pap test, eseguito sia in sede esocervicale che endocervicale, che presenta anomalia cellulare o addirittura elementi metaplasici, o quando il risultato della colposcopia è insoddisfacente; se consideriamo che il colposcopio ingrandisce il collo dell’utero al massimo di 20 volte, mentre il microcolposcopio arriva a 150 volte ci rendiamo conto che con quest’ultimo possiamo avere una visione completamente diversa. Inoltre questo esame si dovrebbe effettuare in tutti quei casi in cui la giunzione è interiorizzata e quindi non visibile all’esame colposcopico.
La funzione della microcolposcopia è anche quella di poter fare una mappa delle lesioni, cioè descrivere topograficamente dove l’epitelio normale si trasformi in un epitelio displastico e quindi dare un’indicazione delle dimensioni della lesione specialmente in sede esocervicale".
 

Come è fatto lo strumento?
"Lo strumento è fatto a impugnatura di pistola con un lungo prolungamento in cui ci sono dei fasci di fibre ottiche e una serie di specchi riflettenti che aumentano l’immagine. La lente frontale misura 4 millimetri, ruotandola si riescono a definire le dimensioni della lesione".

Come viene eseguito l’esame?
"Questo strumento viene messo a contatto direttamente con l’epitelio che si vuole vedere perché solo con il contatto diretto si riesce a mettere a fuoco. È indispensabile l’uso di due coloranti vitali: la soluzione di Lugol al 3-4% seguita dall’inchiostro blu di Waterman, che servono a differenziare le cellule sane da quelle malate. La sonda viene introdotta nella vagina fino al collo dell’utero dove viene inserita delicatamente nel canale cervicale per circa 2-3 centimetri a seconda della lunghezza del collo. Questo esame dura pochi minuti e non provoca alcun dolore. Il periodo migliore per effettuarlo è subito dopo le mestruazioni, si può comunque effettuare in qualsiasi giorno del ciclo tranne durante le mestruazioni".

 
Che percorso formativo è necessario per specializzarsi in microcolposcopia?
"Per poter fare la microcolposcopia è necessario conoscere la morfologia e quindi le componenti cellulari, è un po’ come usare il microscopio in vivo, quindi è necessaria una grande esperienza di microscopia cellulare".


Nell’iter diagnostico delle infezioni da Human Papilloma Virus (HPV) può essere utile questa tecnica?
"Con la microcolposcopia si riesce a diagnosticare la presenza di alterazioni da HPV molto più facilmente anche di fronte a un Pap test negativo per presenza di virus ed è utile nella diagnosi dei condilomi piatti".

www.microcolposcopia.it
Emergenza Malattie Sessualmente Trasmesse

www.venereologia.it
 

Roma, 22 luglio 2004

 

 

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