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Anno 4 Numero 150

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Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

Clima, WWF: l'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto è l'inizio della nuova rivoluzione industriale

In Spagna, Danimarca e Germania il mercato delle fonti rinnovabili ha permesso di creare oltre 250.000 nuovi posti di lavoro

L’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto rappresenta l’inizio della nuova rivoluzione industriale. Con questo messaggio il WWF Italia si è rivolto al mondo delle Istituzioni e delle imprese attraverso annunci pubblicitari pubblicati da Il Sole 24 ore, Italia Oggi, la Repubblica, il Manifesto, l’Internazionale, realizzati da Pietro Venussi e pubblicati gratuitamente dagli editori. Gli annunci del WWF sono l’unica iniziativa di comunicazione editoriale messa in essere nel nostro Paese. E questo la dice lunga su quanta strada ci sia da fare per l’applicazione concreta del Protocollo stesso.

“Kyoto rappresenta il superamento delle vecchie logiche di sviluppo industriale e del consumismo ad esso conseguente – ha detto il Presidente del WWF, Fulco Pratesi - . E’ la nuova frontiera dell’innovazione tecnologica, della ricerca avanzata sulle nuove fonte energetiche, di una diversa logica nella gestione e nella produzione elettrica, di una sempre maggiore efficienza di tutti gli apparati elettrici, da quelli industriali a quelli domestici, di una radicale riforma nel campo della mobilità urbana, di un contenimento degli sprechi, di un approccio che guarda allo sviluppo dei Paesi poveri attraverso una riduzione dei consumi di quelli industrializzati e attraverso un’equa redistribuzione delle risorse. La domanda è se il nostro Paese è in grado di raccogliere questa sfida o se, come sembra, cercherà di muoversi nelle maglie del Protocollo per continuare ad immettere gas serra in atmosfera compensandoli attraverso l’acquisto di quote di emissioni o interventi nei Paesi in via di sviluppo”.

L’Unione Europea ha l’obiettivo complessivo di ridurre i propri gas serra dell’8% rispetto alle emissioni del 1990. In questo contesto l’Italia deve ridurre i propri gas serra del 6,5% sempre rispetto al 1990. In concreto significa stabilizzare le nostre emissioni a 475 milioni di tonnellate di CO2. Ad oggi le nostre emissioni sono superiori a 570 milioni di tonnellate di CO2, contro i 508 milioni del 1990, con un aumento di oltre il 12%. Purtroppo lo stesso Piano Nazionale di Assegnazione delle emissioni, invece di tracciare scenari di riduzione (come richiesto dall’Unione Europea), prevede addirittura una crescita del 17,2% nel settore della produzione elettrica, del 25,8% in quello dei trasporti e del 12,7% in quello civile.

Il WWF sottolinea come per l’Italia sia stato stimato un enorme potenziale di risparmio energetico: secondo il rapporto “La Risorsa Efficienza” elaborato, per conto dell’allora ANPA (oggi APAT), da Florentin Krause, direttore di un prestigioso istituto di ricerca californiano, si rileva che il nostro paese potrebbe ridurre del 47% la domanda di energia elettrica semplicemente adottando le tecnologie più efficienti attualmente esistenti sul mercato. Un valore considerevole che ci permetterebbe di risparmiare oltre 150 TWh. Investire in innovazione ed efficienza in tutti i settori, nelle fonti rinnovabili e pulite, in nuove politiche della mobilità, rappresenta anche una grande occasione di rilancio economico per il nostro Paese: in Spagna, Danimarca e Germania il mercato delle fonti rinnovabili ha permesso di creare oltre 250.000 nuovi posti di lavoro, sostenibili e rispettosi dell’ambiente.

I combustibili fossili non sono solo una minaccia per il clima, ma anche per i diritti umani. L’Edizione 2005 dello “State of the World” del Worldwatch Institute americano sottolinea come la forte dipendenza dal petrolio comporti costi e rischi enormi. Alimenta le rivalità geopolitiche, le guerre civili e le violazioni dei diritti umani. Valga per tutti l’esempio delle miniere di in Cina, dove si estrae carbone a pieno regime ma a scapito della sicurezza: nel 2004 gli incidenti sul lavoro hanno causato oltre 6.000 morti.

www.wwf.it 

Roma, 16 febbraio 2005
 
                               

 

 

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